Jan Witteveen : “Althea e BMW, il cocktail perfetto per puntare in alto”

Jan Witteveen : “Althea e BMW, il cocktail perfetto per puntare in alto”
Carlo Baldi
Determinazione ed una grande voglia di vincere accomunano BMW e tutti i componenti del team Althea ad iniziare ovviamente da Bevilacqua, che vuole realizzare un altro sogno
25 gennaio 2016

Il team Althea BMW Racing è stato presentato ufficialmente pochi giorni fa a Civita Castellana, nella stupenda cornice della collezione “Moto dei miti” del fondatore Genesio Bevilacqua. Nata nel 2008, la squadra era già composta da molti dei tecnici che ancora oggi rappresentano lo zoccolo duro della compagine di Bevilacqua e che con lui hanno scalato la vetta della Superbike sino al titolo mondiale di Checa nel 2011. Ed è proprio a quella magica stagione che fa riferimento Bevilacqua quando gli chiediamo :
 

Genesio Bevilacqua

La formula del team “privato” assistito dalla casa può essere vincente in SBK?
«Sì ne sono convinto. L’abbiamo già dimostrato vincendo un titolo mondiale con Carlos Checa nel 2011, ma naturalmente dipende dal team, da chi lo compone».

Dopo aver vinto con Checa e la Ducati, conquistare il titolo con BMW e riuscire dove in tanti hanno fallito sarebbe un’impresa forse ancora più grande. E’ solo un sogno?
«E’ sicuramente un sogno. Per quel che mi riguarda però, posso dire che di sogni ne ho già realizzati diversi». 

 

Markus Reiterberger

Un altro sogno da realizzare, un’altra sfida “impossibile” da vincere. Siamo certi che Genesio ed i suoi ragazzi riusciranno a far emergere tutte le doti dei due piloti che quest’anno saliranno sulle S1000RR bianco e nere del team italiano, ad iniziare dal debuttante Markus Reiterberger.


Markus sarà tutto nuovo per te nel 2016. Cosa ti preoccupa di più : una squadra che non conosci, le nuove piste o il valore degli avversari?

«Nessuna delle tre cose mi preoccupa. Forse, se proprio devo sceglierne una, direi i circuiti extraeuropei, perché quelli europei li conosco già tutti e mi sento tranquillo. La squadra l’ho conosciuta nei test di Jerez e di Vallelunga e posso dire che sono tutti ragazzi speciali. Francesco Muraro, il mio capotecnico, è giovane, intelligente e motivato. Per quanto riguarda gli avversari, più sono forti e più si alzerà l’asticella del mio valore combattendo contro di loro. E poi penso che potrò imparare molto da loro».


E cosa puoi rispondere a chi dice che sei qui solo perché sei tedesco e “raccomandato” da BMW?

«Posso rispondere che a 21 anni ho già vinto due titoli IDM e che con la BMW S1000RR ho una sorta di fidanzamento che è iniziato nel 2011. Quasi un vero e proprio rapporto amoroso e nei test di Jerez a fine 2015, ho avuto la conferma che questo rapporto è corrisposto (ride)».

Jordi Torres

Jordi Torres invece non è tedesco e non ha ancora nessun rapporto amoroso con la quattro cilindri tedesca, però l’anno scorso ha stupito tutti andando forte da subito, sino ad essere considerato la rivelazione del mondiale SBK 2015. E dire che per molti mesi Jordi ha ripetuto che stava ancora imparando, perché passare da una Moto2 ad una Superbike non era certamente cosa facile.


Ora dopo un anno di SBK pensi che il tuo stile di guida si sia adattato a questa categoria?
«Il mio 2015 è stato un continuo crescendo, culminato nell’ultimo round in Qatar, con una vittoria che mi ha dato una grande fiducia. Quest’anno ho cambiato moto e team e sino ad ora in sella alla BMW S1000RR mi sono trovato a mio agio. Nei prossimi test del 23 e 24 gennaio a Vallelunga ho intenzione di aumentare il mio feeling con questa moto. L’Althea BMW Racing Team è favoloso e con il mio capotecnico Adriano Coppola siamo entrati da subito in sintonia».

Hai fatto poche uscite con la S 1000 RR ma come ti è sembrata? Ti piace?
«E’ molto diversa da ciò a cui mi ero abituato nella scorsa stagione, ma le sensazioni sono buone e la disponibilità del team è massima. Prima delle due gare di Phillip Island abbiamo a disposizione i test di Vallelunga e quelli ufficiali sulla pista australiana, per cui spero di poterli sfruttare al massimo per cucirmi addosso la S1000RR prima che si spenga il primo semaforo».

 

Jan Witteveen

Per quanto riguarda la parte tecnica della squadra di Bevilacqua, oltre ad un'iniezione di elettronica tedesca rappresentata dagli ingegneri di Monaco che lavoreranno assieme ai tecnici del team, la novità più importante è certamente Jan Witteveen, che corteggiato da team e da case ufficiali (MV su tutte) ha invece deciso di sposare la causa Althea BMW

Hai avuto anche altre proposte ma perché hai scelto proprio BMW ed Althea?
«Althea era il progetto giusto al momento giusto. Un team quello di Genesio con un grande potenziale ed una Casa come la BMW Motorrad Motorsport, con la giusta voglia di essere protagonista nel World Superbike. Ritengo sia il cocktail perfetto per puntare in alto».


Quanto spazio c’è a tuo parere nella moderna SBK per i tecnici, per chi ha ingegno e vuole migliorare la propria moto o introdurre qualche nuova soluzione?
«Lo spazio è più di quello che possa sembrare, ma il punto focale non è lo spazio, bensì il tempo. C’è poco tempo e troppe cose da fare».

 

Moreno Coppola

Che di tempo ce ne sia sempre poco lo sa bene anche Moreno Coppola. Quando assieme al fratello Adriano ha tolto dalle casse le S1000RR ha avuto pochi giorni per preparale prima per Jerez e poi per Valleunga.

Moreno cosa ne pensi della moto e di questo team 2016?
«Tutto il team sta lavorando per affilare le unghie della BMW S1000RR e siamo tutti concordi nel dire che questa moto ha davvero un grande potenziale. Per quanto riguarda il nostro team l’ingegnere Jan Witteveen è un genio nel settore, con decine di mondiali vinti nel suo palmares, in tutte le categorie. Jordi Torres è veloce ed ha già un anno di esperienza in Superbike, mentre Markus Reiterberger conosce profondamente questa moto. Penso che ci siano sul tavolo tutte le carte per poter fare una partita vincente».

Una moto ancora da sviluppare, ma ne Torres ne Reiterberger sono dei collaudatori. Potrebbe essere un problema?
«Jordi e Markus sono entrambi due ottimi piloti ed hanno un approccio al lavoro molto professionale. Seguiremo le loro indicazioni e sarà poi la pista a dirci se siamo sulla strada giusta o no. E lo sapremo tra un mese, quando nei test di Phillip Island ci potremo misurare con tutte le altre squadre».