Ducati Monster 797 2017

  • Voto di Moto.it 7.5 / 10
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Il "due valvole" torna ad equipaggiare la gamma Monster. La versione d’ingresso è accessibile, ben rifinita e sempre divertente alla guida. Costa un po' troppo
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
22 marzo 2017

Diavolo di una Ducati. Sono passati solo due anni da quando, con l’arrivo della 821, ci avevano convinto che la famiglia Monster avrebbe abbandonato definitivamente il motore a due valvole con cui era nata, destinato, da quel momento in poi, al solo brand Scrambler. E invece eccoci qua, pronti a salire in sella al Monster 797, che fa rientrare dalla finestra quel bicilindrico ad aria che era stato accompagnato fuori dalla porta solo un paio di stagioni fa.

E’ facile comprendere i motivi di questa scelta: il "due valvole", con la sua semplicità ed accessibilità in termini di guida, ma anche di leggerezza ed economia, è il propulsore ideale per una moto di conquista come la 797, che sfrutta in parte la piattaforma Scrambler per diventare però tutta un’altra moto. Una moto a metà fra la vecchia Monster 796 e, appunto, la gamma della Land of Joy Ducati. Diverso il pubblico, e diverso il fascino delle due moto: certamente più scanzonata la Scrambler, più Ducati questa 797 che, a distanza di 25 anni e quasi 350.000 Monster venduti, ritorna più vicina alle origini dopo una storia che - fra 600, 620, 695 e 696 - ha fatto fare tantissima strada a quella che è stata la prima naked sportiva come la conosciamo oggi.

Siamo qui, sulle strade della Costa Azzurra, fra la Corniche di Nizza e il massiccio dell'Esterel, per toccarla con mano e raccontarvi come va.

Com’è fatta

La derivazione tecnica di alcune componenti dalla Scrambler – motore e forcellone – è abbastanza evidente, ma basta uno sguardo, anche distratto, per notare come Monster 797 sia in realtà un modello in gran parte nuovo, con diversi elementi delle sorelle maggiori e lo stile inconfondibile della storica naked Ducati.

Protagonista, come sempre, è il serbatoio: era cambiato un po’ con la prima 1200 del 2014, abbandonando il gancio che lo assicurava in zona cannotto. Ducati non lo dice apertamente, ma siamo abbastanza sicuri che i monsteristi più incalliti abbiano gridato al sacrilegio, e quest’anno tutte le nuove Monster hanno recuperato quel dettaglio che, ereditato dalle 851, fin dalla nascita (nel '92) contraddistingue la nuda di Borgo Panigale. Muscoloso ed iconico nelle linee, il serbatoio (capace di 16,5 litri) torna dunque ad esprimere la potenza che caratterizzava quell’indimenticabile dettaglio che fece imparare a tutti il nome di Miguel Galluzzi.

Anche il telaio torna al passato. Sparisce l’estruso in alluminio in zona reggisella, arrivato sulle ultime versioni del Monster a due valvole, per tornare alle origini con un traliccio in tubi minimalista e filologicamente più vicino al modello originale, che, tra l’altro, recupera quello schema pivotless che caratterizzava le Ducati dell’epoca, con il forcellone imperniato direttamente sui carter motore: in questo caso, però, con monoammortizzatore laterale privo di leveraggi progressivi. L'ergonomia è decisamente più rilassata rispetto a quella che si trova su 821 e 1200, con un manubrio grossomodo coincidente nella posizione ma pedane decisamente più ribassate ed avanzate.

Il faro a profilo tondo ospita luci di posizione a LED (stessa tecnologia per il gruppo ottico posteriore), mentre la strumentazione è la consueta unità LCD che troviamo su altre Ducati, con predisposizione per il Ducati Multimedia System. Le finiture sono eccellenti, come si conviene ad una moto di questo prezzo, con qualche piccola sbavatura solo dove la vista cade davvero poco spesso – cavalletto, pedane e comandi a pedale potrebbero essere un po’ più curati, ma si tratta di peccati veniali, perché tutto il resto è davvero bello. Le verniciature sono curate, e tutte le sovrastrutture non danno mai l’impressione di particolari cheap.

Motore

Il propulsore della 797 è sostanzialmente l’unità che spinge le Scrambler: si tratta del bicilindrico Desmodue da 803 cc, superquadro (88 x 66 mm le misure caratteristiche) con raffreddamento ad aria ed Euro-4, capace di 75 CV a 8.250 giri e 69 Newton/metro a 5.750 giri  - vi potranno sembrare pochi, ma ancora una volta basta pensare al fatto che il primo Monster, quello del 1992, fermava il banco attorno agli 80. Non vi basta? Allora pensate che l'80% della coppia massima è già disponibile dai 3.500 in avanti...

L’alimentazione è curata da un singolo corpo farfallato da 50 mm, a doppio iniettore sottofarfalla per migliorare la risposta all’acceleratore. Lo scarico, tutto nuovo, è un’unità 2-in-1. Il cambio è naturalmente a sei marce, con frizione antisaltellamento servoassistita APTC multidisco in bagno d’olio. La ricerca della massima semplicità ha fatto si che Ducati abbia scelto di rinunciare a sistemi di controllo trazione – del resto non indispensabili viste le caratteristiche del propulsore – limitandosi al solo sistema antibloccaggio Bosch.

La carta d'identità della Ducati Monster 797

Potenza massima 75 cv
Coppia massima 69 Nm
Peso a secco 175 Kg
Serbatoio 16,5 L

La ciclistica

Già detto del telaio e del forcellone (unità bibraccio fusa in alluminio), vale la pena di parlare delle dotazioni in termini di sospensioni ed impianto frenante. Le prime si affidano ad una forcella KYB non regolabile, con steli da 43 mm ed escursione di 130 mm, unità molto simile a quella in dotazione alla 821. Sachs invece mette a disposizione l’ammortizzatore posteriore, regolabile in precarico molla ed estensione idraulica, con escursione di 150 mm. Il tutto per un interasse di 1.435 mm, con la sella a quota 805 mm, ed un peso di 182 kg con tutti i liquidi tranne la benzina o, se preferite, 175 a secco.

Il capitolo freni vede l’adozione di pinze Brembo monoblocco M4-32 che lavorano dischi da 320 mm all’avantreno, e di un disco singolo da 245 mm al retrotreno. L’impianto è montato su cerchi in lega a dieci razze, con pneumatici Pirelli Diablo Rosso II da 120/70 all’anteriore e 180/55 al posteriore.

Disponibilità, colorazioni e condizioni assistenza

Ducati Monster 797 è disponibile presso i concessionari in tre diverse colorazioni per la versione base: si parte della classica Ducati Red, con telaio e cerchi ruota neri (8.950 euro) per passare alle Star White Silk, con telaio e cerchi ruota rossi, e Dark Stealth, sempre con telaio e cerchi ruota neri, a 9.050 euro. Con 400 euro in più per ciascuna colorazione, ci si porta a casa la versione Plus, che offre in più cupolino e coprisella passeggero in tinta con il serbatoio e il parafango anteriore.

Gli intervalli di manutenzione previsti sono ogni 12 mesi o 12.000 km e prevedono il controllo del gioco valvole; la garanzia è di 24 mesi a chilometraggio illimitato. A breve si attende la versione depotenziata per la patente A2, con un prezzo ancora in via di definizione.

Gli optional comprendono diversi accessori, come indicatori di direzione a LED, parafango e coperchi vari in fibra di carbonio, leve e tappi telaio in alluminio ricavati dal pieno, silenziatori Termignoni omologati e racing, portatarga in alluminio, parabrezza fumé e borsa da serbatoio.

Alcuni di questi possono essere acquistati a condizioni più favorevoli attraverso i due pacchetti Sport e Urban, che raccolgono le diverse proposte per valorizzare le due diverse personalità di Monster 797.

Naturalmente presenti due selle optional, dedicate ai più e meno alti, che rispettivamente alzano la seduta di 2 5mm, rendendola nel contempo più confortevole, oppure la abbassano di 20.

Su strada

Ci si siede comodi, in sella al Monster 797, anche se inizialmente il cervello gioca uno strano scherzo. Ingannati da un manubrio che si conosce bene, vi fa mettere i piedi dove… non ci sono le pedane, che ora sono un po’ più avanzate e ribassate rispetto ai Monster che conosciamo. La posizione di guida che ne deriva è un po’ più rilassata e meno sportiva rispetto a 821 e 1200: un po’ una via di mezzo fra queste ultime e la Scrambler.

Una posizione che aiuta a prendere rapidamente confidenza con la 797: bastano un paio di curve e ci si trova immediatamente a proprio agio. La sella è relativamente bassa, i comandi tutti morbidi e azionabili comodamente, piacevoli al tocco e alla vista. Il cruscotto è chiaro e leggibile, e l’unica funzione disponibile sul modello standard - ovvero l’alternanza fra due parziali, contachilometri totale, orologio e durata del viaggio - si attiva direttamente dal blocchetto sinistro. Sul lato destro del cruscotto è presente l’indicazione della velocità media.

Il motore gira tondo e pastoso a tutti i regimi: spinge bene dai 2.000 in avanti, si irrobustisce sensibilmente a 3.500 e sale di giri allegro e corposo fin verso i 7.000, dove è preferibile anticipare il passaggio al livello successivo per sfruttare al meglio l’onda di coppia ai medi regimi. Avrà anche solo 75 cavalli, ma si sentono tutti, e anche nel misto più veloce non lo si trova mai troppo a corto di fiato. Vibrazioni poche o nulla, solo qualcosina sui transitori attorno ai 5/6.000 giri, che non disturbano ma "fanno carattere".

Spremerlo è davvero un piacere, perché l’erogazione è regolare e vivace e fa riscoprire il piacere di un motore che si riesce a sfruttare tutto. Insomma, un’unità che piacerà sicuramente a chi ha meno esperienza, a chi passa alla sua prima moto adulta o a chi magari risale in moto dopo la classica pausa di qualche anno dovuta ad impegni familiari; e che allo stesso tempo sa soddisfare i più esperti, che possono trovarvi un compagno ideale per l’uso a 360°, da quello disimpegnato in città alla sgroppata sul misto nel fine settimana. La voce allo scarico? Chiedere il tuono dei quattro valvole più potenti sarebbe ingiusto, ma la tonalità è comunque più peperina di quanto l'obbedienza alle normative Euro-4 non lascerebbe sospettare.

Con una prova veloce abbiamo anche analizzato la possibilità di carico del passeggero, che non riceve certo un’accoglienza reale, viste le dimensioni della sua porzione di sella. La sistemazione è accettabile solo per brevi percorrenze, a meno di non poter contare su uno spirito di sacrificio davvero elevato. Al contrario, invece, abbiamo verificato con un rapido sondaggio fra i colleghi tester come la posizione di guida accolga bene piloti di taglie diverse: dal metro e settantadue di chi scrive fino al quasi metro e novanta dei più alti.

Il capitolo ciclistica è quello in cui il Monster 797 brilla maggiormente. Rigida di telaio, ma bene a punto di sospensioni, la naked Ducati è un piacere da guidare in tantissimi frangenti: in città assorbe molto bene le asperità tipiche dell’arredo urbano e degli asfalti più disastrati. Bisogna proprio andare ad attaccare i tombini per sentire una risposta un po’ rigida del monoammortizzatore, mentre la forcella digerisce qualunque ostacolo.

Proprio la forcella è quella che stupisce di più nella guida sportiva. Tarata sul morbido, affonda un po’ troppo nella prima parte dell’escursione, prima che l’idraulica intervenga a sostenerla adeguatamente: la prima impressione non è delle migliori, ma bastano pochi chilometri per rendersi conto di come l’assetto, in realtà, sia davvero equilibrato.

Guidando rotondi, come del resto il 797 invita a fare, si scopre una moto che si iscrive in traiettoria rapida e leggera, e poi la segue con precisione quasi impeccabile: bisogna esagerare con la grinta nei comandi per sentirla perdere coerenza. Merito di una forcella appunto morbida, ma non troppo, e di un mono che sostiene bene in percorrenza ed uscita di curva, complice un’erogazione del motore priva di brusche scariche di coppia: sulle sinuose strade dell’Esterel abbiamo tenuto un passo davvero interessante e, lo ammettiamo, insospettabile prima della prova.

Il comparto frenante è quasi surdimensionato, ma in senso positivo: il comando al manubrio è preciso e progressivo, ed è capace di fermare il Monster 797 con una grinta degna di ben altre prestazioni. Allo stesso tempo, l’impianto – forse per la scelta di una pompa convenzionale invece che radiale – è dolce e modulabile, e difficilmente metterà in crisi i meno esperti.

Il comando a pedale, come consuetudine sulle Ducati, è invece dolce e poco potente. Poco male, perché con il freno motore di un bicilindrico un freno posteriore più potente servirebbe quasi solo a perturbare l’assetto con saltellamenti indesiderati, ma chi lo usa molto, magari per chiudere la traiettoria in curva, dovrà farci l’abitudine.

A chi piacerà il Monster 797?

E’ una domanda la cui risposta è meno scontata che in altri casi, come spesso accade con le Ducati. Il Monster 797 è evidentemente il modello d’accesso alla gamma, semplice ma efficace, e con una linea senza tempo che continua a riscuotere consensi. La dotazione non la si può definire ricca, ma c’è tutto quello che serve e dove conta la sostanza è tanta, e le finiture sono al di sopra di qualunque critica.

Le capacità che abbiamo verificato durante la nostra prova ci hanno sorpreso, perché non neghiamo di esserci accostati al 797 con un po’ di scetticismo. E invece motore e ciclistica si sono rivelati davvero gustosi: il primo non sarà prestante come le rivali, ma la seconda invece è da considerarsi un riferimento per la categoria. Anche, e soprattutto, per la capacità di sintetizzare accessibilità nelle mani dei meno esperti e prestazionalità in quelle di chi ha più esperienza.

L’unico uso per cui non ci sentiremmo di raccomandare il Monster 797 è quello più prettamente turistico in coppia, un po’ perché la protezione aerodinamica è quella che può promettere una naked (non abbiamo provato la versione Plus con il cupolino, ma dubitiamo possa farci cambiare radicalmente idea), ma anche perché la sistemazione offerta al passeggero va bene giusto per la gita al mare in giornata. D’altra parte, pretendere altro significherebbe decontestualizzare il Monster…

Il prezzo non è contenuto in senso assoluto, perché la mette in concorrenza diretta con rivali giapponesi e britanniche che offrono decisamente di più in termini prestazionali, ma ci piace ribadire come nessuna di queste – fra quelle provate – è in grado di offrire una dotazione ciclistica paragonabile, da un punto di vista qualitativo, a quella del 797. E tanto per spezzare un’altra lancia a favore di questa Monster, anche tirando il collo al motore come spesso avviene nelle presentazioni stampa, il consumo non è mai sceso sotto i 18 chilometri con un litro – scusate se è poco.

Questa Ducati piacerà insomma sicuramente a chi cerca un mezzo accessibile da un punto di vista prestazionale, facile e divertente da guidare ma non povero, oltre che ben fatto e con finiture di prestigio, più serio e… ducatistico di quanto non voglia essere Scrambler. Mettiamoci anche che si guida davvero bene e che è disponibile in versione depotenziata per neopatentati, e il quadro è completo.

Pregi e difetti

Pro

  • Stile | Guida

Contro

  • Prezzo

Maggiori informazioni:

Moto: Ducati Monster 797

Meteo: Sereno, 18°

Luogo: Nizza (Francia)

Terreno: Misto extraurbano, città

Foto: Milagro

Sono stati utilizzati:

Casco Arai QV-Pro

Giubbotto Alpinestars Pikes Drystar

Pantaloni Alpinestars Riffs

Guanti Alpinestars Corozal Drystar

Scarpe Alpinestars Faster 2

Ducati Monster 797 (2017 - 18)
Ducati

Ducati
Via C. Ducati, 3
40132 Bologna (BO) - Italia
051 6413111
https://www.ducati.com/it/it/home

  • Prezzo 9.240 €
  • Cilindrata 803 cc
  • Potenza 73 cv
  • Peso 175 kg
  • Sella 805 mm
  • Serbatoio 17 lt
Ducati

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Scheda tecnica Ducati Monster 797 (2017 - 18)

Cilindrata
803 cc
Cilindri
2 a V
Categoria
Naked
Potenza
73 cv 54 kw 8.250 rpm
Peso
175 kg
Sella
805 mm
Pneumatico anteriore
120/70 ZR 17"
Pneumatico posteriore
180/55 ZR17"
Inizio Fine produzione
2017 2018
tutti i dati

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