Restaurando, seconda puntata: Honda CB 500 Four

Restaurando, seconda puntata: Honda CB 500 Four
Umberto Mongiardini
La nuova rubrica di Moto.it in collaborazione con lo specialista Soiatti Moto Classiche di Novara. Ci occuperemo del restauro della classica, tra le classiche
22 febbraio 2017

Dopo il primo appuntamento di Restaurando in cui abbiamo seguito il restauro di una Hercules K 125 GS, oggi tratteremo del restauro di una Honda CB 500 Four K1 del 1972.

La moto in questione è una di quelle classiche senza tempo, sempre di tendenza e che ha fatto brillare gli occhi a chi, negli anni '70, si avvicinava al monto delle due ruote. Negli ultimi anni le richieste per le appartenenti alla famiglia CB Four sono impennate. C'è chi le ha trasformate in cafè racer grazie alla loro versatilità, ma anche chi, come nel nostro caso, ha voluto valorizzare e riportare agli antichi splendori il capolavoro della casa di Hamamatsu. 


Nata dopo la CB 750 Four quando nessuno si aspettava la produzione di quadri-cilindriche di minore cilindrata, non deriva direttamente dalla “sorella maggiore”, con la quale condivide solo il numero e la disposizione dei cilindri, oltre alla distribuzione monoalbero con comando a catena, ma nasce da un progetto a sé stante.

La base di partenza era tutto sommato più che discreta, la componentistica era quasi al completo; all'appello mancavano l'ambitissimo scarico originale, sostituito con una soluzione 4 in 1, e la sella originale, che era stata rimpiazzata da una, sempre dell'epoca, ma in stile cafè racer. Ad un primo sguardo la moto non sembrava riversare in condizioni disperate, ma dopo essere stata lasciata ferma in un box per più di 15 anni, l'obiettivo di Soiatti, concordato con il proprietario, era quello di renderla impeccabile, bullone dopo bullone.

Si è così partiti smontando tutte le sovrastrutture, rimuovendo anche i cerchi e motore, lasciando solo il nudo telaio.
La prima operazione di restauro ha interessato il quadricilindrico superquadro, evoluzione del 750 cc che ora prevedeva una dimensione strutturale ridotta ed un numero inferiore di componenti.
Dopo tre lustri di fermo il motore risultava essere bloccato, rendendo così necessaria una revisione totale. Sono stati sostituiti i pistoni e rialesati i cilindri. È inoltre stata smontata completamente la testa per la rettifica delle valvole, delle relative sedi e si è poi proceduto con la sostituzione dei paraolio. Sono state successivamente controllate le bronzine, l'albero motore e le bielle, terminando con la sostituzione della catena di distribuzione e della catena primaria.

Una volta rimontato il motore, debitamente sabbiato e con i carter e coperchi valvole lucidati, si è passati ai carburatori che sono stati completamente smontati, lavati con lavaggio ad ultrasuoni e infine revisionati con l'installazione di quattro kit di revisione che comprendono spillo, chiusura galleggiante, polverizzatore, getto minimo, getto massimo e guarnizioni.

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Dato il lungo periodo di fermo, anche l'impianto frenante è stato sottoposto ad una attenta operazione di ripristino con la totale revisione della pompa del freno anteriore così come della pinza. Dopo i freni si è passati ai cerchi a cui sono stati smontati i raggi e mozzi. I raggi sono stati spazzolati e zincati, mentre i mozzi, così come le lame dei cerchi, sono stati lucidati, ottenendo un risultato pari a quello d'origine.
Parlando di cromature, gli ammortizzatori posteriori sono stati revisionati e la molla è stata cromata, così come i parafanghi anteriore e posteriore ed il manubrio. 

Passando alla verniciatura, lavoro assai delicato per una moto con colorazioni così specifiche, si è partiti con la totale sabbiatura del telaio che è stato riverniciato nel classico nero lucido e con la sabbiatura del serbatoio e fianchetti. La scelta cromatica è ricaduta sul classico verde Candy Jade Green a grafiche tonde, tipico della serie K1. 

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Una volta completato il lavoro di carrozzeria, si è passati al rimontaggio della moto, senza tralasciare la revisione dei tipici strumenti piccoli a fondo verde scuro e fondoscala del contagiri rosso, la sostituzione della sella con quella originale nera piatta a due posti con fodera saldata a frequenze e sono state montate le marmitte originali 4 in 4.

A progetto finito la moto sembrava appena uscita dalla catena di produzione. Vi starete però domandando quanto un restauro di tale portata possa essere impegnativo in termini economici. La sola componentistica è già di per sé molto dispendiosa, a partire dallo scarico nuovo ed originale che, da solo, ha un prezzo di svariate centinaia di euro. Aggiungete il costo per la zincatura, cromatura e per la verniciatura ed il totale non è difficile da immaginare. Per quanto riguarda la manodopera, le ore dedicate a questo profondo restauro sono state circa 120. 
A guardare le foto della moto restaurata, però, non si può certo dire che non ne sia valsa la pena; farebbe invidia a qualunque collezionista o appassionato di moto storiche.

Se voleste approfondire l'aspetto tecnico di questo modello o, più ingenerale, della Famiglia CB Four, vi consiglio di visitare l'articolo del nostro specialista Massimo Clarke

Grazie al supporto del Registro Storico di Marca Honda4Fun, a fondo galleria potrete trovare la scheda tecnica dalla CB 500 Four e i vari codici colore in cui è stata prodotta. Sul loro sito sono presenti tutti i documenti che potrebbero interessarvi in fase di restauro, tra cui libretti di uso e manutenzione, schede tecniche e tanto altro.

Avete restaurato anche voi una moto d'epoca? Mandateci le foto e i dettagli del restauro. le documentazioni più complete verrano pubblicate su Moto.it.

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