Yamaha Offroad Experience

Yamaha Offroad Experience
Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
Alla scoperta della scuola di fuoristrada/tour operator della Casa di Iwata con un viaggio in Galles
  • Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
26 giugno 2017

Gran bella idea la piattaforma Destination Yamaha, cui abbiamo fatto visita qualche giorno fa raccontandovene con il nostro articolo, che permette di disegnarsi il viaggio o l’esperienza motociclista desiderata con giusto qualche click sul portale della casa di Iwata. Sì, ma se qualcuno di noi decide di fare un adventure ride ed è proprio a digiuno di fuoristrada? Yamaha ha pensato anche a coloro incuriositi ma allo stesso tempo intimoriti dai percorsi enduristici, o ai motociclisti più esperti che magari cercano soltanto supporto per una bella esperienza in fuoristrada tutto incluso. Detto tra noi, chi scrive sta all’interno della prima categoria eppure, grazie alla Yamaha Off Road Experience a Llanidloes, Old Hall (Galles), abbiamo avuto il piacere di scoprire luoghi e panorami del Mid Wales che altrimenti ci sarebbero stati preclusi.

La Yamaha Off Road Experience è sia una scuola di fuoristrada, sia un adventure tour operator che organizza tour, guidati da istruttori esperti, attraverso le colline e le campagne del Galles e per questo fa parte della piattaforma Destination Yamaha. Per quanto riguarda il primo aspetto, basta arrivare alla sede per capire che qui non si scherza: uno stuolo di WR450R e WR250R bene in fila nel garage attende gli allievi che vorranno apprendere le basi della tecnica enduro, ma la parte più interessante dell’attività della Scuola è certamente l’opportunità di affrontare uno o due giorni in fuoristrada scegliendo una motocicletta tra la WR250R, XT660Z Tenerè e SuperTenerè XT1200Z per affrontare i saliscendi sterrati, i guadi, i sentieri boschivi e le immancabili greggi di pecore o di placidissimi bovini totalmente sordi sia al fascino delle due ruote che al rombo dei motori, tanto che per aprirsi un varco bisogna armarsi di pazienza e aspettare con calma che decidano di spostarsi.

Yamaha Off Road Experience offre due opzioni: la singola giornata di enduro divisa a metà tra training e ride (al costo di 250 o 100 sterline a seconda se si usi o no la moto della scuola) o il tour di due giorni con il primo giorno “training & ride” e il secondo dedicato a oltre 100 miglia di itinerario (costo: 450/180 sterline), a seconda delle capacità del cliente viene anche scelto un percorso dedicato. Chi decidesse di partecipare con il proprio mezzo ricordi che su omologazione/gomme/silenziatori la scuola non fa eccezioni e se non si dispone del proprio abbigliamento tecnico si può affittare tutto il necessario al prezzo di 20 sterline.

Il nostro adventure riding inizia con un breve training tecnico, dove Dylan Jones, (uno degli istruttori e figlio di Geraint Jones, un mito nel fuoristrada in UK anche lui coinvolto nella scuola come istruttore) ci spiega brevemente la postura, i rudimenti della guida in fuoristrada, il senso della guida sulle pedane, la tecnica sui guadi e sulle pietre dopodiché siamo pronti per partire: tra le moto a disposizione scegliamo la XT660Z Tenerè, consapevoli che domare un grosso bicilindrico come la SuperTenerè sulle mulattiere è un affare da lasciare a chi ha più esperienza specifica. Ma non c’è altro tempo da perdere, Dylan ha messo in moto la sua 450, un secondo istruttore chiuderà il gruppo e a questo punto non resta che andare a spasso per i Monti Cambrici!

Dylan ci assiste perfettamente, con estrema pazienza e risultando incredibilmente bravo a non farci sentire troppo inadeguati e troppo lenti: il percorso alterna lunghi tratti sterrati a pietraie, guadi, singletrack e ringraziamo l’intervento divino per averci concesso alcuni dei giorni più caldi e secchi dell’ultimo millennio in Galles, altrimenti saremmo ancora sotto la doccia a cercare di lavare via il fango. Dopo la prima ora il divertimento e la meraviglia per gli strepitosi paesaggi ci prendono la mano e progressivamente aumentiamo il ritmo, fiduciosi del fatto che l’intero percorso è ricavato su aree immense e scarsamente popolate su cui l’accesso o è previsto in modo esclusivo o è consentito espressamente alla Scuola.

Nonostante Dylan ci avesse rassicurato che il nostro ride non sarebbe stato particolarmente impegnativo, ricordiamo con particolare affetto il lungo sentiero scavato dai 4X4 dove restava percorribile soltanto uno stretto corridoio apicale di 20/30 cm, altrimenti il fosso era giù a braccia aperte, e qualche guado dal fondo incoerente che ha richiesto a noi tourers molta attenzione e agli istruttori qualche urla per cacciarci fuori da una situazione traballante ma, in effetti, non si è mai creato alcun vero problema; tra l’altro la 660 è una moto che regge ancora bene il confronto con molte enduro stradali e con le giuste scarpe tassellate è effettivamente in grado di portarci quasi ovunque, il freno motore aiuta nelle discese e la posizione eretta è facile da mantenere senza sforzi, il sovrasterzo in accelerazione è solo su richiesta e comunque progressivo e non si fa fatica ad entrare in sintonia con un mezzo che si rivela subito sufficientemente leggero da non intimidire i neofiti o i turisti.

Ma a metà del nostro itinerario, sfidando i sorrisi di circostanza, decidiamo di cambiare motocicletta e prendere quella che magari altri disdegnerebbero, la piccola e agilissima WR250R con la quale ci rendiamo subito conto che andiamo notevolmente più rapidi di molti dei nostri colleghi di avventura sulle 660 e 1200 (a parte qualche professionista del fuoristrada che con le SuperTenerè fa numeri mica da ridere), risparmiando energie che possiamo dedicare alla contemplazione, magari fermarci per qualche foto e poi ripartire consapevoli di recuperare il gap dal gruppo in poco tempo. Consigliatissima, se non siete degli off-road experts. Ma anche se lo siete, siamo sicuri che il divertimento di un mezzo poco impegnativo e guizzante come la, non più importata in Italia, WR250R solleticherà il vostro istinto giocherellone.

Il rientro alla sede della Yamaha Off Road Experience ci coglie impreparati e recalcitranti come ragazzini ma sono le sette di sera e da quando siamo partiti non abbiamo praticamente mai spento i motori, c’è poco da recriminare. Indecisi tra la fatica e l’entusiasmo, i volti di molti di noi sono ancora fissi in smorfie che fatico ad interpretare se per lo stupore di essere arrivati a fine giornata senza mai coricare la moto per terra o per la felicità di avere percorso un itinerario straordinario… il mio, invece, è combattuto tra l’ammirazione della stupenda Maico 490 del 1981 in condizioni perfette che orgogliosamente Geraint Jones ostentava sul piazzale della scuola, e la soddisfazione di avere portato a termine un lungo percorso fuoristrada che forse senza il supporto degli istruttori della Yamaha Off Road Experience non sarei stato in grado di compiere. Nel dubbio, come sempre, gas.

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