SBK, Alex De Angelis: “Non avete ancora visto il vero De Angelis”

SBK, Alex De Angelis: “Non avete ancora visto il vero De Angelis”
Carlo Baldi
Il podio del Lausitzring ripaga De Angelis dei tanti sacrifici fatti, e che sta ancora facendo, per tornare ad essere il pilota che tutti conoscevamo prima dell’incidente di Motegi
21 settembre 2016

Il mondo delle corse è spesso ingrato. Il passato viene messo da parte in fretta, e contano solo i risultati che riesci a conseguire nel presente. Nessuno tiene conto dei problemi che un pilota possa avere, e basta poco per essere considerati finiti, o in una parabola discendente.


Alex De Angelis oggi ha 32 anni, e dopo aver corso in tutte le categorie della GP (125, 250, Moto2 e MotoGP) da quest’anno è passato al mondiale Superbike, un campionato che già in passato aveva dimostrato interesse nei suoi confronti (Honda Ten Kate). L’incidente in cui è stato coinvolto a Motegi lo scorso anno è stato terribile, e ci sono volute tutta la sua grinta e determinazione per venirne fuori e tornare a correre, anche se non al 100%. Alex si sta ancora curando, e pochi mesi fa ha dovuto sostenere un altro intervento chirurgico al braccio destro che gli crea ancora notevoli problemi, e gli impedisce di guidare come vorrebbe. Il risultato ottenuto sotto la pioggia in Germania assume quindi un particolare valore.
 

Quale è stato il tuo primo pensiero quando hai tagliato il traguardo?

«Finalmente di nuovo sul podio. Questo ho pensato. E’ stata sino ad ora una stagione molto difficile. Siamo arrivati in Superbike solo pochi giorni dalla prima gara, ed io venivo da un incidente molto brutto, che ancora oggi mi sta limitando, perché ho un braccio che non ne vuol sapere di guarire. Salire sul podio è stata una gioia speciale».
 

Le aspettative nei tuoi confronti erano molto alte.

«Certo. Da Alex De Angelis che va in Superbike e per di più con un’Aprilia, tutti si aspettavano molto. Io per primo. Ma questo è un campionato difficile, dove c’è gente che va davvero forte, e se a questo aggiungi i problemi che ti ho appena elencato ed il fatto che non conoscevo la maggior parte delle piste, è chiaro che la mia situazione non è stata per niente facile. Purtroppo non abbiamo mai svolto dei test ed abbiamo avuto molti problemi tecnici, tanto che non ricordo di aver vissuto un weekend tranquillo e senza inconvenienti. Per questo non avete mai visto il vero De Angelis».
 


E’ stato un podio importante

«Sì, è un podio che dà morale a me ed al mio team. Una ricompensa a tutti gli sforzi e ai sacrifici che stiamo facendo. A tutt’oggi io faccio quasi due ore di fisioterapia per il braccio, oltre agli allenamenti in palestra e con la bici. Non ho mai mollato nemmeno per un minuto e questo risultato mi dà una nuova carica di energia e di fiducia».


A chi lo dedichi?

«Innanzitutto alla mia famiglia, che non solo mi è stata molto vicina nel difficile periodo che ho vissuto in Giappone, ma mi ha aiutato a tornare in sella, senza mai ostacolarmi e rispettando quindi le mie decisioni, anche se questo per loro ha comportato senza dubbio molte preoccupazioni. Lo dedico poi a tutti i miei sponsor personali, che sono con me da una vita, indipendentemente dal campionato che decido di fare. Ormai sono più amici che sponsor».


Hai dei rimpianti? Magari di non essere arrivato prima in SBK?

«Non rimpiango le scelte fatte sino ad ora. Sono sempre stato convinto delle mie decisioni. Mi dispiace solo che il team abbia deciso così tardi di entrare in Superbike, e mi dispiace di non essere al 100% dal punto di vista fisico. Questi sono due fattori che non mi hanno permesso di esprimermi al massimo in questa stagione, e di dimostrare quello che posso fare».
 


Cosa ti aspetti da questo finale di stagione?

«La prossima gara si corre in Francia, ed il meteo potrebbe essere lo stesso del Lausitzring. Con la pioggia posso giocare meglio le mie carte, mentre sull’asciutto le mie difficoltà fisiche saltano fuori. Inoltre non ho mai corso a Magny Cours, e con il format attuale le prove del venerdì sono già decisive per le qualifiche. Di tempo per imparare la pista ce n’è davvero pochino. Le ultime due piste di Jerez e Losail invece le conosco bene, e questo mi sarà di grande aiuto. Sono fiducioso di poter far bene in questi ultimi tre round, e mi piacerebbe salire ancora sul podio».


E il prossimo anno?

«Non so ancora niente. Il mio contratto è in scadenza e quindi potrei restare nel mio attuale team, così come potrei cambiare. Mi auguro comunque di restare in Superbike, sia per sfruttare l’esperienza maturata in questa stagione e sia perché l’ambiente mi piace, e ci sto davvero bene».