USA, vietato chiamare la BMW GS Enduro, solo Adventure

USA, vietato chiamare la BMW GS Enduro, solo Adventure
In USA la BMW pare abbia dato istruzioni alle proprie concessionarie di non usare più la parola “Enduro” ma piuttosto “Adventure” per riferirsi al segmento della serie GS
19 novembre 2014

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Ho appena letto una notizia che potrebbe benissimo essere solo un pettegolezzo. Non so se il fatto si estenda agli altri Paesi, ma in USA la BMW pare abbia dato istruzioni alle proprie concessionarie di non usare più la parola “enduro” ma piuttosto “adventure” per riferirsi al segmento che trova nella serie GS il proprio punto di riferimento.
 
Sempre secondo il suddetto pettegolezzo la parola “adventure” evoca uno stile di vita e non una disciplina specifica, rendendo il tutto più digeribile ed avvicinabile dai motociclisti meno specializzati. La parola adventure si adatta infatti benissimo anche ad abbigliamento, caschi ed accessori che invitano a viaggiare (o perlomeno a sognare) in grande, laddove invece il termine “enduro” evoca solo offroad impostato, mulattiere viscide e fangaie in stile ex-DDR.

Supponendo per un attimo che il pettegolezzo corrisponda in effetti a verità, do perfettamente ragione al marketing BMW, perché un termine ampio e fortemente evocativo aiuta a raggiungere bacini di potenziali clienti molto più ampi, non solo per le moto. BMW ha infatti coordinato in modo magistrale tutta una serie di prodotti che si rivolgono al mercato “adventure” dall’abbigliamento agli accessori, dai corsi di guida ai viaggi organizzati. Dopotutto se il segmento delle endurone stradali in questi ultimi 15 anni è prima sopravvissuto e poi rinato si deve proprio, a mio parere, alle GS della Casa di Monaco.
 

Un termine ampio e fortemente evocativo aiuta a raggiungere bacini di potenziali clienti molto più ampi


Ma se chiedete a quelli della nostra generazione di ricordare qualche modello di moto da “enduro” non vi snocciolerà KTM, SWM, Accossato, AIM, Kramit o Fantic. Quelle, per noi, sono e resteranno sempre moto da “Regolarità”: le enduro sono state per noi le moto che hanno messo in sella una generazione che ha lasciato le Vespa e il Guzzi V35 per inforcare le repliche delle regine dakariane. Dalle prime Yamaha XT alle Honda XL, dalle Cagiva Elefant fino alle piccole e medie Gilera Arizona o le Aprilia Rally. E poi le TT, le XR, le Tenerè e le Super Tenerè, le Suzuki DR (di quelle si se ne vedevano molte in mulattiera!) le Aprilia Wind e le Gilera RC600, ancora le Cagiva T4 fino alle Transalp e l’inarrivabile regina, la mai dimenticata Africa Twin.

Ecco, quelle per me, per noi “vecchietti”, erano e sono le Enduro. Moto con le quali andavi a scuola, andavi al bar, andavi  in vacanza e magari ci finivi anche a bestemmiare in mulattiera. Senza cambiare le gomme e senza nemmeno averci investito il futuro tuo e dei tuoi figli con un finanziamento “a mai”.

Magari mi sbaglio, ma fino a pochi anni fa non mi sembra che nessuno associasse il nome BMW alle moto da Enduro, sebbene le prime vere navi del deserto, le prime vere regine della Paris-Dakar fossero state le stupende GS di Auriol e Rahier tra il 1981 ed il 1985.

No, in quegli anni le GS erano delle moto un po’ strane, né carne né pesce, che in Italia vedevi una volta all’anno in estate, guidate da qualche tedescone che ci montava le borse laterali e si metteva a tracolla una gomma anteriore tassellata, da montare una volta arrivati in Sardegna o all’Isola d’Elba.
 

Quando alla fine degli Anni Novanta Yamaha, Honda e Suzuki hanno smesso di vendere le XT, le XL e le DR, BMW ha continuato a vendere ed evolvere le GS, allargando la gamma ed attirando nuovi utenti con le 800 e anche molte donne grazie alle piccole 650. Se Suzuki, Kawasaki, Ducati e Triumph, ad esempio, hanno recentemente proposto ed avuto un enorme successo con le varie V-Strom, Versys, Multistrada e Tiger, sono convinto che in buona parte debbano ringraziare BMW che ha mantenuto aperta una strada di cui tutti gli altri si erano dimenticati o disinteressati.

Giusto quindi che dalla Bavaria adesso reclamino un nome nuovo con cui chiamare il segmento più caldo del settore, e allo stesso tempo farlo proprio. Ma per quanto mi riguarda sfondano una porta aperta, perché tra la sigla GS e la parola “Enduro” sotto sotto non ci ho visto mai alcuna connessione.

Pietro Ambrosioni

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