Davide Giugliano: “Quando sono in pista do sempre il massimo”

Davide Giugliano: “Quando sono in pista do sempre il massimo”
Carlo Baldi
Davide rientrerà a Imola, nel secondo weekend di Maggio, ma nel frattempo sentiamo cosa ne pensa di questo inizio stagione
27 marzo 2015

Davide Giugliano si è sottoposto di recente a nuovi controlli medici, che però non hanno ridotto i tempi del suo recupero. In molti speravano che il pilota della Ducati potesse tornare in pista già ad Assen, ma i medici hanno detto che sarebbe stato rischioso e quindi Davide rientrerà a Imola, nel secondo weekend di Maggio.


Per quanto riguarda il pilota che prenderà il suo posto ad Aragon e Assen, il ballottaggio è tra Luca Scassa e Xavi Fores. La decisione finale è attesa nelle prossime ore, con lo spagnolo favorito rispetto all’italiano.


Nell’attesa di sapere chi salirà sulla sua Panigale, abbiamo raggiunto telefonicamente Giugliano che ci è sembrato avere il morale alto e la consapevolezza che ormai il peggio è passato. La caduta alla famigerata curva 11 di Phillip Island, che gli ha impedito di correre i primi quattro round del mondiale 2015, avrebbe potuto avere conseguenze peggiori e questo Davide lo sa. Di conseguenza guarda il bicchiere mezzo pieno ed è felice di poter tornare ad allenarsi e a contare i giorni che lo separano dal suo ritorno alla guida della rossa di Borgo Panigale.

 

Come stai? Com’è andata l’ultima visita di controllo?

«Sto abbastanza bene e sto recuperando in fretta. Speravo di rientrare ad Assen, ma i medici mi hanno detto che è meglio non rischiare e quindi penso proprio di poter rientrare a Imola, nel quinto round del mondiale Superbike. La buona notizia è che posso riprendere gradualmente ad allenarmi. Posso andare in bici e fare un poco di palestra e di pesi, ma solo  per le braccia. Naturalmente però proseguirò anche la riabilitazione con il mio fisioterapista».

 

Quant’è duro vedere le gare in TV?

«Non me ne parlare: avevo deciso di non guardarle nemmeno per non soffrire, ma poi non ce l’ho fatta ed ho seguito prove e gare in televisione. Però è’ una mazzata continua. La mia voglia di correre e di competere mi fa stare davvero male».

 

Quindi hai visto le gare della Thailandia ed un Rea che fa paura.

«In queste prime due gare è emerso che, nonostante le nuove regole, sia Kawasaki che Aprilia non hanno perso in competitività. Dicevano tutti che Ducati sarebbe stata favorita dai nuovi regolamenti, ma non è così. In rettilineo i quattro cilindri sono sempre più veloci. Però per capire quali siano i veri valori in gioco penso si debbano attendere le gare europee. Certo è che Rea con la Kawasaki ed Haslam con l’Aprilia sembrano i due piloti da battere. Però sono certo che Sykes tornerà presto alla vittoria. Rea non è una sorpresa. Chi pensava che Rea non fosse vincente con la Ninja non ha mai visto le gare della Superbike. Il suo talento è sempre stato evidente».

 

Secondo te c’è il rischio che uccida il campionato?

«No, non credo. Attualmente è quello più in palla ed ha iniziato in modo fantastico, ma siamo solo al secondo round. Il campionato è ancora lungo e tutto può succedere».

 

In Thailandia Chaz è caduto due volte. Ducati in crisi?

«Mi sembra chiaro che la pista del Chang International Circuit non fosse adatta alle nostre bicilindriche. Ciò nonostante Chaz ha cercato di stare davanti e questo vuol dire rischiare molto in ogni curva per recuperare quanto si perde in rettilineo. Per restare attaccato a moto che in accelerazione ti vanno via di 10 o 15 metri devi dare il 110% in ogni curva, in ogni staccata e qualche volta ti può andar male e puoi cadere. Nessuno può capire Davies meglio di me».
 


Quindi possiamo dire che Chaz ha fatto “il Giugliano”. Non si è accontentato.

«Sì, penso di sì. Ci sono gare nelle quali preferisci portare a casa punti ed accontentarti. Ma ora siamo ad inizio stagione ed è difficile non provarci e accontentarsi. Davies ha conquistato due podi in Australia ed è comprensibile che abbia cercato di mantenersi ai vertici della classifica».

 

Bayliss ha detto basta.

«Come sempre Troy è stato fantastico. Voleva tornare a correre e a divertirsi e lo ha fatto. Ha dato il massimo come sempre, ma chi pensava che avrebbe potuto vincere o comunque stare con i primi si sbagliava. Pensare che avrebbe potuto cancellare sette anni di inattività significava mettere in dubbio le capacità di tutti gli altri piloti della Superbike. In pista Bayliss ha dimostrato di essere ancora un campione, ma forse si sono riposte troppe aspettative sui suoi risultati, specialmente da parte dei media. Rispetto a sette anni fa il livello in Superbike è salito molto. Le gomme e le moto hanno prestazioni migliori e lo dimostra il fatto che i tempi sul giro diminuiscono costantemente. Comunque Ducati ha fatto bene a dargli la mia moto in Australia e in Thailandia, Rivederlo in pista ci ha fatto battere il cuore».

 

Manchi molto alla Superbike. E poi proprio quest’anno, che potevi essere li davanti.

«Gli scorsi anni ero veloce, ma non competitivo. Quest’anno sono più maturo, sono in una grande squadra ed ho una moto vincente. Nei test invernali sempre stato sempre molto veloce. Purtroppo quella caduta ha rovinato tutto. Sperare nel campionato è un utopia anche perché tre mesi di stop sono molti. Io sto a casa mentre gli altri sono in moto e si migliorano. Certo tornerò con una grande voglia di correre però non potrò dare subito il 100%. Dovrò riprendere per gradi e ritrovare il feeling con la mia moto. Tornare proprio a Imola mi potrebbe essere di grande aiuto. Non sarò al massimo della forma, ma si corre su una delle mie piste preferite e davanti al mio pubblico, il popolo della Ducati. La loro spinta mi aiuterà molto a tirare fuori tutto quello che potrò dare».

 

Senza accontentarti.

«Non posso andare contro la mia natura. Sto modificando il mio stile di guida per renderlo più proficuo, ma io quando sono in pista do sempre il massimo. Mi possono criticare se vogliono, ma questo nessuno lo può mettere in dubbio».

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