LifeMotorcycle: tour and racetrack experience

LifeMotorcycle: tour and racetrack experience
Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
Una settimana di pura passione motociclistica "all-inclusive" nella Grecia continentale
  • Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
4 luglio 2017

"Se la noia e la monotonia pervadono le giornate di coloro che inseguono la sicurezza, l’insonnia e gli incubi infestano le notti di chi persegue la libertà. In entrambi i casi, la felicità va perduta” (Z. Baumann)

Godere non è peccato. Contrariamente a quanto millenni di indottrinamento (trasversale a molti culti praticati su questo pianeta) hanno tentato di farci credere, non esiste una colpa legata al piacere, non c’è prova razionale di un futuro, severo, giudizio punitivo per quanto e come abbiamo goduto e sopratutto abbiamo le prove del contrario: godere rende felici, espande gli orizzonti, aggiunge gusto alle passioni e scaccia la noia, avvicinandoci di una frazione di spazio alla libertà.

Se siete dei motociclisti, probabilmente, sapete già tutto; del resto nulla è più vicino al superfluo di una moto e nonostante questo poche altre cose le si avvicinano in termini di ampiezza delle sensazioni appaganti che può suscitare: montagna/pista/tappone/bar/notti in garage/sterrato; tutto fa gioia, e viene solo da dire magari fosse sempre così semplice.

O forse sì: ho una cosa da raccontarvi. Ho avuto la fortuna di trascorrere quattro giorni in Grecia con Lifemotorcycle tour and racetrack experience ed è stata una “experience” di pura passione motociclistica, in pista e su strada.

Un momento del tour
Un momento del tour

Cos’è Lifemotorcycle: è una giovane organizzazione (nata nel 2017) che propone corsi di guida veloce in pista nel circuito di Serres, in Grecia, abbinandovi un tour motociclistico a scelta tra Peloponneso, Delphi/Meteora o Zagori. E’ possibile anche scegliere di fare solo i track days o solo il tour, ma perché soffrire?

La proposta potrebbe - in certi casi – intimidire i motociclisti come me non avvezzi ai cordoli dei circuiti: cioè, non vedo l’ora di fare il tour ma che ci vado a fare in pista se mi passano da tutte la parti e il piacere di guida è pari a zero (principalmente per mancanza di tecnica)? Sull’aereo per Salonicco non nascondo di essere stato in qualche modo turbato da questo dubbio ma terminato il primo turno in circuito era già tutto superato, in semplicità.

I Track days: il circuito di Serres

Nella proposta “racetrack” di Lifemotorcycle è compreso l’indispensabile per godere, e forse ne avanza: moto (Yamaha YZF R6 2016 o Honda CBR 600RR 2016 gommate Pirelli SC2), tre giorni di circuito in totale esclusiva (noi per ragioni logistiche siamo arrivati solo al secondo giorno), due istruttori certificati FMI, carburante, medico, fotografo, bibite varie, snack energetici e proteici, meccanici, personale di pista. Durante i nostri track days era presente come istruttore aggiunto e guest star, tanto per mettermi sulle spalle una tonnellata di ansia da prestazione in più, Alex De Angelis appena sceso dalla sua Kawasaki ZX-10RR dopo la gara del mondiale Superbike a Misano.

Per l’alloggio è stata selezionata una struttura 4 stelle a 15 minuti dal circuito, dove non manca nulla per rilassare la moglie o figli che volessero restare in albergo anziché seguire dai box i nostri turni di guida; io ero da solo ma capisco che in effetti si è proprio pensato a tutto, pure ad un personal trainer che ogni mattina cura il “risveglio muscolare” prima della lunga e calda sessione in pista, e a fine giornata il defaticamento e lo stretching, chapeau.

Giunti in circuito, gli istruttori Lorenzo Campani e Nicola Bollea ci introducono al tracciato greco e suddividono i piloti a seconda delle loro capacità: il sottoscritto si dichiara immediatamente un volenteroso principiante disposto a perdere le proprie sicurezze a favore di un grammo di felicità e gli viene quindi immediatamente garantito un supporto diretto e personale: subito in pista con Nicola a farmi da guida e osservatore per capire quanta strada separi il mio ginocchio dall’asfalto: venti minuti gli sono sufficienti a per individuare tutte le mie carenze in fatto di posizione di guida, traiettorie, tecnica; ammetto che speravo meglio ma forse il fatto di avere calcato un autodromo l’ultima volta 7 anni fa ha il suo peso.

L’intero giorno viene quindi speso a correggere ed imparare, rivedere in video gli errori commessi, sfruttando i turni per costruire una base sulla quale lavorare il giorno successivo per rendere efficace, e divertente, la guida. Ogni giro sarà un miglioramento piccolo ma evidente; il vantaggio di avere un istruttore a guidare nell’apprendimento rende ogni curva costruttiva e riesce a strappare un largo sorriso infranto dalla delusione della bandiera a scacchi. Se pensavo di rimanere intimorito dalla pista, l’approccio degli istruttori e l’assoluta tranquillità del contesto mi hanno invece messo nelle migliori condizioni per affrontare i turni successivi con una voglia incolmabile di gas. Si ricomincia dopo mezz’ora ma ho ormai addosso la fame chimica di riprendere in mano la pista e ripartirei subito, tuttavia le necessarie pause vengono fatte responsabilmente rispettare e ne approfitto per fare il punto sul tracciato.

Il circuito di Serres è una bella sorpresa: 3186 metri, largo tra i 15 e i 12, ottimo grip a dispetto dell’asfalto in alcuni punti disomogeneo, tecnico quanto basta per essere istruttivo e per nulla lento dato che nel rettilineo di circa 700 metri si arriva ad inserire la sesta (sulle 600 e solo i più efficaci...). Si gira verso destra, con una curva iniziale da raccordare alla successiva, quindi sempre in piega a sinistra per le K3 e K4 prima del tornante destrorso che conduce ad una doppia esse che introduce alle K9 e K10 sempre in piega verso sinistra; strizzate la seconda e la terza arrivano le K11 e K12 da raccordare per lanciarsi verso il curvone a destra K13 dove è il gran grip a stupire. Un’altra esse da percorrere in terza marcia lancia verso la K16, una semicurva a destra dove i più veloci hanno già inserito la quarta, si passa davanti ai box e poco dopo si cerca un riferimento per la staccata. Il tracciato è sicuro, con spazi di fuga adeguati e si sviluppa senza particolari saliscendi pur rimanendo, a detta di tutti i partecipanti, molto divertente; una rassicurante strip per i dragster a termine del rettifilo principale rende perdonabile qualche follia nella staccata più impegnativa del giro: aggiungeteci 18 box ampi e servizi di buon livello e capirete perché è frequentato tutto l’anno a dispetto dell’accesso alla corsia di rientro ai box che impone di rallentare proprio in traiettoria.

Non ci si rigira i pollici tra un turno e il successivo, innanzitutto c’è il valore aggiunto della presenza di Alex De Angelis: solo vederlo guidare “da dentro” è uno spettacolo che riempie gli occhi e il cuore di ogni appassionato ma nonostante abbia passato il giorno a confrontarsi con gli allievi più rapidi ha consigli anche per me, tra l’altro elargiti con misura e consapevolezza rare. Mi spiega che l’indomani, dopo che avrò metabolizzato tutte le tecniche e instaurato alcuni automatismi, mi dedicherà il suo tempo per permettermi di fare un salto di qualità. Io ho passato da un pezzo i quaranta e l’età mi obbliga a restare calmo, però l’emozione è autentica. Tra lezioni teoriche sulle forze che regolano la dinamica della motocicletta e altri tre turni di guida dove si affina sempre più la conoscenza della moto, di se stessi e del tracciato, arriviamo al tramonto.

Il giorno successivo arrivo in circuito carico. Molto carico.

Tuttavia mi rendo conto che invece di essere esagitato, invece di avere passato la notte in preda agli incubi e insonne, sono riposato e lucido, con chiaro in mente tutto ciò che mi è stato insegnato ieri e discretamente pronto a rassegnarmi se non farò alcun altro ulteriore passo avanti nella guida; tanto fino ad adesso mi sono veramente divertito senza avere preso nemmeno un rischio e ho girato certamente molto più forte di quanto avrei fatto se fossi arrivato a Serres da solo. Insomma, ho già vinto il primo premio nella categoria “46 anni - all-rounder”. Unico concorrente, ovviamente. Gli altri allievi andavano dal crossista per la prima volta in circuito a veri e propri esperti della velocità che hanno ammesso di avere trovato numerosi spunti per perfezionarsi.

Massimo, uno dei meccanici, è in circuito dalle sette del mattino per fare i cambi gomme e controllare se tutte le moto sono in ordine: è il momento di tributargli un grazie di cuore anche perché nessun imprevisto alle motociclette ha turbato il nostro divertimento.

Carico, dicevamo.

Un giro da passeggero per rinfrescarsi la memoria sulle traiettorie
Un giro da passeggero per rinfrescarsi la memoria sulle traiettorie

Lorenzo Campani mi porta con sé per un giro come passeggero su di una Yamaha MT-09 per chiarirmi ancora una volta di più le idee, quindi inizia il terzo (per noi “ritardatari”, il secondo) giorno di corso, sciolto e molto più disinvolto rispetto a ieri: girare con la guida Alex De Angelis mi dà ulteriore motivazione e grazie a continui confronti, ai suggerimenti puntuali e precisi arrivo rapidamente a scegliere traiettorie migliori e più scorrevoli, le ginocchia iniziano a scivolare sull’asfalto e la soddisfazione aumenta fino a toccare la zona rossa dell’euforia, senza che nessuno mi abbia mai chiesto di andare alla cieca oltre il mio limite. Onestamente, non pensavo: migliorare così tanto in così poco tempo; la riflessione va sopratutto al fatto che tre giorni su un circuito con gli stessi istruttori ed in esclusiva (opportunità difficilmente replicabile su un circuito di alto livello in Italia, per ragioni di costi), senza doversi curare di nulla se non guidare e apprendere, sono condizioni ideali. Ho stravolto la mia guida, andando ben oltre quanto avrei sperato, barattando un po' delle mie sicurezze in cambio di pura felicità motociclistica.

Tour experience

Rapido trasferimento aereo ad Atene il giorno successivo per un assaggio di quanto proposto nella “tour experience” di Lifemotorcycle: in sella alle Ducati Multistrada 950 e grazie alla collaborazione di Ducati Atene puntiamo decisi verso Loutraki e lo stretto di Corinto, non prima di avere toccato la magia dell’Acropoli. Il tour “Peloponneso” in verità è piuttosto lungo, una settimana, e non si concilia con le nostre esigenze logistiche, quindi a malincuore percorriamo la strada che ci porta fino a Capo Ireon cercando di assaporare quanto di magico propone la Grecia in periodo estivo e tentando di schivare il caldo che stenderebbe un bisonte. Anche in questo caso l’organizzazione di Lifemotorcycle si è comunque dimostrata all’altezza: moto perfette per un tour breve ma intenso guidato da Roberto Magnone, leader dello staff di Lifemotorcycle! C’è certamente da testare e rodare l’intera proposta turistica quindi, se volete, siamo sempre disponibili a sacrificarci…

Un momento del tour
Un momento del tour

Ultima chicca del tour, giusto sulla via del ritorno ad Atene, il circuito di Megara: un breve tracciato di 2,1 km con un asfalto poco curato sul quale abbiamo portato le nostre Multistrada a fare qualche giro e preso il polso della passione motociclistica greca in fatto di pista; era un sabato e almeno 50 moto di ogni tipo, dall’accrocco su base Honda CB400 all’Aprilia RSV4, si alternavano in turni separati per abilità. Non è stato difficile superare tutti un paio di volte, senza strapazzare le Multistrada e in abbigliamento touring, durante un turno dedicato ai “beginners” ma il circuito di Megara resta godibile principalmente per chi vuole passare un pomeriggio in sella, niente di più…

Scendo dalla Multistrada 950 a conclusione della “Lifemotorcycle tour and racetrack experience” profondamente appagato: l’associazione nella stessa vacanza di un corso di guida di tre giorni con pista in esclusiva e di un tour per luoghi ricchi di storia è sicuramente vincente, sopratutto perché la flessibilità dell’offerta permette sia di portare la propria motocicletta che lasciare fare tutto a Lifemotorcycle e mettere in valigia solo l’abbigliamento tecnico.

Unico rammarico, il senso di colpa che tanto godimento in forma semplice e immediata mi ha instillato dentro, nonostante le premesse: forse pagherò un prezzo, ma adesso mi sento dannatamente libero e felice.

Foto: Lorenzo Concari/Photohouse

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