Nico Cereghini: “Belen sloggiata dal centro città”

Nico Cereghini: “Belen sloggiata dal centro città”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
A Milano, un maxi poster della show girl in biancheria intima è stato giudicato pericoloso, distraeva i conducenti e metteva a repentaglio la sicurezza dei cittadini. Giusto rimuoverlo, allora, ma di questo passo… | N. Cereghini
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
16 dicembre 2014

Ciao a tutti! Belen rischiava di avere sulla coscienza un bel po’ di milanesi, minimo qualche pedone e qualche scooterista spediti al pronto soccorso, e la Polizia Locale alla fine ha deciso: via il doppio maxi cartellone della Rodriguez da corso Buenos Aires. La biancheria intima e la farfallina tatuata son state giudicate pericolose. Al loro posto, all’incrocio con via Palazzi ora c’è un poster tristissimo: una modella in giacca nera che pubblicizza un orologio.


Tutto questo succedeva a Milano tra venerdì 12 e lunedì 15 dicembre all’alba. L’allarme era arrivato dal comitato di quartiere, che aveva subito allertato i vigili. La sicurezza in cima alle priorità cittadine, perbacco. «Abbiamo verificato –ha dichiarato alla stampa il comandante della polizia locale di zona 3- che molti automobilisti, invece di concentrarsi sulla guida, rivolgono lo sguardo al doppio cartellone; abbiamo chiesto alla società che ha allestito lo spazio pubblicitario di sostituire l’immagine con un’altra, meno attraente per i conducenti». Molto meno attraente, diciamolo. E mi pare di vederli, i solerti agenti, appostati all’incrocio con penna e taccuino: “Quello ha guardato? Non so aveva gli occhiali scuri ma mi pare che abbia girato un po’ la testa. Io ne ho segnati diciannove in un’ora, tu solo dieci, mi sa che non sei abbastanza concentrato…".

La Polizia: Abbiamo chiesto alla società che ha allestito lo spazio pubblicitario di sostituire l’immagine con un’altra, meno attraente per i conducenti


Nello specifico, i vigili hanno ravvisato una possibile violazione all’articolo 23 del Codice della Strada, che fa riferimento a cartelli che «possono ingenerare confusione con la segnaletica stradale, ovvero possono renderne difficile la comprensione o ridurne la visibilità o l’efficacia, ovvero arrecare disturbo visivo agli utenti della strada o distrarne l’attenzione con conseguente pericolo per la sicurezza della circolazione». E alla fine, al di là del facile sarcasmo, la mossa è da considerare opportuna: ci fosse stato un investimento o un incidente all’incrocio, allora altro che risate.


Comunque la pensiate, Belen o non Belen, la vicenda rischia di diventare esemplare. La questione è: fino a che punto la legge deve occuparsi dei nostri comportamenti? La risposta più semplice è quella che distingue tra le azioni che possono nuocere soltanto al soggetto che le compie e quelle che invece possono recare danno ad altri. Non devi bere quando guidi perché potresti ferire o ammazzare il prossimo, devi rispettare il limite dei 50 orari nei centri abitati e devi mantenere le distanze di sicurezza per ridurre le possibilità di incidente con altri utenti. E va bene. Ma, per fare un esempio, con il casco obbligatorio (misura che certamente io condivido) siamo andati oltre. Fino a che punto è giusto limitare il libero arbitrio per tutelare la salute pubblica?

 

Foto: dal Web

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