Ride in USA. Cartine contro GPS

Ride in USA. Cartine contro GPS
Pietro Ambrosioni
  • di Pietro Ambrosioni
In un’epoca elettronica di GPS, smartphone e tracce satellitari una piccola azienda del Colorado ha costruito un piccolo impero basandosi su un prodotto intramontabile: la cartina geografica!
  • Pietro Ambrosioni
  • di Pietro Ambrosioni
5 agosto 2015

La prima volta che ho visto una cartina Butler Maps in un negozio in California era circa il 2010. Ricordo di aver pensato: buona fortuna, se tutto va bene durate ancora un anno e poi i GPS a basso costo e le app dei telefonini vi mangeranno vivi. Ovviamente partivo da una serie di presupposti sbagliati: non tutti sono “tecnologicamente avanzati”, non sempre c’è segnale per lo smartphone, non tutti intendono spendere una piccola fortuna in un GPS per moto ed infine, c’è ancora un sacco di gente a cui piace leggere, toccare e si, ripiegare una bella mappa.

C’è poi una grande verità, che poi è anche lo slogan di Butler Maps: il tuo GPS conosce la strada, noi conosciamo le strade più belle. Tutto qui dopotutto. Ogni GPS ti porta dal punto A al punto B (in parole povere) ma con una mappa specifica e dedicata non si rischia mai di mancare qualche passaggio imperdibile. I ragazzi di Butler Maps (www.butlermaps.com) fanno proprio questo: mappe dedicate ai motociclisti, si stradali che fuoristrada, impermeabili, facili da ripiegare e contenenti un sacco di itinerari interessanti. Ogni mappa è dedicata ad uno Stato o a una specifica regione degli USA, e praticamente ogni area ad Ovest del Mississippi dove valga la pena di andare in moto è ormai coperta, più ci sono mappe di alcune altre zone “mitiche” come gli Appalachi del sud mentre altre aree sono già state parzialmente tracciate ma non ancora completate (il New England e lo stato di New York, ad esempio).

In occasione del BMW MOA Rally in Montana ho intervistato Justin Bradshaw, uno dei soci fondatori di Butler Maps, e parlando con lui son venute fuori cose molto interessanti, tra cui un’anteprima fresca fresca. In un mondo sempre più elettronico siete riusciti a creare una realtà basata su qualcosa che esiste da centinaia di anni, raccontami la storia di Butler Maps. «Io e i miei soci arriviamo tutti da una piccola città del Colorado, e siamo tutti appassionati di moto, sia strada che fuori strada. Uno dei problemi che abbiamo individuato subito è che appena esci dalla tua zona o dal tuo Stato, che conosci a memoria, non sai più dove andare per trovar delle strade più belle e divertenti da fare in moto. Più vai lontano e meno sai dove andare… A quel punto pensammo: se abbiamo noi questo problema, probabilmente lo hanno anche centinaia di altri motociclisti. Non essendoci alcuna risorsa del genere decidemmo di diventare noi quella risorsa. Fondare Butler Maps proprio durante il picco della crisi economica (tra il 2009 e il 2010 - nda) è stato un problema ma anche un vantaggio: in quel momento nessuno comprava più moto ma chi l’aveva era ben felice di spendere $15 per una bella mappa che gli dicesse dove andare per godersi al massimo il suo giro».

Quindi come avete iniziato?
«Siamo saliti in sella e dopo migliaia di km passati su ogni possibile strada che incontravamo, nel 2010 siamo usciti con la prima mappa: il Colorado. Conteneva tutte le migliori strade asfaltate del Colorado ma ben presto ci siamo allargati alle Montagne Rocciose ed abbiamo iniziato ad inserire anche le strade sterrate».

Come funziona il processo di mappatura? Selezionate una zona e via in moto?
«Dopo aver selezionato lo Stato o la zona della prossima mappa inizia tutto nell’ufficio, dove il mio socio passa letteralmente giorni, settimane e mesi online ad analizzare ogni possibile risorsa disponibile. Per esempio, la nuovissima mappa dell’Oregon la abbiamo iniziata in primavera ed è venuta pronta solo adesso, a fine luglio. Ma il processo di ricerca è iniziato molto prima, a gennaio. In pratica, una volta che abbiamo messo assieme tutto il materiale, siamo saliti in sella e per due mesi abbiamo viaggiato esclusivamente in Oregon per un totale di 25,000 miglia (più di 40mila km! - nda) tracciando le migliori strade secondo noi da fare in moto. Ma questo ha voluto dire che abbiamo letteralmente percorso ogni singola strada asfaltata disponibile, anche la più insignificante, escludendo le autostrade e i quartieri residenziali, ovviamente».

Dal momento in cui individuate un’area per la mappa fino alla pubblicazione quanto tempo passa?
«L’Oregon ad oggi è stata la mappa più veloce da realizzare, e ci abbiamo messo 6 mesi. Altre mappe hanno impiegato un anno o anche più, specialmente per via del meteo che ti permette di andare in moto solo da primavera ad autunno e poi ti devi fermare per l’inverno».

Le nostre mappe le puoi piegare cento volte e sembrano sempre nuove e te le puoi anche portare nella doccia se vuoi!

Le vostre mappe sono impermeabili e resistenti agli strappi, come le realizzate?
«Abbiamo deciso di non laminarle come fanno tanti altri ma usiamo una carta sintetica chiamata Hop-Syn che è virtualmente indistruttibile. Poche stampanti al mondo possono attualmente imprimere questo tipo di materiale. Le nostre mappe le puoi piegare cento volte e sembrano sempre nuove… e te le puoi anche portare nella doccia se vuoi!».

Le mappe costano tutte uguali? E come avete organizzato la distribuzione?
«Si, tute le mappe costano $15, una per l’altra. La vendita avviene attraverso il nostro sito internet ma anche attraverso una rete di concessionarie BMW e Ducati. Siamo presenti inoltre in molti piccoli caffè e ristoranti nelle zone giuste, ed anche presso la maggior parte dei parchi nazionali: in pratica ovunque ci sia passaggio di moto».

In occasione del BMW MOA state lanciando anche qualcosa di completamente nuovo per voi
«Si, è una app che si chiama Rever (www.rever.co - occhio, non .com!) alla quale è anche collegato un portale. In pratica in tutti questi anni gli utenti ci hanno continuato a chiedere come trasferire le Butler Maps sul loro GPS e fin dall’inizio nel nostro business plan era presente una piattaforma digitale. Ma siccome non ci piaceva il tipo di “esperienza” che l’utente avrebbe ricavato semplicemente caricando le nostre mappe su un GPS abbiamo deciso di fare una cosa tutta nostra. Il nome Rever è stato scelto appositamente per differenziarlo da Butler Maps: le mappe sono presenti nel portale, ma c’è anche talmente tanto altro contenuto che il nome Butler sarebbe stato limitante. È una community dove si può accedere all mappe, ma anche tracciare i propri giri, trovare amici, creare eventi e sfide di vario genere, e molto altro. La maggior parte della funzionalità del sito è gratuita, ma con la versione Premium, che costa $5.99 al mese (cancellabile in qualsiasi momento) si ha accesso a tutte le mappe Butler, scaricabili per uso offline quando non c’è segnale, si possono creare itinerari basti sulle mappe ed anche convertirli in formato GPX per caricarle su dispositivi GPS Garmin e TomTom».

Da 0 a 100 dove pensi di essere con Rever e quanto ancora può crescere?
«Ottima domanda… direi che siamo ancora al 50% perché abbiamo una tonnellata di nuove idee da sviluppare, tra cui qulacosa di davvero speciale che per la prima volta ci porterà nel mondo dell’hardware».

Non mi dire che state creando un GPS tutto vostro?
«No comment… Hahaha!»