Supercross USA. Il carattere è l'arma vincente

Supercross USA. Il carattere è l'arma vincente
Pietro Ambrosioni
  • di Pietro Ambrosioni
Tanti fuoriclasse e piloti talentuosi nel campionato Supercross ma quello che li rende unici e li distingue uno dall'altro è soprattutto il carattere
  • Pietro Ambrosioni
  • di Pietro Ambrosioni
17 febbraio 2015
La prima notizia di questa settimana deriva direttamente dall’annullamento della Harley Davidson XR1200 Series, che fino allo scorso anno si è svolta in concomitanza con l’ormai defunto Campionato AMA Superbike. La nuova serie MotoAmerica ha però regalato una fresca opportunità al Team KWR (Kyle Wyman Racing) di ripresentarsi in pista con un buon pacchetto per i clienti/piloti. Il Team KWR aveva infatti gestito un programma di noleggio moto nella XR1200 Series per tre anni, e ora non vuole certo perdere l’occasione di legarsi ai giovanissimi attratti dalla KTM RC390 Cup. Kyle e la sua squadra offriranno dunque un buon numero di KTM RC390 pronto gara, con inclusa hospitality e servizio di assistenza in pista: un programma perfetto per chi volesse impegnarsi nel nuovo campionato ma non volesse investire i circa $10mila per la moto, più tutti gli altri costi correlati. I dettagli dell’offerta saranno disponibili probabilmente già in settimana, ma fa piacere vedere quanta trazione stiano prendendo le iniziative legate a MotoAmerica, il nuovo punto di riferimento creato da Wayne Rainey per la velocità a stelle e strisce.
 
Passando al Supercross, che è invece in pieno svolgimento, vorrei condividere alcuni pensieri e curiosità che ho raccolto “sul campo” nelle ultime prove. Nella 250 West mi ha davvero impressionato Cooper Webb, che oltre ad una velocità nettamente superiore ai diretti avversari ha dimostrato a San Diego anche un carattere degno di piloti dei tempi andati… Intendo Bob Hannah e compagnia bella. Il pilotino Yamaha ha infatti dato una gran botta in prova, tanto che ha dovuto saltare il secondo turno di cronometrate del pomeriggio per il troppo dolore. Ma alla sera ha stretto i denti: è andato cauto nella sua batteria di qualifica, per poi piazzare la zampata vincente in finale. Una prova di forza, soprattutto psicologica, perché come dicono qui “i campionati li vinci nella tua giornata peggiore”. Ora Webb avrà a disposizione più di un mese per rimettersi in forma al 100% (visto che dalla scorsa domenica è scesa in pista la 250 East) mentre Tyler Bowers, il suo principale avversario, avrà più di un mese per crogiolarsi nella delusione di una sconfitta di quelle che bruciano. Tyler era infatti scattato perfettamente in testa alla finale e sembrava destinato ad una cavalcata solitaria. Anche lui non perfettamente a posto fisicamente, sembrava finalmente poter acciuffare la prima affermazione di stagione grazie ad un passo falso dell’avversario. Che però non è arrivato, anzi…
 
Sempre restando in 250, costa Est questa volta, a Dallas sono invece andati in onda gli sbadigli. Come ampiamente previsto Marvin Musquin e la sua KTM Factory hanno polverizzato gli avversari, infliggendo al campione in carica Justin Bogle una media di mezzo secondo a giro. E Marvin non sembrava nemmeno spingere a fondo. È vero che Bogle il titolo l’ha vinto un po’ alla garibaldina l’anno scorso - dopo i forfait di Cianciarulo e Davalos - ma è anche vero che le Honda GEICO sono dei razzi e comunque la tabella numero 1 ti spinge a dare sempre un po’ di più… Ma non è basato: credo che salvo colpi di scena clamorosi (tipo Marvin che si addormenta per la noia) il destino di questo campionato sia segnato.

Affronto per ultima la 450, che quest’anno è un vero e proprio giro di montagne russe. Innanzi tutto a San Diego il Team Honda GEICO ha utilizzato le termocoperte sulle forcelle della moto di Tomac. Il loro impiego ha mantenuto costante la temperatura dell’aria nelle Showa ufficiali, un dettaglio che fa capire quanto estrema sia la ricerca del minimo vantaggio su gare così brevi e tirate.

A mezza strada tra i due si trova infine Canard. L’ufficiale Honda ha velocità da vendere ma risente ancora di un rendimento altalenante che non riesco a spiegarmi. Delle volte semplicemente scappa via e non lo vede più nessuno, imprendibile. Delle altre non è che faccia errori clamorosi o nulla di speciale, eppure rimane infangato nella zona bassa della top ten e ci mette un secolo ad arrivare nelle posizioni che contano, quando è troppo tardi. Ma il suo vantaggio è che non ha addosso la stessa pressione di Dungey e Roczen: non ha ex compagni di squadra a cui dare una lezione e non deve dimostrare nulla al suo vecchio Team.

E gli altri? L’unico che in questo momento a mio parere vede un po’ di luce in fondo al tunnel è Eli Tomac. Se ripulisce un po’ il suo stile di guida “suicida” e impara a partire bene può ancora dire la sua, o perlomeno gettare scompiglio nelle zone alte della classifica. Millsaps è tanto a disagio sulla Kawasaki quanto lo è Barca sulla Yamaha, Reed sta finendo la benzina e Seely e Baggett stanno ancora prendendo le misure alla 450, sebbene dopo Dallas sia quest’ultimo ad avere un po’ più di slancio.
 
Avremo prestissimo nuove conferme e nuove smentite: da sabato si torna per due gare consecutive ad Atlanta (dopo l’eliminazione del round canadese a Toronto) e da sempre il “pongo” rosso e argilloso del Georgia Dome favorisce i piloti dalla guida più pulita. Che ne dite, nuova doppietta KTM?
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