Michelin MotoGP, le risposte alle vostre domande

Michelin MotoGP, le risposte alle vostre domande
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Piero Taramasso, durante la nostra intervista, ha risposto alle domande dei nostri lettori
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
15 giugno 2016

Con Piero Taramasso, responsabile del programma sport due ruote della Casa del Bibendum, abbiamo parlato di tutte le nostre curiosità riguardo il ritorno di Michelin in MotoGP. Ma gli abbiamo anche girato le domande dei lettori che nei giorni scorsi ci hanno sottoposto i loro argomenti. Abbiamo scelto i più interessanti fra quelli che… non avevamo già chiesto noi.

Potete spiegare in linea di massima il funzionamento del C3M? Lo portate anche nelle trasferte extraeuropee oppure è presente solo nel nostro continente quando il lunedì successivo alla gara sono in programma i test collettivi? (Andrea Berrone)

«Rimane qui in Europa, le macchine sono installate qui e non sono mobili. Non posso spiegarvi il funzionamento ad un livello di dettaglio significativo perché sarebbe come chiedere a Coca-Cola di svelare la loro formula. Posso però dirvi che contrariamente a quello che molti pensano non serve tanto a realizzare pneumatici con grande rapidità, ma piuttosto ad apportare modifiche in maniera molto più veloce che con una macchina tradizionale».

Che tipo di specializzazione magistrale serve per lavorare in ricerca e sviluppo per gli pneumatici da competizione (sia auto che moto)? Una specializzazione in chimica dei materiali polimerici potrebbe essere la strada giusta da seguire all'Università? (Powerslide)

«Sicuramente è la base di partenza giusta, perché uno dei miei predecessori aveva proprio questa laurea. Quello che posso dire però è che per Michelin il titolo di studio arriva solo fino ad un certo punto, quello che conta di più sono l’esperienza e la formazione interna».

Come mai nelle prime gare i giri veloci erano a fine gara, con le gomme che sembravano addirittura migliorare, mentre nelle ultime sono i primi giri? (Neuzzo)

«In effetti è andata così, ma non per questioni di sviluppo delle nostre gomme. Il punto è che sia Barcellona che Jerez, per citare due delle ultime gare, sono circuiti vecchi, con asfalto a grip piuttosto ridotto e quindi abbiamo scelto mescole morbide, aggressive, con qualche problema di degrado in più. Il nostro obiettivo però è la costanza di rendimento, avere gomme che consentano di girare sempre molto veloci, quindi risolveremo questo problema».

ImmagineAl Mugello le gomme hanno permesso a diversi piloti di staccare il giro veloce nelle ultime tor...

Quali sono le misure delle gomme utilizzate in MotoGP? (Luca3588)

«All’anteriore usiamo un 120, al posteriore un 200, quindi le misure standard per le supersportive di oggi».

E' stato più volte rilevato come uno dei pochi punti deboli delle Michelin sia la difficoltà dei piloti nel "sentirne" il limite di aderenza nel maggior angolo di piega. State lavorando su questa criticità? (VTR46)

«Si, abbiamo già lavorato parecchio sui profili e abbiamo migliorato molto, riducendo molto il numero delle cadute. E anche i piloti ci parlano di un maggior feeling, non solo in termini di percezione ma anche perché riescono a “riprendere” la moto quando perdono aderenza. E’ vero che in passato era uno dei nostri punti deboli, ma lavorando abbiamo progredito molto».

I problemi di feeling sull'avantreno sono stati in gran parte risolti
I problemi di feeling sull'avantreno sono stati in gran parte risolti

Valentino Rossi quest'anno e specialmente nelle ultime due gare sembra ritornato lo squalo di una volta, di prima delle Bridgestone. La mia idea è che le Michelin gli giovino parecchio e che se si fosse rimasti alla Michelin, Rossi a quest'ora avrebbe vinto altri mondiali. Forse le Michelin sono meno "facili" delle Bridgestone e consentono a chi ha sensibilità superiore come Rossi (a detta anche di Goubert) di avere margine sugli avversari ? (JannP)

«Sicuramente c’è del vero, la sensibilità di Valentino gli permette di gestire molto meglio le gomme, che sono del tutto nuove e alcuni piloti iniziano a conoscere solo adesso. E’ evidente che con la sua esperienza, e tutti gli anni di carriera con Michelin, ha un vantaggio».

Quanti secondi a giro ci sono di differenza tra un pneumatico MotoGP e il migliore che proponete per i privati? (Suzuki GSX-S)

«Impossibile da quantificare. Ci sono troppe variabili in gioco, dalla moto al pilota – non vi direi un dato affidabile».

Che pressioni vengono utilizzate in media sia anteriore che posteriore? A che temperatura massima arriva il pneumatico? (Eros_nvidia)

«All’anteriore, come abbiamo detto, siamo calati da 2,5 bar a 2. Al posteriore siamo passati da 1,9 bar a 2,1 e poi scesi nuovamente a 1,7. La temperatura massima della gomma nei momenti di massimo stress cambia: l’anteriore può arrivare a 110°, il posteriore a 140».

In frenata la gomma anteriore raggiunge i 110°
In frenata la gomma anteriore raggiunge i 110°

Dopo sette anni di assenza che cosa via ha sorpreso di più nelle MotoGp attuali rispetto a quelle che conoscevate? (Lucamax62)

«La potenza dei motori è estremamente più elevata. La moto in sé, la ciclistica, sono rimaste grossomodo quelle, la potenza invece è cresciuta più di quanto ci aspettassimo. E l’elettronica si è evoluta molto, all’epoca c’era molta meno gente che ci lavorava sopra e c’erano molti meno controlli. Quello che ci ha colpito molto è stato il cambio dello stile di guida dei piloti, che frenano molto più tardi e sollecitano molto di più l’anteriore. Ci si sporge molto di più dalla moto, mentre prima restavano più in sagoma: ora la moto resta più dritta, per far lavorare la gomma sulla parte centrale o al massimo attorno ai 45°».

 

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