Ride in the USA. Born Free Rally

Ride in the USA. Born Free Rally
Pietro Ambrosioni
  • di Pietro Ambrosioni
Uno dei raduni H-D più importanti degli USA visto dagli occhi del nostro corrispondente
  • Pietro Ambrosioni
  • di Pietro Ambrosioni
29 giugno 2016
La prima volta che ho sentito parlare del Born Free Rally (http://www.bornfreeshow.com) è stato a fine Febbraio, quando ho intervistato per Moto.it il vice presidente delle vendite di Parts Unlimited, il colosso della distribuzione americana.
 
Non sono un grande appassionato di Harley Davidson ma un evento del genere, che è arrivato alla ottava edizione, non me lo potevo certo perdere, anche perchè si è svolto a 20 miglia da casa mia questo weekend, in Southern California. Mi ha fatto un po’ effetto vedere la Valorosa, la mia vetusta PC800, parcheggiata nel bel mezzo di una marea di “American Twins”, ma a parte il caldo soffocante di fine luglio, visitare lo show è stata per me una bella esperienza.
 
L’unico problema è stato che non sapevo esattamente cosa fotografare, cosa potesse essere interessante per gli appassionati di questo genere di moto e lifestyle, quindi sono andato a istinto, rubando scatti qua e la e soffermandomi sulle moto che mi sono sembrate piu interessanti non solo come età (ebbene si, ho un debole per le moto del passato) ma anche come qualità della lavorazione e delle soluzioni meccaniche ed estetiche adottate dai preparatori.
 
Beh, in effetti una cosa in comune con questo ambiente ce l’ho: alla nuova generazione di Harleysti pare piaccia da morire il look del mitico Bell Moto3, un casco da motocross che ha popolato i sogni della mia gioventù dato che era indossato dalla maggior parte dei top rider dell’epoca, e che oggi ha trovato nuova vita nell’ambiente custom-brat-cafe racer. Al punto che molte marche ne hanno copiato forma e stile e la stessa Bell lo ha recentemente re-introdotto.
 
Tra l’altro ho scoperto solo qualche ora dopo che mi ero perso la visita lampo di Brad Pitt, ospite d’eccezione e del tutto inaspettato della manifestazione: mea culpa, non l’ho nemmeno visto anche se era li con me per tutto il tempo. Godetevi dunque la mega gallery di foto e magari fatemi sapere cosa fotografare la prossima volta…