Dall'Igna, Ducati: “Confermate l’80% delle previsioni”

Dall'Igna, Ducati: “Confermate l’80% delle previsioni”
Giovanni Zamagni
Il direttore generale di Ducati Corse fa il punto della situazione dopo il debutto della GP15. «Inevitabilmente 500 km non bastano per trovare la messa a punto ideale, ma sono fiducioso» Gli avversari dicono che va forte e Valentino Rossi tuona: «Hanno troppi vantaggi regolamentari» | <EM>G.Zamagni</EM>
26 febbraio 2015

Punti chiave

SEPANG – L’euforia del primo giorno si è trasformata in “semplice” soddisfazione: stiamo comunque parlando di un risultato ampiamente favorevole. Ovviamente non mancano i punti negativi: quello più importante è che la GP15 si muove più del dovuto in frenata e questo ha penalizzato soprattutto Andrea Dovizioso, mentre Andrea Iannone si è trovato più a suo agio. Gli aspetti positivi sono comunque maggiori: «la moto adesso finalmente torna (gira, NDA)» per dirla con le parole di Dovizioso, «E’ molto maneggevole» per dirla con Iannone, «il potenziale è sicuramente superiore a quello della GP14» per dirla con gli uomini di Borgo Panigale.

Valentino Rossi, che ha avuto modo di fare qualche giro dietro alla GP15, dice che la moto è già competitiva, tanto da criticare i vantaggi regolamentari a favore della Ducati. Il cronometro conferma che l’inizio è stato certamente promettente, con un passo gara interessante (anche se non eccezionale), come conferma la mezza simulazione dell’ultimo giorno di Iannone: 2’00”384, 2’00”599, 2’02”442 (in questo giro Andrea ha trovato un pilota che lo ha rallentato), 2’01”024, 2’00”881, 2’01”678, 2’02”290, 2’01”924, 2’01”501, 2’01”899, 2’01”506, 2’01”717.

Cosa ne pensa l’ingegnere Gigi Dall’Igna? Ecco la sua analisi.

«Abbiamo raggiunto l’obiettivo di una messa a punto della GP15 già a livello della GP14.3? Diciamo così e così. Sicuramente abbiamo trovato un buon set up con Iannone, mentre con Dovizioso dobbiamo lavorare di più per risolvere i problemi in frenata. In sintesi posso dire di essere contento, ma non totalmente contento».

I piloti dicono che adesso la Ducati finalmente gira: cosa ha determinato questo cambiamento? la distribuzione dei pesi, il telaio, il motore?

«Impossibile indicare un solo aspetto che ha portato la moto a girare. Con la GP15 siamo partiti utilizzando lo stesso bilanciamento della 14.3, ma abbiamo finito in modo differente».

E’ andato tutto secondo le aspettative?

«Abbiamo riscontrato piccoli problemi che non ci aspettavamo ma è normale che ciò avvenga: la moto è completamente nuova e differente, non puoi prevedere tutto. Diciamo però che i commenti dei piloti hanno confermato l’80% delle nostre previsioni, mentre il 20% è ancora tutto da capire e scoprire. Dobbiamo ancora trovare la migliore configurazione della GP15».

Dovizioso ha trovato la GP15 molto migliore per maneggevolezza, ma con qualche limite in staccata
Dovizioso ha trovato la GP15 molto migliore per maneggevolezza, ma con qualche limite in staccata

Lunedì, dopo il primo giorno di test, avevi detto che sarebbero stati i piloti a decidere se correre in Qatar con la 14.3 o con la 15. Adesso puoi dire con certezza quale moto useranno?

«Non spetta a me questa decisione: come ho detto – e come ho sempre fatto – saranno loro a scegliere la soluzione tecnica che ritengono migliore. Un test per decidere è troppo poco, dobbiamo fare più chilometri. Per il momento siamo contenti, ma in Qatar dovremo fare altre prove comparative tra la 14.3 e la 15, poi prenderemo una decisione».

Quali sono gli aspetti positivi e negativi della GP15?

«La GP15 è sicuramente migliorata nelle chicane, in maneggevolezza, nella velocità in curva, ma non siamo a posto nella parte finale delle frenata. In staccata abbiamo peggiorato rispetto alla 14.3: credo che con il setting si possa fare un passo in avanti importante, anche se non posso avere la certezza assoluta. Con Iannone abbiamo trovato una base abbastanza soddisfacente: Andrea ha fatto un buon tempo ed è stato costante. Dovizioso, invece, fa della frenata il suo punto forte: peggiorare questo aspetto può essere un problema, dobbiamo riuscire a ridargli fiducia sull’anteriore».

Ritieni che debbano essere fatte modifiche importanti, tipo costruire qualcosa di nuovo?

«No, direi di no: la moto è molto giovane, in 500 chilometri non puoi trovare la messa a punto ideale. Come sempre, è tutto un compromesso: se guadagni qualcosa da una parte la perdi dall’altra, ma sono fiducioso che troveremo anche per Dovizioso un compromesso migliore in frenata».

Con che stato d’animo torni a casa?

«Sereno, perché abbiamo raccolto dati interessanti, tutti da confermare a casa con le simulazioni. Adesso si inizia un lavoro che porterà ad altri risultati».

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