EWC 2015. GP d’Italia. Giorno 1 a Rovetta: Remes, Renet e Phillips

EWC 2015. GP d’Italia. Giorno 1 a Rovetta: Remes, Renet e Phillips
Piero Batini
  • di Piero Batini
Valanga di Enduro e di folla della prima giornata del bellissimo Gran Premio d’Italia. Leader battuti dagli sfidanti, confronti sempre più ravvicinati e avvincenti, e Mondiale ogni giorno più interessante
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
21 giugno 2015

Rovetta, 20 Giugno. Forse dovremmo iniziare del Red Bull Epic Rise, la sfida dei “motorini” sulla vertiginosa salita del Super Test, ma l’evento “clou” che ha concluso la prima giornata del Gran Premio d’Italia Acerbis di Enduro è super coperto da un nostro inviato specialissimo, e sarà dunque lui a raccontarvi in prima persona il cardio-live della festa di fine giornata al Motor Party. Noi ci occuperemo della lunga prima giornata del Gran Premio di Enduro, titanica prova organizzativa del Moto Club Bergamo che, ancora una volta indiscutibilmente, si allinea alla tradizione, tutta italiana, del “noi lo facciamo meglio”!

Gatti & Co, cui per fortuna dell’Enduro non mancano le possibilità di variare sul tema, hanno eletto a teatro dell’azione un’area bellissima. Oltre le gallerie che tagliano via la parte claustrofobica del bergamasco e che si aprono sullo scenario della Valle Seriana, tra Clusone e Rovetta, Castione della Presolana e, in direzione Rovere, Bossico, c’è un angolo di mondo che è un radioso paradiso. Il Paradiso dove vivono le Moto. Alt, alt, alt, se hai una macchina non passi oltre le transenne che bloccano l’accesso ai cul de sac delle prove speciali, ma se hai due ruote sotto il sedere, allora è “Moto, avanti, prego!” e questo è già un segno che qui il mondo gira per il verso giusto.

E di altrettanti “alt!”, si sono incaricati gli sfidanti al primato delle tre classi regine del Mondiale di Enduro, che nel primo giorno del Gran Premio d’Italia hanno fermato i leader costringendoli ad accontentarsi del piazzamento. Eero Remes ha battuto Nambotin, Renet ha sconfitto Meo, e Phillips ha umiliato Bellino. Tre grandi storie della prima giornata di gara della 42ma edizione della Valli Bergamasche, su quattro giri del tracciato, oltre 200 chilometri, sette ore in sella e una inarrestabile valanga di emozioni sulla folla di spettatori. Un evento imperdibile, come non di rado accade in Italia, e immancabilmente nella Patria dell’Enduro.

Un mio grande amico, Dario, dice che non parliamo bene di Remes. Non è vero, Darione, di Remes, lasciando da parte per un momento la sua asfissiante loquacità, abbiamo sempre detto un gran bene, e semmai solo che sembravano mancargli dieci centimetri di gamba e una dose di convinzione. Recentemente avevamo detto anche che battere Nambotin, seppure in circostanze favorevoli come quelle determinate dall’infortunio che continua a minare la stagione del Campione del Mondo, senz’altro sta facendo bene al piccolo, elegantissimo finlandese. Ma, per tagliare la testa al toro, il “chiacchierone” ha pensato bene di inanellare un’altra performance straordinaria, cosicché invece di stare lì io e te a parlare del bene o del male, ci pensa lui a spiegarsi, e come di consueto senza dire una parola. Ridiciamolo: Nambotin non sta bene, stringe stoicamente i denti ma il suo ginocchio sinistro è fuori uso ed è costretto ad alternare grandi momenti agonistici a frustranti e dolorosi impasse. In questo scenario, Remes è parallelamente maturato e sta sfruttando implacabilmente la raggiunta statura agonistica (quella fisica è rimasta lì, ad un’altezza adolescenziale), in ogni spazio che gli viene concesso.

L’Ufficiale TM, lo dice Dario, se vince in Italia può diventare Campione del Mondo, e secondo questa teoria, con la vittoria della prima giornata è a metà dell’opera. Di sicuro ci sta guadagnando la spettacolare sfida tra i giganti (si fa per dire) della E1, che annebbia le retrovie dove è ormai impensabile andare a scovare un’alternativa. McCanney, Santolino e Bourgeois si confermano nella scia, ma a distanza, di una riscossa italiana neanche parlarne e, semmai, l’eroe tricolore del giorno è Jonathan Manzi, Pilota dalla carriera sfortunata ma di talento, che a Rovetta sta facendo vedere cos’è un Endurista. Il “privatone” Gas Gas sta correndo fortissimo e in modo commovente, e sfila lontano dal podio solo perché forzando l’attacco ad ogni metro ha preso dei rischi enormi che ha pagato caro, ma senza mai tirarsi indietro di un solo centimetro. Applausi.

Alla grande sfida della E2 di Rovetta sta ancora mancando Salvini. Il bolognese ha vinto la prima Speciale del giorno ma poi è rientrato nei ranghi, rafforzando l’idea che non possa andare oltre il terzo posto e che, quindi, qualcosa non va, difficile dire se si tratta e una questione tecnica o ambientale. Via libera, dunque, al confronto del secolo tra Antoine Meo e Pierre-Alexandre “Pela” Renet. Gli ufficiali cugini, KTM e Husqvarna, non sbagliano e accendono la già incandescente atmosfera della classe alternandosi ad un ritmo da capogiro. Il risultato è una serie di botta e risposta che infiammano il pubblico e che si mantiene su un livello di scarto minimo, trascurabile se si considera la delicatezza della splendida e difficile Estrema di Bossico, e che si conclude, almeno per la prima giornata, con una specie di… pareggio impossibile dal quale esce vincitore Renet. Il Campione del Mondo in carica è forse un “pela” più… caricato, e si affida al potere taumaturgico del doppio successo ottenuto in Grecia e che a Rovetta per il momento diventa serie. D’altra parte non c’è Campione che possa dormire tranquillo se in giro c’è un mastino come Antoine Meo, e la notte diventa insonne sapendo che non c’è niente che fa arrabbiare di più il franco-salernitano di una sconfitta, anche del peso trascurabile di sette secondi. Se solo si pensa che il tenore del duello è tale per cui il terzo, Salvini, è a oltre un minuto, direi che dal fronte della E2 non c’è nient’altro da segnalare, se non che Johnny Aubert ancora una volta è uscito di scena. Sfortunatamente, il fortissimo Pilota Beta è ancora alle prese con il doloroso infortunio alla schiena.

La buona notizia della E3, è che nel Matthew Phillips visto nella prima giornata di Rovetta è di nuovo riconoscibile il Campione che ha vinto la Junior e dominato la E3 un anno dopo, e che sin qui aveva alternato momenti di grande spettacolo ad altri sinceramente incomprensibili. Nonostante una scivolata nella seconda Extreme, l’australiano ha “massacrato” Bellino umiliandolo con un distacco abissale, 45 secondi, al punto da lasciare pensare che i venti punti che il francese ancora conserva sull’arrembante avversario siano in verità non un grandissimo patrimonio. Ma va detto anche che Bellino non ha dato mostra di essere particolarmente a suo agio sul palcoscenico di Rovetta. Chissà che non si tratti di una “sbandata”.

La EJ non dice granché di nuovo. Jamie McCanney ha vinto ancora, Redondi non è stato in grado di contrastarne il passo, e tra i due ex-litiganti si è infilato quello che sembra essere un nome da tenere bene a mente, quello della scoperta di Jarno Boano Steve Holcombe. Nome nuovo anche, dalla prima giornata dello stupendo Gran Premio d’Italia Made in Bergamo, in testa alla EY, la Youth Cup. Il giovane del giorno è senz’altro Mikael Persson, lo svedese che sotto la protezione di Max Miglio ha “rifilato” due minuti al povero, ma bravo, Mirko Spandre, e che gira ormai su tempi di valore assoluto. A proposito di Assoluta, la classifica “nascosta” che, si dice, potrebbe tornare già l’anno prossimo, il vincitore assoluto della prima giornata di Rovetta è, dunque “ufficiosamente”, Pierre-Alexandre Renet.

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