Luca Sacchi, Piaggio: «eBike, evoluzione inevitabile della mobilità urbana»

Luca Sacchi, Piaggio: «eBike, evoluzione inevitabile della mobilità urbana»
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Il responsabile del progetto WiBike ci racconta l’ingresso di Piaggio nel settore delle bici a pedalata assistita
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
26 maggio 2016

L’occasione è informale: Parco Sempione, Bar Bianco, una mattina di fine maggio. Lo scenario ideale per iniziare la prova della nuova Piaggio WiBike, il mezzo che segna l’esordio della Casa di Pontedera nel segmento delle biciclette a pedalata assistita, ovvero la nuova frontiera della mobilità urbana, per non parlare di tutte le applicazioni sportivo/diportistiche di cui vi abbiamo raccontato in occasione del BikeUp di Lecco.

A parlare, presentato da Filippa Lagerback (appassionata ciclista, nota al grande pubblico per la sua partecipazione a Che Tempo che Fa) è Luca Sacchi, Head of Strategic Innovation del Gruppo Piaggio ma anche responsabile del progetto WiBike, in attesa di passare alla prova pratica.

E’ lui che ci spiega tutto, iniziando dal perché il marchio di Pontedera abbia deciso di impegnarsi in questo nuovo segmento.

«Perché la bici elettrica? Facile: perché si tratta di un mezzo che offre caratteristiche di sostenibilità e di benessere – sotto forma di attività fisica – perfettamente in linea con i canoni di Piaggio. La bici è una tecnologia che risale al 1800, che da allora è cambiata, si è evoluta costantemente, tornando di prepotenza negli ultimi tempi per queste doti di sostenibilità, economicità e contributo al benessere fisico di chi le usa. Capite bene che Piaggio, da sempre protagonista della Smart Mobility, non poteva non affrontare questa sfida».

«Il nostro impegno serve a proporre un mezzo per superare i limiti della bici convenzionale in termini di rapidità degli spostamenti, senza definire un mezzo poco appetibile come la maggior parte del parco circolante attuale: la nostra eBike vuole proporsi ad un bacino d’utenza più ampio di quello tradizionale di mezzi del genere. Insomma, non vuole essere una bici che piaccia solo agli anziani o a chi abbia problemi motori: volevamo creare un mezzo che piacesse anche a un pubblico giovane, elegante e dinamico».

In effetti, già al primo sguardo, la WiBike appare diversa e ben più raffinata della media delle proposte in questo segmento.

«La nostra è una eBike diversa già sul piano dell’appeal estetico. E’ bella, diretta ad un cliente più esigente da un punto di vista estetico almeno quanto da quello della sostanza: non è un mezzo "triste" – passatemi la licenza – come tante altre proposte del settore».

«La bici elettrica è l’evoluzione inevitabile dell’attuale mobilità urbana. Noi abbiamo voluto creare un mezzo di alto livello, con diverse soluzioni tecnologiche all’avanguardia – direi che sia la prima eBike per cui si possa parlare di Internet of Things, e che possa venire considerata un vero e proprio attrezzo da allenamento se la si vuole usare in quest’ottica. Basti pensare che grazie all’integrazione fra lo smartphone, la strumentazione della bici e il suo motore elettrico è possibile stabilire un obiettivo di calorie da consumare, e sfruttare il sistema a contribuzione variabile per il motore elettrico in maniera tale da raggiungere l’obiettivo».

«Ma l’interconnessione è anche un efficacissimo deterrente contro il furto, perché per esempio batteria, cruscotto, motore e smartphone sono identificati da un codice unico: la WiBike viene “inizializzata” all’atto dell’acquisto, e se solo uno di questi componenti viene rubato, o in generale si scollega o si allontana dagli altri, il mezzo diventa inutilizzabile».

Il tutto, naturalmente, senza dimenticare il normale uso urbano.

«Ovviamente: la WiBike è pensata per svolgere l’impiego elettivo di questi mezzi come e meglio degli altri. Pensiamo al fatto che rispetto ad una normale bicicletta, che i puristi giustamente continuano a sostenere, la nostra WiBike permette di arrivare più rapidamente oppure senza sudare e diventare quindi… impresentabili per l’ufficio. Ma se preferite potete utilizzarla come strumento di fitness per allenamenti specifici, o magari unire le due cose. E di nuovo, abbiamo pensato ai problemi specifici delle grandi città dotandola di doppia scheda GPS + GPRS: quando il proprietario si allontana con lo smartphone associato, la bici manda segnali al proprietario attraverso la app ed SMS se viene spostata».

«E poi non potevamo non sfruttare questa integrazione con gli smartphone, e quindi le funzioni di connettività, per trovare un aspetto social nella nostra WiBike, offrendo la possibilità di condividere i percorsi e gli allenamenti fatti con gli amici. Insomma, un prodotto sicuramente raffinato tanto in termini di realizzazione che di funzioni offerte».

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