Nico Cereghini: "Guidare senza limiti. Com’era"

Nico Cereghini: "Guidare senza limiti. Com’era"
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Sono già quasi trent’anni che esiste il limite dei 130 in autostrada. Opportuno, oltretutto era una noia anche ai 200. Invece sulle strade statali… altro che TT!
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
26 gennaio 2016

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Ciao a tutti! Salto sulla sedia mentre mi capita di leggere che il limite dei 130 all’ora in autostrada risale al settembre del 1989! Mi sembrava ieri: le discussioni interminabili dopo che il ministro Ferri aveva imposto la novità dei 110 nell’agosto 1988, la proposta dei 120 della media europea, la scelta finale della Camera per i 130 come voleva il ministro dei Lavoro Pubblici Prandini. Ma quel politico non lo ricordo. Ventotto settembre 1989, vedo che la legge era passata con 242 voti favorevoli e 165 contrari, i verdi Arcobaleno volevano i 130 nei giorni feriali e i 110 nei fine settimana, i comunisti i 120 all’ora tutti i giorni, tante parole anche allora per il solo piacere di discutere. Il tempo passa molto in fretta, faccio due conti e dico “cavoli, ma allora se uno ha meno di quarantacinque anni non ha mai guidato in autostrada senza i limiti di velocità! Chissà che fantasie si sarà fatto pensando a tutta quella libertà scippata…”. E allora ve lo dico subito: per conto mio non avete perso niente, per divertirsi un po’ in autostrada bisognerebbe andare a 250 all’ora e questo non è mai stato possibile per tanti motivi, tecnici e no.
 

Di quel periodo di velocità autostradale libera ho tanti ricordi, nessuno entusiasmante e numerosi brutti. Una volta eravamo sulla Milano-Torino, il Tanca il Gissi ed io, tutti e tre in fila per rilevare la velocità massima di tre mille sportive, e dietro un dosso troviamo una ruota sulla corsia di sorpasso. Non un copertone, proprio la ruota completa di un camion, perduta chissà come. Io scarto, il Tanketto la vede dopo e scarta all’ultimo, il Gissi passa per miracolo. Per il resto solo noia, sonno e noia, l’autostrada è sempre stata una condanna, più alta era la velocità e maggiore il rischio (tanti rischi) senza alcuna compensazione. E poi va detto che con i limiti e con i tutor oggi si viaggia tutti in relax e in sicurezza. Obiettivo raggiunto.


Rimpiango invece, se devo essere sincero, qualche sporadica sparatina sulle statali dove oggi siamo limitati ai 90. Su tante strade i novanta all’ora sono anche troppi (e infatti ti piazzano spesso il cartello dei 60) ma altrove sono davvero pochi. Non è che vorrei andare a 180, mi basterebbero 130 all’ora per divertirmi quelle due volte all’anno senza creare problemi a nessuno, ma è chiaro che il legislatore deve tirare delle medie e stabilire delle regole generali. E noi dobbiamo rispettarle.


Ecco, devo dirlo, qui i giovani motociclisti hanno perso davvero qualcosa. Guardo sul web i video del TT, le on-board dei piloti più rapidi e leggo tanto entusiasmo nei commenti. E’ roba forte, vero, ma il tracciato dell’isola a me sembra troppo veloce, inutilmente veloce e pericoloso. Sono molto più tecniche e adatte ai motociclisti le nostre strade appenniniche e alpine, e ho sempre capito –anche se non le ho mai fatte- le gare in salita di una volta. Andare forte sulle nostre strade è stata veramente una cosa speciale della mia gioventù, sarei un bugiardo se lo negassi. Si sappia che in nome della convivenza e della ragione noi motociclisti –quasi tutti, perché quelli che barano sono pochi- facciamo un grosso sacrificio che va sottolineato.

Guidare senza limiti