Genesio Bevilacqua: “In Superbike un team privato può vincere”

Genesio Bevilacqua: “In Superbike un team privato può vincere”
Il Patron del team Althea Ducati, presentato presso la storica sede vicentina di FIAMM, ci parla assieme ai suoi piloti dei programmi 2015
30 gennaio 2015

La presentazione del team Althea Ducati, svoltasi presso la suggestiva sede del nuovo sponsor FIAMM, è stata l’occasione per sentire dalla viva voce di Genesio Bevilacqua quali saranno i programmi per il 2015. Sempre con Ducati, Casa che il team di Civita Castellana ha portato al top della categoria EVO l’anno scorso, e con una line-up di piloti in gran parte nuova.

Arrivano Luca Salvadori e Raffaele De Rosa, il cui passato nel motomondiale gli appassionati ricordano bene. Ma soprattutto ci sono Nico Terol, già iridato in 125 e recentemente passato alle derivate di serie, e Matteo Baiocco, pluricampione italiano e titolato anche nel campionato continentale, che la Panigale l’ha sviluppata… facendo i solchi a forza di girare al Mugello.

E c’è anche un nuovo sponsor, FIAMM, che torna protagonista sulle carenature delle Ducati del team Althea sulla scia di un passato che gli appassionati ricordano bene: il marchio vicentino ha contribuito a scrivere la storia per immagini della Formula 1 e di tante specialità del motociclismo. Ma lasciamo la parola ai diretti interessati, che hanno diverse cose da dire.

Genesio Bevilacqua è un personaggio contraddistinto da una passione incredibile per le corse e per le moto, ma anche per un Mondiale che consente ad un team privato di dire la sua

Il Mondiale del 2011? Merito nostro, ma anche di una piattaforma equilibrata come la Superbike, dove se si riesce a mettere insieme gli elementi giusti anche una squadra privata può puntare al titolo

«In effetti qualcosa l’abbiamo fatto in tutti questi anni, abbiamo fatto un importante percorso in questo Mondiale Superbike. Nel 2011 abbiamo visto premiati tutti i nostri sforzi che però, chiaramente, partono da molto più lontano: abbiamo iniziato nel 2005 in Superbike, ma ancora prima nelle categorie inferiori. Però in quell’anno abbiamo avuto una perfetta simbiosi fra pilota e mezzo meccanico, e siamo riusciti a vincere. Merito nostro, ma anche di una piattaforma equilibrata come il Mondiale Superbike, dove se si riesce a mettere insieme gli elementi giusti – team, pilota, moto – anche una squadra privata può puntare al titolo iridato».

Una curiosa coincidenza: il 2011 è stato un anno molto importante per tutta la formazione attuale. Matteo Baiocco ha vinto il titolo italiano, Nico Terol il Mondiale. Ci sono tutti gli ingredienti per una stagione al top, insomma.

«Sicuramente la combinazione di numeri è interessante, ma abbiamo scelto i nostri piloti secondo altri criteri – prima di tutto sicuramente la loro attitudine naturale ad essere prima di tutto professionisti, siamo molto attenti a questo tipo di percorso, poi naturalmente vogliamo piloti veloci e motivati. Nico e Matteo sono due piloti al top in questo momento, anche se ovviamente si dovranno misurare con un campionato molto duro».

«Nico ha tanta esperienza nel motomondiale, ed è stato campione del mondo, Matteo ha comunque tanta esperienza, è stato campione europeo e ha vinto diversi titoli italiani. Soprattutto conosce molto bene questa moto, che a suo tempo abbiamo contribuito a sviluppare come Team Althea, ed ha lavorato per diversi anni per portare la Panigale a diventare una moto estremamente competitiva».

I piloti del team Althea 2015: Salvadori, De Rosa, Baiocco e Terol
I piloti del team Althea 2015: Salvadori, De Rosa, Baiocco e Terol

Viene a questo punto naturale chiamare in causa Stefano Dolcetta, AD di FIAMM, per chiedergli quali sono le aspettative per quest’anno con il team Althea?

«Sicuramente siamo davanti ad una squadra di altissimo livello e di grande prestigio, conquistato per la validità della sua organizzazione a suon di risultati. Ci aspettiamo quindi che i risultati sportivi continuino ad arrivare e ci aiutino a promuovere il nostro marchio. Sono convinto che Althea sia la scelta migliore che potessimo fare – avranno una stagione positiva, glie lo auguro perché se lo meritano e perché… ovviamente è anche nel nostro interesse!»

Tanto vale allora fare il punto, vedere dove si era rimasti nel 2014 e dove siamo oggi, dopo test precampionato dall’esito decisamente soddisfacente

«E’ facile: eravamo sempre con una Ducati, anche se allestita secondo il regolamento EVO. Nei test in Spagna abbiamo avuto diverse conferme; possiamo dire di essere decisamente soddisfatti del livello raggiunto, soprattutto dopo il primo test svolto con meteo favorevole e temperature giuste. Abbiamo cercato di capire quale fosse il nostro posizionamento e ne siamo usciti, devo dire, con un ottimo risultato – una bella iniezione di fiducia per il futuro».

«Dovremo comunque lavorare molto, perché Nico manca un po’ di esperienza sulle Superbike, venendo da moto molto più leggere, mentre Matteo pur conoscendo alla perfezione la moto dovrà vedersela con avversari di altissimo livello».

Ernesto Marinelli, responsabile Ducati per il progetto Superbike, conferma il successo nei test e sottolinea la fiducia nel progetto Althea

«Sicuramente siamo stati molto fortunati, viste le condizioni perfette – mi viene da dire quasi irripetibili – trovate a Jerez, e abbiamo potuto sfruttare il vantaggio di essere stati i primi ad aver messo in pista, già lo scorso anno, la moto in configurazione 2015, ma dobbiamo anche dire che abbiamo fatto un ottimo lavoro di sviluppo, premiato dai risultati. Con il team Althea, con Genesio, abbiamo un rapporto ormai consolidato e di successo, abbiamo avuto modo di lavorare a stretto contatto sia nel 2011 che nel 2012 e quindi ci siamo ritrovati quasi subito. Insomma, vogliamo tornare ad essere campioni del mondo».

La 1199 si è dimostrata immediatamente competitiva anche con il nuovo regolamento
La 1199 si è dimostrata immediatamente competitiva anche con il nuovo regolamento

La parola passa allora ai piloti, a cominciare da Raffaele De Rosa. Cosa ti aspetti dopo tanti anni di Motomondiale e qualche stagione in Supersport.

«Sono felice di continuare nel Mondiale delle derivate di serie. Credo che la Superstock sarà un campionato di riferimento, con tanti piloti di altissimo livello con cui sono contento di potermi confrontare. Magari pensando di poter passare in Superbike nel prossimo futuro».

Anche Luca viene dalla 600, dove ha vinto un campionato italiano di altissimo livello, e debutta sulla 1000 Stock.

«Quest’anno abbiamo vinto il CIV, oltre ad esserci fatti valere nell’Europeo; il primo approccio con la mille è stato stupendo, perché con la mia corporatura la seicento mi andava un po’ stretta. E anche i risultati del primo test mi hanno soddisfatto».

Matteo Baiocco, per la prima volta pilota al Mondiale dopo anni di sviluppo della Panigale
Matteo Baiocco, per la prima volta pilota al Mondiale dopo anni di sviluppo della Panigale

Passiamo allora alla Superbike, con i due piloti che entrano sul palco a moto accesa. Prende la parola Matteo Baiocco, che la Panigale l’ha sviluppata fin dall’inizio.

«Si, è stato un onore e colgo l’occasione della sua presenza qui per ringraziare ancora una volta Marinelli per avermi reso protagonista della crescita di questo gioiello negli ultimi due anni. Sono anche contentissimo di essere arrivato dove sono adesso, in questa avventura assieme a Genesio, al team Althea – grazie a tutti i ragazzi del team. Il primo approccio è andato benissimo, la moto è eccezionale; forse siamo capitati proprio al posto giusto nel momento giusto».

E viene infine il turno di Nico Terol, ultimo campione del mondo della 125 a due tempi. Com’è stato l’approccio con una moto completamente diversa dalle GP a cui era abituato?

«La verità è che sono molto contento di questa mia nuova avventura dopo tanti anni nel Motomondiale, fra 125 e Moto2. Ringrazio Genesio per avermi accolto nel team Althea. Il primo contatto con la moto non è andato come volevo, perché causa meteo non sono riuscito a girare quanto volevo, ma mi piace davvero molto, mi diverto a guidarla e non vedo l’ora di arrivare in Australia».

Terol approda alla Superbike dopo anni - e un titolo iridato - di Motomondiale
Terol approda alla Superbike dopo anni - e un titolo iridato - di Motomondiale

Una certa modestia per un pilota che, alla quarta uscita a Jerez è riuscito a stare davanti a Baiocco, che come abbiamo detto la Panigale l’ha praticamente portata a battesimo. Matteo però resta positivo.

«Si, sono contento perché il lavoro ha dato i suoi frutti, siamo stati veloci anche con la gomma da gara soprattutto se pensiamo che i primi 4/5 piloti sono di altissimo livello. Certo, il nostro obiettivo non è vederli da dietro ma cercare di starci insieme e qualche volta davanti. Ma cerchiamo di restare con i piedi per terra, non esageriamo con le promesse».

Una squadra completa, quindi. Complimenti a Bevilacqua, che riprende la parola.

«Come dicevo prima, penso di aver dato l’opportunità giusta al momento giusto a piloti che in alcuni momenti della loro carriera credo siano stati sottovalutati per diverse ragioni. Nel caso di Nico sappiamo tutti come abbia vinto un Mondiale ma abbia poi dovuto affrontare diversi problemi come può succedere a molti piloti. Matteo ha lavorato durissimo per essere considerato un Top Rider, mostrando la predisposizione giusta; ricordiamo che è stato l’unico con una Superbike ad infrangere il muro dell’1’50” al Mugello».

E’ interessante anche avere una prima impressione dei due piloti dopo il primo test. Terol, che debutta in Superbike – da chi è rimasto impressionato?

«In realtà seguivo la Superbike anche prima, ma vedendola da dentro mi sono reso conto di quanto vadano forte i primi. Giugliano ha fatto un tempo incredibile, ma anche Rea e Sykes sono velocissimi. Insomma, dovremo lavorare, ma il feeling è buono, si tratta solo di continuare come stiamo facendo».

E l’opinione di Matteo?

«Come dicevo prima, credo ci siano 4/5 piloti ufficiali fortissimi che sono arrivati un po’ più pronti. Noi pensiamo a lavorare, gli altri faranno le loro cose – io sono contento di essere entrato nel loro gruppo, è la prima volta che ho la possibilità di misurarmi con loro, mi sento come al primo giorno di scuola anche se ci arrivo dopo un percorso piuttosto lungo. Adesso, al Mondiale, posso imparare, mentre prima potevo solo guardare da lontano. Adesso posso giocarmela».