EnduroGP Portogallo. Watson (KTM) e Holcombe (Beta), Verona campione

EnduroGP Portogallo. Watson (KTM) e Holcombe (Beta), Verona campione
Piero Batini
  • di Piero Batini
Ancora un GP infernale ma avvincente. Come in Grecia Nathan Watson e Steve Holcombe dominano la EnduroGP. Jamie McCanney vince due volte e avvicina Josep Garcia in testa alla E2. Elowson e Freeman nella EJ, Andrea Verona “buca” l’en plein nella EY il giorno che diventa Campione del Mondo
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
24 luglio 2017

Castelo Branco, 23 Luglio. Il Gran Premio del Portogallo è sempre un po’ speciale. Il Paese è bello, l’ambiente è sereno, le Gare sono ben organizzate, e non ci sono sorprese… fa sempre un gran caldo e ne risulta un Gran Prenio torrido, afoso, duro e polveroso. L’atmosfera della vigilia, tuttavia, era turbata dall’annuncio “ferale” di Matthew Phillips, quattro Titoli Mondiali e primo Campione della Storia della nuova classe EnduroGP, deciso a lasciare il circus “Europe based” a fine anno e tornarsene in Tasmania per recuperare parte dei suoi affetti e del suo stile di vita. Non è una novità assoluta, dall’altra parte del Mondo vivono in modo anche molto diverso dal nostro, né un evento troppo inaspettato dal momento che quest’anno il simpatico fuoriclasse australiano ha perso parecchio del suo smalto e della sua proverbiale, scanzonata concentrazione. Peccato, Fabrizio Azzalin lo ha portato in Europa cinque anni fa e lo ha lanciato nel firmamento dell’Enduro, e se non dovesse riuscire a trattenere il suo ultimo pupillo, speriamo almeno che riesca a riportarcelo di tanto in tanto con gli show del suo particolare e amatissimo talento.

Ormai in pieno girone di ritorno, il Mondiale di Enduro ha scremato i suoi fenomeni e iniziato a scartare senza pietà chi non è riuscito ad elevarsi all’altezza di un Campionato che è diventato spettacolare e tecnico, come si chiedeva che fosse, ma anche impietoso con i meno preparati. Il confronto su cui si basa il Mondiale di oggi è sempre ad un livello eccezionalmente alto, forse troppo per attirare nuove leve e fare cassa. Alcune indicazioni della prima ora si sono perse in dinamiche inaspettate, anche insospettabili, altre sono subentrate dapprima in sordina come proposte, per poi confermarsi come certezze. Se da un lato il Mondiale di Enduro fa bene a preoccuparsi per i numeri, non più così favorevoli come qualche anno fa, dall’altro non c’è dubbio che la crescita tecnica della Specialità più “pura” del fuoristrada ha trovato in Alain Blanchard il suo detonatore tecnico. Ogni Gran Premio è diventato estremamente selettivo, affare per pochi e impraticabile per molti. Lo spettacolo dell’Enduro, in compenso, continua a guadagnarci, e non c’è GP che non sia avvincente e appassionante.

In Portogallo si assiste all’ennesima evoluzione del Campionato, con due modalità diverse e differentemente appassionanti. Nella classe Regina, la EnduroGP, si sono definitivamente perse le speranze di un nuovo Salvini o di un nuovo Nambotin, troppo sfortunati. Entrambi hanno in un certo modo dato forfait e si sono chiamati fuori dal confronto.

Steve Holcombe su Beta
Steve Holcombe su Beta

Steve Holcombe contro tutti, dunque, verrebbe da dire. E infatti l’ufficiale Beta si trova di fronte ogni volta un avversario sbalorditivamente competitivo, ma la sua fortuna, oltre la bravura, è che l’avversario non è mai lo stesso. Lasciando perdere Helssten, assordante protagonista del GP di Finlandia di inizio stagione ma poi pian piano sparito, prima di Holcombe sono stati “proverbiali” Phillips, poi Larrieu, una volta Nambotin e, negli ultimi due GP di Grecia e Portogallo, Nathan Watson. In Grecia Holcombe e Watson hanno spartito equamente la torta del GP, in Portogallo Watson ha vinto sabato in un modo che ha lasciato di stucco anche il suo mentore Fabio Farioli, e Holcombe la domenica, davanti al formidabile rookie Charlier, quando però Watson è scivolato oltre il decimo posto per aver rotto la leva del cambio nella seconda estrema. Sfortuna dell’inglese di KTM, fortuna dell’inglese di Beta, che ora vola con 37 punti di vantaggio su Larrieu quando mancano due Gran Premi alla fine del Campionato. La situazione è sempre più a fuoco. Phillips, due bellissimi podi “ristoratori” in risposta all’appello di Azzalin, è ancora virtualmente in corsa, ma cinquanta punti vogliono dire vincere sempre e contare che agli altri capiti una disgrazia. Per Watson, che come Holcombe ha conquistato due delle ultime quattro vittorie, l’inversione di tendenza e la stupenda esplosione sono di buon auspicio, ma come per Phillips il rapporto tra giornate di gara disponibili e punteggio da recuperare è sfavorevole. Nambotin si è arreso, quasi “ufficialmente”, alla sua sfortuna, e dietro ci sono solo gran lavoratori o fuoriclasse in annata no, vedi Redondi, Salvini, Cristobal Guerrero.

James McCanney (Yamaha)
James McCanney (Yamaha)

Nella corsa al Titolo della E2, altrettanta “chiarezza” generale, ma ben minori certezze. In Portogallo Jamie McCanney ha vinto entrambe le giornate di gara. Nei due casi sempre davanti a Josep Garcia, una volta terzo Davide Guarneri, una volta Eero Remes, redivivo ma non così… vivo. Il finlandese, “spento” dal Gran Premio di Spoleto, ha aperto le porte a un duello entusiasmante tra Garcia e McCanney, KTM contro Yamaha. Dopo due Gran Premi in equilibrio perfetto, McCanney ha restituito quella stupefacente sensazione di dominio che Garcia aveva offerto in Italia. In Portogallo il trend ravvicinatissimo tra i due sfidanti si orienta verso l’inglese, esattamente come aveva portato in primo piano lo spagnolo fino alla vigilia del GP atlantico, offrendo la migliore visione dell’incertezza che regna nella sfida della E2. Josep ha ora sei punti di vantaggio su Jamie e Remes, che è l’ultimo dei Piloti che può vantare almeno una vittoria nel Mondiale in corso, è indietro a trenta punti. Ragionevolmente, nessun altro può inserirsi nella lotta di vertice che ormai sembra consegnata ad un duello piuttosto che a un confronto a tre. Inghilterra e Germania diranno, a questo punto, se il fattore ambientale può giocare un ruolo decisivo.

La EJ è diventata uno stillicidio. Sabato ha vinto Elowson, domenica Freman. Davide Soreca, che è tutt’ora leader della provvisoria Mondiale, non vince dal sabato di Spoleto. Da allora Persson, vincitore domenica in Grecia, e soprattutto Freeman, che ha vinto cinque volte su sette, gli hanno “limato” buona parte del vantaggio accumulato nella prima parte della stagione, e ora il britannico è a 14 punti. Un risveglio totale, per il fortissimo e bravo Pilota Honda, è materia urgente.

Andrea Verona, neo campione EY, festeggiato dal team
Andrea Verona, neo campione EY, festeggiato dal team

In compenso la prima gioia “definitiva” della stagione viene dalla Youth Cup. Dopo i due sesti posti del GP inaugurale in Finlandia, Andrea Verona ha vinto tutte le giornate di gara, ben nove consecutivamente fino alla domenica di Castelo Branco. Ma quando a vincere è Leo Le Quere, Andrea Verona è già Campione del Mondo della EY, e il primo Titolo dell’Enduro Mondiale 2017 è di TM.

C’è molta aspettativa, ora, per il Gran Premio di Gran Bretagna. A parte le sfide aperte, c’è grande curiosità e molta attesa per la Gara di Hawkstone Park del 23 e 24 Settembre. Come la prima dell’anno, in Finlandia, anche il GP inglese esce dagli schemi convenzionali dell’Enduro per portarci, questa volta, nei mondi affascinanti dell’Enduro Sprint e del GNCC.

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