Trial Giaveno, risponde la FMI

Trial Giaveno, risponde la FMI
Una precisazione federale rispetto all'articolo relativo alla prima gara dell'Italiano Trial
26 aprile 2017

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, la risposta della Federazione Italiana all'articolo del nostro Andrea Buschi relativo alla prima prova del Campionato Italiano Trial a Giaveno (TO).

Buongiorno,

in merito all'articolo apparso sul vostro sito relativo alla gara di Campionato Italiano Trial di Giaveno, a nome della FMI, degli organizzatori e dei partecipanti ci sentiamo in dovere di replicare con alcune doverose precisazioni rispetto a quanto riportato e pubblicato sul Vostro sito, in data 12 aprile 2017 a firma del signor Andrea Buschi.

Lo facciamo non per alimentare polemiche, ma per doverosa precisazione e certo sorpresi dall'atteggiamento del vostro corrispondente, che è persona che conosce la specialità e le sue problematiche.

Procediamo in modo schematico:

  1. Assenza di pubblico: a Giaveno si è visto molto più pubblico che in altre prove di CITO rispetto allo scorso anno. Ovvio che il pubblico abbia seguito i top rider e meno le altre categorie, come la TR3 Over 40, alla quale ha partecipato l'autore dell'articolo.
  1. Zone con scarso contenuto tecnico e disegnate in modo sbrigativo: anche su questo punto si deve obiettare non solo perché facile non è certo sinonimo di banale, anzi. In particolare la 8 e la 10 sono diventate ad ogni giro più difficili e scivolose. In più le prove così ravvicinate hanno permesso al pubblico di seguire tranquillamente a piedi tutta la manifestazione. Piloti, tecnici e team hanno espresso pareri favorevoli come risulta dai loro comunicati ed interviste. In ultimo, se si analizza il gap tra il vincitore e l'ultimo classificato appare evidente come sia alto il divario e quindi che i valori non siano stati appiattiti ma che la selezione sia avvenuta come succede ad ogni gara titolata.
  1. Problemi delle code all'ingresso delle zone: anche in questo caso, sì c'è stata qualche coda in particolare alle zone 1-3-10 (cosa di solito normale specie se si superano i 100 partenti). La cosa è stata spiegata durante il briefing proprio per favorire il pubblico ed il suo accesso alle zone. Comunque nessun concorrente è uscito dal Fuori Tempo Massimo.

Pur essendo sensibili e ricettivi alle critiche costruttive e certi che si può sempre migliorare, la cosa più sorprendente delle opinioni di Buschi è che per sua stessa ammissione ammette che nella sua lunga esperienza come Direttore tecnico dei giovani trialisti azzurri aveva sottovalutato le problematiche organizzative, evitando tensioni e ricevendo ordini dall'alto. Questo è inaccettabile, perché il Comitato Trial della FMI ha sempre lavorato di concerto, confrontandosi con i protagonisti e le difficoltà dialogando e cercando soluzioni con i soli obiettivi della diffusione e della pratica corretta della specialità. Certo sorprende che, come ammette lo stesso Buschi “libero da impegni federali” abbia scoperto, solo adesso, che tutto va male.

Il Comitato Trial FMI
Il Consigliere Federale Fabio Lenzi
Il Coordinatore Trial FMI Albino Teobaldi

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