SBK 2016. Giugliano : “I risultati iniziano ad arrivare, ma ho ancora del margine di miglioramento”

SBK 2016. Giugliano : “I risultati iniziano ad arrivare, ma ho ancora del margine di miglioramento”
Carlo Baldi
Per Giugliano il peggio sembra passato e le gare di Sepang e quella di oggi a Donington ci consegnano un pilota reso ancora più forte dall’aver superato infortuni e difficoltà
29 maggio 2016

Per Davide Giugliano il periodo difficile sembra ormai alle spalle. I risultati di Sepang e di Donington ci hanno reso un pilota motivato e costante, finalmente in grado di competere con i primi e di puntare alla vittoria. Sono stati in molti a scagliarsi contro di lui alle prime difficoltà e ad appioppargli etichette di “consumacarene” o di perdente. Per fortuna lui non si è mai demoralizzato, nemmeno dopo i suoi due gravi incidenti o quando tutto sembrava girare per il verso sbagliato. Ha lavorato con il suo team per adattare al suo stile di guida a quella Panigale che Davies ed il suo team avevano reso vincente, modellandola alle caratteristiche di guida del gallese, che sono purtroppo molto diverse da quelle di Davide.

Il pilota si è adattato alla moto e la moto al pilota e da ora in poi inizia per Giugliano un altro campionato.

Oggi ad un certo punto hai creduto nella vittoria o ti aspettavi l’attacco di Sykes?

«Speravo in cuor mio che Tom potesse avere un calo nel finale, invece lui ha iniziato a girare con un ritmo per me insostenibile. Io negli ultimi giri ero proprio al limite e questo è uno dei punti sui quali dobbiamo continuare a lavorare».

Nelle prime curve dopo il via ci sono stati molti contatti, nessuno voleva cedere la posizione.

«Ero convinto che se Sykes ed io fossimo riusciti a stare davanti avremmo potuto imprimere un ritmo molto elevato alla gara e distanziare gli altri. Per questo ho cercato di prendere subito la sua ruota. Ci siamo anche toccati, ma senza nessuna conseguenza».

Dopo questa gara e quella di Sepang possiamo considerare terminato il tuo periodo difficile?

«Preferisco pensare che anche questa gara faccia ancora parte del mio momento difficile, così da non abbassare la guardia. Non voglio certo adagiarmi sugli allori».

Come ti trovi ora sulla Panigale? La senti tua o è ancora la moto che hai trovato dopo l’infortunio?

«Penso che le gare in Australia ci abbiano portato fuori strada. Ero arrivato a Phillip Island con pochi test alle spalle e non nel pieno della mia forma fisica. Ciò nonostante abbiamo ottenuto ottimi risultati ed eravamo molto vicini ai primi. Poi sono arrivate alcune gare che l’anno passato non avevo potuto disputare a causa del mio infortunio e allora sono emersi i problemi. Quest’anno ho trovato una moto completamente differente rispetto a quella che avevo lasciato lo scorso anno. La Panigale era stata modellata su Chaz ed era giusto che fosse così, visto che lui si è sobbarcato il lavoro di sviluppo ed ha ottenuto nel finale di stagione dei grandi risultati. Dopo Phillip Island io ho iniziato a lavorare assieme alla mia squadra per adattare questa moto al mio stile di guida. All’inizio non è stato facile perché quello che andava bene per Davies non andava sempre bene anche per me. Ho trascorso molte giornate in Ducati rompendo le scatole ai tecnici per avere la moto sempre più vicina alle mie esigenze. Loro mi hanno aiutato e spronato a fare sempre meglio e ad allenarmi ancora di più, tanto che ho cambiato il mio tipo di allenamento. Ora i risultati iniziano ad arrivare, ma non sono ancora al 100%. Ho ancora del margine di miglioramento».

In alcune gare hai patito molto un anomalo consumo delle gomme da parte della tua moto. Era quello il problema principale?

«Era uno dei problemi che avevamo. Diciamo che il mio stile di guida non era adatto a questa moto. Avevamo molte cose da sistemare e penso che ora ci siamo riusciti, grazie al lavoro di tutta la Ducati, compreso Chaz e la sua squadra, che lo scorso anno hanno reso vincente la Panigale. Ovviamente questo ora va anche a nostro vantaggio. Il mio team ha preso questo progetto vincente ed ha iniziato a cucirmelo addosso. Penso che ora i risultati stiano arrivando e devo dire grazie alla Ducati, alla mia squadra e al mio impegno, alla fiducia che nutro in me stesso e che mi ha consentito di superare i momenti più difficili».