Mondiale Enduro. Il ritorno del gigante Meo (KTM) al GP del Cile

Mondiale Enduro. Il ritorno del gigante Meo (KTM) al GP del Cile
Doppietta per il fuoriclasse del Team Farioli. E1 divisa tra Nambotin e Remes, E3 a Bellino e Seistola. Alessandro Battig nella EJ di domenica, Redondi 2 volte secondo Polvere sabato… fango domenica
20 aprile 2015

Talca, 19 Aprile. L’intermezzo invernale di un bel Mondiale Super Enduro non è bastato. Dopo sette, lunghissimi mesi di astinenza, i fuoriclasse dell’Enduro non indugiano oltre. Si avventano famelici e divorano il primo Gran Premio della stagione 2015, dodicesima della grande era Blanchard.

In verità il Mondiale doveva partire una settimana fa dal Brasile, ma poi il GP è stato annullato ed è toccato al Cile inaugurare la stagione. Cinque classi, cento partenti, un Super Test spettacolare e “pubblico” il venerdì e due giornate di gara completamente diverse tra loro, caratterizzate da dinamiche anche molto diverse e dagli ormai immancabili colpi di scena, sempre più probabili in un clima così “tirato” e con un livello tecnico e agonistico così alto.

Insomma, a Talca, piccola città a 250 chilometri a sud di Santiago che aveva già ospitato il Mondiale nel 2012, ancora un Gran Premio “spaventoso”. Tre anni fa il terremoto di un bel Richter 7.2 aveva fatto tremare la città e il paddock nel centro.

Quest’anno, dopo un sabato di tempo non strepitoso ma buono, all’insegna quindi dell’inevitabile polverone, la pioggia è scesa copiosa, disastrando il tracciato e costringendo gli organizzatori a cancellare l’Extreme Test e a rimaneggiare l’Enduro test, senza peraltro poter far nulla perché la prova d’avvio della stagione del Grande Enduro Mondiale non fosse durissima.

Se il digiuno dei fuoriclasse durava da sette mesi, che dire della dieta a pane e acqua cui si era visto costretto Antoine Meo dopo la terribile caduta del 7 giugno, durante lo sfortunatissimo GP di Finlandia? Quel sabato il fuoriclasse francese aveva detto addio al suo quinto Mondiale, e il recupero è stato lunghissimo.

Già dalle prime prove degli Assoluti d’Italia di quest’anno, per la verità, Meo aveva messo in mostra, oltre alla sua straordinaria bravura, anche una “fame” quasi “atavica”, ma c’è voluto il primo Gran Premio della stagione per sincerarsene oltre ogni ragionevole dubbio, per rimettere tutte le cose al loro posto e per rinnovare lo spettacolo della sua inflessibile “dittatura”.

Questo, almeno, è quello che si è visto chiaramente al termine del GP cileno. Ora, la stagione è lunga, certo, e gli avversari non mancano, primo fra tutti il Campione del Mondo 2014 Pierre-Alexandre “Pela” Renet, e senza dimenticare Alex Salvini, Mondiale 2013 della E2. Bravura degli avversari a parte, comunque, e lasciando correttamente aperto ogni discorso futuro, adesso è venuto il momento di salutare il ritorno in grande stile del campione del team di Fabio Farioli, che ha vinto entrambe le giornate della classe ormai considerata “regina” del Mondiale, con due diverse, ma non “diversamente” efficaci, interpretazioni.

Dopo aver vinto anche il Super Test del venerdì, sabato Meo ha “giocato” nel suo stile più “classico”, iniziando in sordina e suonando la grancassa nel finale. Domenica, in una situazione di terreno completamente diversa e in condizioni quasi proibitive, Meo è partito forte ed ha finito stratosferico, portando sul podio di Talca oltre un minuto di vantaggio sul primo dei frustrati inseguitori. C’è da dire che Pierre-Alexandre Renet, due volte secondo, era partito magnificamente ma è caduto pesantemente durante l’ultimo giro del sabato, riportando una forte contusione addominale che, pur senza conseguenze gravi nel giudizio dei medici, ha finito inevitabilmente per incidere sul rendimento del Campione in carica. E c’è da dire, anche, che i due terzi posti di Alex Salvini sono maturati nello stesso modo, ovvero con un inizio di giornata “blando” e con un finale più efficace, segno che il reale livello di valore dell’asso bolognese è ancora tutto da scoprire.

I risultati della E1 e della E3 sono maturati in maniera molto simile. Con un dominatore “rotondo” il sabato, e con un colpo di scena la domenica. Partiamo dalla classe delle “piccole”. Sabato, i dieci secondi di penalizzazione per una candela bruciata alla partenza hanno scatenato il migliore Nambotin, che ha vinto in lungo e in largo, imprendibile e perentorio al punto che le pur belle gare di Bourgeois, Daniel McCanney e Remes sembravano meritare un discorso a parte, su un tono nettamente più basso rispetto allo “show” dell’Ufficiale KTM e detentore.

Nel fango di domenica, pronti-via, Nambotin ha commesso un errore, è caduto ed è ripartito all’inseguimento dalla decima posizione, risalendo fino alla piazza d’onore ma non riuscendo a insidiare l’Eero Remes galvanizzato dalla defaillance dell’avversario e perfettamente a suo agio nelle difficili condizioni del tracciato. Il pilota TM ha fatto sue cinque delle otto prove speciali rimaste nel programma e ha conservato quasi un minuto di sonoro vantaggio.

Analogamente la E3 del sabato cileno ha visto il ritorno di un efficientissimo Mathias Bellino, anch’egli con una difficile stagione di... convalescenze alle spalle, praticamente imprendibile non ostante uno svarione nell’ultima speciale di giornata. Niente da fare sia per Matti Seistola che per il campione del Mondo Matthew Phillips. Domenica Bellino è andato KO subito nelle prime due PS, ma soprattutto si è imbattuto nella resurrezione di Seistola che, alla guida della Sherco di Azzalin, è diventato a sua volta incontenibile facendo il vuoto alle sue spalle.

Così Bellino non è stato in grado di riproporre l’exploit di “Nambot” e si è visto escluso dal podio, che invece ha accolto Aigar Leok e Jonathan Barragan.

Quasi sicuri di dover celebrare soltanto i due secondi posti di Giacomo Redondi, senz’altro il più regolare degli “azzurri”, al termine nella EJ abbiamo dovuto riavvolgere il nastro per inchinarci alla prestazione strepitosa di Alessandro Battig. Solo quarto sabato, il pilota del Team RedMoto Honda ha preso una cantonata nella 4a speciale, ma poi ha letteralmente dilagato.

Degli altri Italiani, per la verità, poco da segnalare, a parte il “solito” Salvini. Due sesti posti per Thomas Oldrati, un sesto e un settimo per Albergoni, Mori e Philippaerts sempre attorno alla nona-decima posizione, Monni e Moroni poco meglio. C’è da lavorare. Ha fatto più bella figura il debutto Mondiale del Team Yamaha Ufficiale di Max “Gatto” Migliorati, con i due quinti di un Cristobal Guerrero non ancora pronto e con il discreto debutto del giovane Martini.

Un po’ di tristezza per quelli che mancano al Mondiale, come Balletti o Gritti, Planet o Ljunggren, ma tra i colpi al cuore, infine, c’è la situazione in cui versa Ivan Cervantes, massacrato da un vecchio problema alla spalla e da un nuovo problema ai legamenti di un ginocchio, improvvisamente e subitaneamente “girato” sabato, e purtroppo incapace di essere neanche l’ombra di se stesso.

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