Le belle Special dei fratelli Frigerio

Le belle Special dei fratelli Frigerio
Massimo Clarke
  • di Massimo Clarke
Le trasformazioni dei fratelli Frigerio di Treviglio su base Gilera, vere e proprie special da gara, hanno segnato un’epoca nel motocross. Con una digressione nella velocità
  • Massimo Clarke
  • di Massimo Clarke
12 ottobre 2016

Di recente abbiamo parlato di una realizzazione artigianale inglese da fuoristrada, la BSA-Rickman con testa Weslake. Anche da noi però c’è stato chi, nello stesso periodo, ha trasformato delle monocilindriche di serie in splendide special destinate alla regolarità e al cross.

Come altre Case italiane, negli anni Cinquanta la Gilera ha vissuto una autentica epoca d’oro. Le moto si vendevano in numeri elevatissimi e la popolarità dello sport motociclistico era massima. La 150 di Arcore è stata un autentico best seller, con oltre 90.000 esemplari prodotti tra il 1952 e il 1960. Semplice e robusta, era stata studiata per essere un versatile e affidabile mezzo di trasporto adatto all’impiego di tutti i giorni. Alla fine del decennio, però, questa moto (come le consorelle di 125 e 175 cm3, realizzate con identico schema costruttivo) stava mostrando i segni dell’età. Occorreva qualcosa di più moderno. I tecnici della Gilera hanno così progettato una nuova famiglia di monocilindrici, dando vita alla serie denominata Giubileo (per celebrare i 50 anni dell'azienda). Nel 1959 sono apparse la 98 e la 125, di identico disegno ma con misure caratteristiche differenti, rapidamente seguite dalla 175 e, un paio di anni dopo, dalla 150. La massima cilindrata questa serie di modelli l’ha raggiunta nel 1966, con la comparsa del Giubileo Super di 202 cm3.

 

I Frigerio di Treviglio

Ercole Frigerio è stato per diverso tempo uno dei migliori piloti di sidecar, specialità nella quale ha conquistato tre volte il titolo italiano utilizzando un motore Gilera 500. Nel 1951 ha aperto una concessionaria della casa di Arcore a Treviglio, ma pochi mesi dopo è incappato in un incidente mortale. A mandare avanti l’attività sono stati dapprima la moglie e successivamente i due figli Luigi e Piero. Negli anni Sessanta questi validi tecnici hanno iniziato a realizzare le loro special, focalizzando l’interesse sul fuoristrada, la cui popolarità in Italia stava continuamente aumentando. Naturalmente le moto che venivano trasformate erano le monocilindriche Gilera. Inizialmente però i Frigerio qualche attenzione l’hanno dedicata anche alla velocità. Nel 1965 hanno infatti preparato una bella 125 che ha preso parte alla durissima Sei Ore di Monza piazzandosi al secondo posto nella sua classe, preceduta solo da una Ducati monoalbero (che in origine vantava una potenza ben superiore, trattandosi di un modello studiato in ottica estremamente sportiva). Il tranquillo motore ad aste e bilancieri della Giubileo è stato elaborato portandone la potenza a 11 cavalli, ma anche la parte ciclistica ha ricevuto le dovute attenzioni, con il telaio trasformato in doppia culla chiusa e dotato di ben studiati rinforzi nella parte posteriore. La moto è stata portata al settimo posto assoluto da Masserini e Corti, funzionando impeccabilmente per l’intera durata della gara, nel corso della quale ha coperto 627 chilometri.

La bellissima 125 che ha preso parte alla Sei Ore di Monza del 1965 piazzandosi settima assoluta pur correndo contro moto cilindrata molto maggiore. Nella foto si possono osservare chiaramente le modifiche apportate al telaio
La bellissima 125 che ha preso parte alla Sei Ore di Monza del 1965 piazzandosi settima assoluta pur correndo contro moto cilindrata molto maggiore. Nella foto si possono osservare chiaramente le modifiche apportate al telaio

Nella seconda metà degli anni Sessanta le special costruite dai Frigerio si sono rivelate molto competitive, ed hanno ben presto acquisito una larga schiera di estimatori. Dopo avere realizzato ottime 125 partendo dalle Gilera monocilindriche da regolarità, i due fratelli hanno perfino allestito una 250 partendo dalla 202. In aggiunta alle moto complete producevano anche dei kit di trasformazione con i quali chiunque poteva potenziare il proprio motore per renderlo più competitivo. Per diversi anni hanno così realizzato pezzi speciali come alberi a camme e valvole, abbinandoli con parti originali Gilera opportunamente modificate.

In seguito però i Frigerio si sono spinti ancora oltre, producendo una testa e un cilindro completamente nuovi, costituiti da fusioni appositamente realizzate, con una ampia alettatura dalla tipica forma squadrata, dotata di un passo considerevole (cosa vantaggiosa nel fuoristrada). Questo nuovo gruppo termico veniva anche venduto come parte di un kit che chiunque poteva montare, ed era stato realizzato con due alesaggi differenti (60 e 65 mm). Veniva impiegato per due versioni del motore, di 175 cm3 e di 206 cm3; la prima era destinata all'impiego crossistico e l’altra alla regolarità. In entrambe spiccava la doppia accensione. Naturalmente le valvole avevano dimensioni maggiori rispetto a quelle delle Gilera di serie. Il motore di minore cilindrata aveva una potenza di poco superiore a 15 cavalli a 9.000 giri/min mentre l’altro, meno spinto ma dall'erogazione più corposa, disponeva di circa 18 CV a 8.400 giri/min. Il kit comprendeva anche un nuovo albero a gomito e una trasmissione primaria con ingranaggi a denti dritti e non elicoidali (come nei modelli di serie); all’alimentazione provvedeva un carburatore Dell’Orto da 24 mm. Le Frigerio Special con testa e cilindro “squadrati”, delle quali è stata realizzata anche una versione di 230 cm3, sono apparse nel 1968 e per diverso tempo sono state importanti protagoniste delle gare italiane. Una volta terminato il rapporto di collaborazione con la Gilera, i due fratelli brianzoli si sono legati all'austriaca Puch, ottenendo risultati di grande prestigio.  

 

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