Massimiliano Mucchietto (Yamaha): “L’Italia leader in Europa molto presto"

Il Country Manager di Yamaha Italia ci spiega come sta cambiando il nostro mercato. Il Bel Paese continua a dettare tendenza e tornerà presto leader europeo anche nelle vendite
22 giugno 2015

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A Biarritz, durante Wheels and waves, abbiamo parlato coi responsabili di Yamaha che proprio in Francia hanno presentato la nuova famiglia di moto Faster sons, una serie di sport-classiche che arriverà sul mercato entro l'estate. 
Dopo gli approfondimenti con Paolo Pavesio (Direttore Marketing di Yamaha Europa) e Roberto Basile (Direttore Marketing di Yamaha Italia), pubblichiamo l'intervista a Massimiliano Mucchietto (Country Manager di Yamaha Italia; nella foto sopra è sulla destra, in compagnia di Steve Salvador della concessionaria Venezia Moto).
Massimiliano ci spiega l'evoluzione subita dal mercato interno e apre uno spiraglio molto positivo sulla crescita dell'Italia nei prossimi anni, sia a livelli di tendenze che di volumi di vendite.


La gamma Yamaha ha quattro modelli sport-classic (SR400, XV950, XJR 1300, VMAX). Che risultati vi ha dato in Italia?
«Non abbiamo risultati eclatanti dalla gamma attuale. Sono moto di nicchia, che dimostrano però l’attenzione di Yamaha verso un segmento in crescita. Non sono significativi per i numeri, ma fanno percepire la nostra presenza».

In Italia ti aspetti una grande crescita da questo segmento?
«La nostra presenza qui lo dimostra. Il segmento delle nude sta mutando e c’è tanta attenzione ai canoni estetici retrò, che però per noi devono dare tanta sicurezza e contenuti tecnologici moderni».

Yamaha progetterà moto classiche per il mercato globale o specifiche per l’Europa?
«In passato Yamaha ha sviluppato una serie di prodotti per il Far East, a partire dall’Indonesia. In seguito la Casa giapponese ha cambiato rotta ed è tornata a pensare le moto per l’Europa e per l’Italia in particolare. Si è infatti compreso che l’Europa ha un ruolo fondamentale per trascinare il brand. Se un marchio è forte in Europa, lo sarà anche nei mercati asiatici. L’Italia è un traino fondamentale e non solo in fatto di tendenze: sono certo che l’Italia tornerà a essere il numero uno in Europa nel giro di pochi anni».

Come sta cambiando il mercato nel nostro Paese?
«Da noi le moto nude sono state un fenomeno importantissimo. Un certo tipo di naked è nato proprio qui con la Ducati (Monster, nda). In Francia e in Germania andavano invece moto più razionali, con le semicarene. Ma oggi le cose stanno cambiando. Vediamo come il vintage sta rimpiazzando le nude. Lo dimostrano i successi di Ducati Scrambler, ma anche delle nostre MT-09 e 07 che offrono una concezione diversa».

Quanto durerà il fenomeno delle modern-classic?
«Queste moto ci sono sempre state. La XJR è da anni nel nostro listino, ma i volumi li facevamo con la Fazer. La tendenza dei giovani è invece diversa. In pista ci va gente vecchia. I ragazzi di 20 anni guardano la SR400. La R1 è bellissima, ma una buona fetta dei giovani vede belle le moto dalla linea classica. Non le supersportive».

Sulla base MT-09 e MT-07 si possono fare belle moto classiche?
«Tu cosa dici? Credo di sì. In moto ti devi anche divertire, no? Vogliamo mettere prestazioni da moto vera anche nelle nostre classiche che arriveranno davvero a breve sul mercato».

Ti è piaciuto Wheels and waves?
«All’inizio ero prevenuto, ma mi sono dovuto ricredere. Qui ho trovato l’essenza del motociclismo. Non ho trovato uno spirito così in nessun altro evento. È davvero coinvolgente. Capisci perché i giovani impazziscono per queste moto. Le Case devono cogliere questo trend e vivere questo fenomeno dal vivo, non dalla scrivania dell’ufficio o per sentito dire. Qui ogni scelta è fatta col cuore».

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