Maurizio Ruvolo, H-D: "Il Projet Rushmore guarda in avanti"

Maurizio Ruvolo, H-D: "Il Projet Rushmore guarda in avanti"
  • di Alfonso Rago
In attesa di dirvi come vanno, il marketing manager di Harley-Davidson Italia ci spiega quali saranno i riflessi sul mercato italiano delle novità della gamma 2014 introdotte con il Project Rushmore
  • di Alfonso Rago
23 agosto 2013

 Sulla carta lontanissime, nella realtà molto vicine. Se si indossa la casacca Harley, tra Arese – sede dell'importatrice italiana H-D - e Milwaukee quasi non c'è differenza. A parte l'accento. Stessa passione, identica bella sensazione di appartenere a un universo privilegiato, quello il mondo Harley.Nostro anfitrione per l'international press launch dei model year 2014, Maurizio Ruvolo occupa in Harley-Davidson Italia la casella di marketing manager. Un ruolo sensibile e attento ai gusti e all'evoluzione del mercato. A lui abbiamo chiesto di commentare le innovazioni introdotte in gamma dalla Casa madre.

“Proprio come voi giornalisti - ci ha detto -, anche noi scopriamo le novità dal vivo ora. Fino a questo momento si trattava solo di indicazioni viste al computer, e già così erano molto interessanti. Ma dal vivo, in tutta franchezza, diventano esaltanti!”.

Come giudica l'evoluzione compiuta con il Project Rushmore?
“Mi sembra si tratti del salto di qualità tecnico di maggior importanza di tutta la storia Harley. Non credo sia un'affermazione temeraria, se consideriamo la quantità e la qualità delle innovazioni apportate alla gamma Touring. Davvero i nuovi modelli sono ora solo parenti lontani di quelli che li hanno preceduti e proiettano l'intero marchio Harley in una dimensione inedita, in cui tecnologia e tradizione vanno a braccetto. A tutto vantaggio, è evidente, dell'utilizzare finale del prodotto”.

Maurizio Ruvolo, H-D Italia
Maurizio Ruvolo, H-D Italia


Project Rushmore si concentra sulla gamma Touring: quanto vale questo segmento per Harley in Italia?

“L'operazione Rushmore arriva in un momento importante, nel quale i maggiori competitor di Harley a livello globale hanno innalzato il livello dei loro prodotti. Mostrare quindi i muscoli serve per far capire che il nostro marchio non è fermo ma al contrario è ben concentrato e attento sul futuro. Venendo a noi, la gamma Touring vale circa il 20% del marcato Harley in Europa, ma in Italia la media scende a livello inferiori, intorno a 13%. Ovvio che ora ci sono tutte le premesse per migliorare questa performance e ci aspettiamo le prime risposte dai nostri dealer in tempi brevi, visto che le nuove moto saranno disponibili dai concessionari entro pochi giorni, a partire dal mese di settembre”.

Quindi potranno anche influire sulle dinamiche di mercato 2013?
“Lo speriamo: con i nuovi modelli sarà più vicino l'obiettivo stagionale di 5.000 unità, al quale nonostante la crisi confidiamo di poter arrivare entro la fine dell'anno”.

Ci puoi tracciare un profilo del cliente Harley italiano?
“Di solito l'immagine collegata al nostro marchio è quella di un cliente maturo, che arriva ad Harley dopo un percorso in altri ambiti: l'approccio arriva intorno ai 45 anni. In Italia la situazione è un po' diversa: la fascia d'età scende ed abbiamo molti clienti che già a 35, 40 anni hanno fatto la loro scelta; entrano in concessionaria e prendono una nostra moto. E' una dinamica che premia lo sforzo di Harley-Davidson Italia di non essere un marchio statico ed autorefenziale. Cerchiamo piuttosto di essere una community, di vivere esperienze dirette con i nostri clienti, coinvolgendoli in eventi e attività. Un bello sforzo, ma quando arrivano i risultati arriva anche la soddisfazione per il lavoro fatto”.

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