Ride in the USA. Al via l'AMA Supercross 2016

Pietro Ambrosioni
  • di Pietro Ambrosioni
Nella California flagellata dal maltempo sta per prendere il via il campionato Supercross 2016
  • Pietro Ambrosioni
  • di Pietro Ambrosioni
8 gennaio 2016
D’accordo con la Redazione questa settimana abbiamo fatto slittare di un paio di giorni il mio solito appuntamento del mercoledì, ma per un buon motivo: oggi (qui è ancora giovedì) c’era la conferenza stampa di apertura del campionato AMA Supercross 2016 e non potevamo assolutamente perdere l’occasione per un commento quasi in diretta, live from Anaheim California.
Prima di tutto vorrei parlare del meteo, che come forse già sapete in questi giorni è stato terribile in California. Oltre la terremoto di un paio di giorni fa ci sono stati giorni interi di pioggia a catinelle tanto che alcune zone di Los Angeles e San Diego sono andate letteralmente allagate.
 
Meno male che Anaheim è più o meno a metà strada tra le due città e la situazione qui non è stata proprio drammatica.
Resta il fatto che gli organizzatori hanno dovuto stendere le solite coperture in plastica che tirano fuori ogni volta che c’è rischio di pioggia ed allo stesso tempo per tre giorni consecutivi hanno pompato migliaia di galloni di acqua piovana dal catino centrale (mai termine più azzeccato…) dell’Angel Stadium.

Oggi per fortuna c’era un bel sole, che dovrebbe resistere ache per tutta la giornata di venerdì. Ma El Nino non vuole dar tregua e sembra che ricomincerà a piovere a catinelle proprio sabato, il giorno della gara, a partire dalle 4 del pomeriggio. Perfetto!
Due tra i top rider sicuramente non hanno paura del fango, anzi: Dungey e Barcia. Entrambi hanno mostrato di essere dei veri funamboli sul bagnato (per Barcia userei il termine “pazzo scatenato” più che funambolo…) e credo che a Centerville, Mississippi, in questo momento un certo Kevin Windham sta trastullandosi con fantasie perverse, tipo rientrare per una sola gara…

Scherzi a parte, i top rider intervenuti alla conferenza stampa di oggi sembravano tutti tranquilli e concentrati, ma sappiamo bene quale sia la vera storia. Il classico meeting di inizio anno è ormai una sagra delle ovvietà, con frasi tipo “Il campionato non si vince ad Anaheim 1 ma certamente lo si può perdere” abbondavano su e giù dal podio dove i magnifici 13 erano seduti: Tomac, Reed, Dungey, Stewart, Roczen, Seely, Canard, Pourcel, Anderson, Barcia, Bogle, Musquin e Millsaps.
Ma ci sono state anche delle considerazioni interessanti.

Roczen ha dichiarato di non essere mai stato cosi felice ed a posto con se stesso in vita sua. «Amo ogni momento della mia giornata, da quando mi alzo a quando vado a letto. In quest’ultimo anno ho imparato tantissimo e sono ad un punto perfetto della mia carriera: sono forte mentalmente e preparato fisicamente, i miei affetti e la mia famiglia non sono mai stati in condizioni migliori e sono pronto a vincere».

Anche Stewart ha regalato una chicca: «Restare fuori dalle corse nel 2015 è stato difficile ma allo stesso tempo ho avuto una piccola anteprima di come sarà la mia vita dopo il ritiro dalle corse. Questa pausa mi è servita per riscoprire me stesso ed imparare a vivere, tutte cose che quando sei dentro al tritatutto delle corse finisci per perdere di vista».

Niente da segnalare per gli altri: tutti hanno la moto perfetta, tutti non vedono l’ora di scendere in pista, tutti cercheranno di non fare errori e non infortunarsi… quando poi sappiamo che al cancelletto avranno i paraocchi e il coltello tra i denti. Ma questa è la natura dello sport che amiamo e forse non lo ameremmo così tanto senza la componente “gladiatori”, vero?

Tra le altre cose da segnalare: FOX Sports trasmetterà in diretta tutte le 17 gare ma nel 2016 le gare in diretta streaming sul web saranno due anziché una sola, ovvero St. Louis e Foxborough (Boston).
 

Per chiudere dedico una menzione all’idiota dell’anno. Durante la conferenza stampa un giornalista ha avuto la brillante idea di chiedere a Musquin quali siano le sue emozioni mentre si appresta ad affrontare la sua prima stagione in 450, sapendo che suo fratello si trova in Francia paralizzato in un letto di ospedale. In tutta la Diamond suite è calato un silenzio imbarazzato mentre Marvin provava a rispondere… senza riuscire a trattenere le lacrime. Ma come diavolo si fa a fare una domanda del genere, mi chiedo? Innanzi tutto molti piloti non vogliono pensare a incidenti ed infortuni mentre si preparano alla gara più attesa dell’anno, non perché siano disumani o insensibili, ma perché è una paura che condividono tutti, ovvero quella di farsi male e non poter più fare quello che amano. Ricordo che David Bailey una volta mi disse che dopo il suo incidente non si fece vedere nell’ambiente per diversi anni perché era ancora vivo in lui il ricordo e l’imbarazzo che provava ogni volta che Magoo Chandler li andava a trovare al test track Honda e adesso non voleva che gli altri pensassero la stessa cosa di lui.

C’è poi il fattore umano: come ti salta in mente di chiedere a chiunque di parlare in diretta mondiale di qualcosa di tanto tragico e personale, proprio nel giorno in cui tutti dovrebbero pensare solo a correre?