Nico Cereghini: “I vostri piloti indimenticabili”

Nico Cereghini: “I vostri piloti indimenticabili”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Quali piloti vi hanno colpito in modo speciale arrivando fino al cuore? Vi segnalo la mia classifica e attendo le vostre. Vale tutto: celebri e sconosciuti, vincenti oppure no | N. Cereghini
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
27 gennaio 2015

Ciao a tutti! Riguardando una vecchia fotografia, scattata a Monza tanti anni fa, mi è venuto da riflettere sui piloti buoni e quelli indimenticabili. Parliamo spesso dei piloti famosi, Hailwood e Agostini sono in cima alle classifiche della storia e Rossi gli va vicino, ma non è detto che siano proprio loro i piloti che ci hanno colpito di più: quelli, appunto, indimenticabili. Perché certe volte ti entusiasmi per un pilota di centro classifica, magari spicca nel gruppo per il coraggio nei sorpassi o per come piega o come stacca forte, e poi lo ami per tutta la vita anche se non vince niente. Quali sono i vostri piloti indimenticabili? Vi passo i primi cinque della mia personale classifica.
 

Al primo posto metto un pilota- che probabilmente non avete mai sentito nominare: Gaetano Bonali. Era un ragazzo pavese, e nella prima 500 Km di Monza, 1970, era iscritto nella categoria A (sotto i 500 cc.) con una Ducati 250 Desmo in coppia con Bernuzzi. Senza una moto, io mi mangiavo il fegato alla prima di Lesmo seguendo critico le modeste evoluzioni dei vari amatori in sella a Honda, Guzzi, Laverda, Triumph. Pochi di loro valevano il biglietto, i piloti veri li contavi sulle dita di una mano, e c’era questa Ducati che ancora ho davanti agli occhi. Sul dritto la mono arrancava e perdeva posizioni a raffica, non poteva competere, ma nelle due curve di Lesmo era una furia e con Bonali piegava il doppio degli altri. Il pilota stava raccolto sul serbatoio e quasi non lo vedevi, l’intera tribuna gridava al suo passaggio. Purtroppo, Gaetano sarebbe deceduto a Vallelunga nel ’73 cadendo alla Trincea con una SFC uguale alla mia. Andava forte, con Faccini aveva sfiorato la vittoria a Modena in aprile.
 

Valentino Rossi
Valentino Rossi


Al posto d’onore della mia graduatoria metto uno famoso: Valentino. Tante volte Rossi mi ha entusiasmato e la sua impresa del 2004 resta unica per me, però lui entra in questa particolare classifica per quello che sapeva fare nel ’96, nella stagione del debutto con l’Aprilia. Nessuno aveva mai guidato così una 125: si inventava traiettorie inedite, usava la pista anche oltre i cordoli, incendiava gli ultimi giri con sorpassi fantasiosi, si esibiva in lunghi monoruota dopo l’arrivo. Se lo seguivate anche voi concorderete sull’aggettivo: incredibile!
 

Augusto Brettoni
Augusto Brettoni


Al terzo posto ci infilo un amico vero, Augusto Brettoni. Lui non ha vinto campionati mondiali, soltanto qualche gara nazionale della Montagna e poi le 24 Ore dell’Endurance, ma se avesse avuto i mezzi sarebbe arrivato molto più in alto; aveva una classe eccezionale, una guida fluida, una sensibilità unica. Proprio quelli che sembrano andare a spasso e invece vanno più forte di tutti. Un po’ come Luca Cadalora, che occupa il quarto posto, o come Otello Buscherini che sta lì nei pressi. Due superpiloti, da tutti riconosciuti tra i grandi, e che ho potuto conoscere da vicino apprezzandoli per la bellissima guida. Luca lo conoscete tutti, Otello purtroppo se n’è andato nel ’76 al Mugello insieme al povero Tordi, quando gli spazi non c’erano e la pista era pericolosa. Lo ricordo a Imola, lui con la Yamaha 350 e io con la Suzuki RG 500 in una gara Open. Lo passavo sul dritto e mi ripassava in variante. All’uscita della Tosa mi giravo a guardarlo: nella curva da prima stava tutto in carena, schiacciato sul serbatoio, per non perdere neanche un millesimo di velocità. Fui felice di restare sotto il podio ad applaudirlo, il terzo posto lo meritava lui.
 

Luca Cadalora
Luca Cadalora


Ora tocca a voi. Naturalmente ogni classifica è soggettiva e sarà condizionata dalla vostra storia. Chi ha gareggiato ne ha viste di più, ma anche chi ha seguito le corse in tribuna o davanti alla tivù ha riconosciuto i suoi eroi. Vale tutto, anche l’off-road.

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