Le 12 moto che hanno fatto il 2013

Le 12 moto che hanno fatto il 2013
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Ecco le 12 moto che per un motivo o per l’altro hanno brillato nel 2013. Dodici modelli che ci sono piaciuti e che nei diversi segmenti hanno spiccato per il loro concetto ispiratore, per la guida, le prestazioni globali, il design
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
25 ottobre 2013

 Non ci sono più le moto di una volta. Un adagio che fa sorridere, che sicuramente associamo ai borbottii di qualche nostalgico del due tempi, del cambio a destra o magari addirittura dell’anticipo manuale. In realtà basta pensare a qualche anno fa per realizzare come nel breve volgere di un quinquennio il panorama delle novità è cambiato in maniera radicale – tanto dal punto di vista della quantità quanto da quello della qualità.

La crisi economica che attanaglia il nostro vecchio continente, tradizionalmente il più attivo nella passione motociclistica, ha portato infatti le case ad allungare sostanziosamente la vita dei modelli, riducendo quindi la portata di novità che arrivano sul mercato ogni anno. Non solo, ma essendo cambiate simultaneamente la nostra propensione alla spesa – altisonante espressione che indica il fatto che abbiamo tutti molti meno soldi in tasca – ma anche diverse abitudini e gusti, le novità che arrivano devono essere aderenti ad altre necessità. E si è attuata, nel frattempo, anche una sorta di selezione naturale: se si vuole sperare di vendere moto nuove bisogna che siano appetibili e di grande sostanza.

 

Abbiamo pensato, come in una discussione fra amici, di identificare 12 novità 2013 – abbiamo lasciato fuori i modelli 2012 in ritardo, ma anche i 2014 in anticipo – che hanno segnato in qualche maniera il mercato, e che pensiamo possano lasciare il segno in futuro, venire ricordate per qualcosa o addirittura dare vita a nuove tendenze o segmenti di mercato. Ne abbiamo dovuta lasciare fuori qualcuna, e forse per altri ne abbiamo inserita qualcuna che non merita tanta considerazione. Ma il bello è anche questo, scatenare qualche discussione. E magari vedere, fra qualche tempo, chi ci aveva azzeccato. La nostra selezione è ordinata, per una volta, nell’ordine di importanza che abbiamo stabilito in redazione. Anche in questo caso sappiamo che non tutti saranno d’accordo, ma vale la regola di cui sopra. Parliamone…

Ciascun modello è naturalmente presentato ed arricchito con la motivazione per cui l'abbiamo scelto e il perché l’abbiamo inserito. Come sempre, cliccando sul nome del modello si accede alla scheda tecnica, al listino e alle offerte di moto nuove e usate. Cominciamo!

 

1 – Yamaha MT-09

La Yamaha MT-09
La Yamaha MT-09

E chi se l’aspettava una moto come la MT-09? Yamaha è uscita prepotentemente da un letargo durato quasi tre anni con un modello a dire poco rivoluzionario, spinta da un tre cilindri rapidamente assurto al rango di riferimento della categoria. Crediamo che la MT-09 - potete leggere la nostra prova qui - sia la moto più significativa un po’ perché inaugura un nuovo corso Yamaha, ma soprattutto perché è un modello nuovo, fresco, inedito che unisce grande appetibilità ad un prezzo equilibrato – non vogliamo dire che 8.390 euro (ABS compreso) siano pochi di questi tempi, ma è difficile immaginarsi un’offerta del genere a meno.

La MT-09 non sarà in grado di risollevare da sola le sorti di un mercato in sofferenza, ma indubbiamente ha indicato a tanti altri la strada giusta per ripartire – e pur ritenendo azzeccatissimo il modello nella sua interezza, non vediamo l’ora di gustare le altre declinazioni del propulsore (o della piattaforma, se di questo si tratterà) che Yamaha stessa ha lasciato intendere arriveranno a breve. Brava Yamaha!

 

2 - BMW R1200GS

Una rivoluzione come quella attuata da BMW sul suo boxer – e sul carattere della R1200GS in generale – non può venire sminuita nemmeno dai più accaniti detrattori del marchio dell’elica. Un po’ perché serve un coraggio leonino per cambiare così in profondità sia il motore che rappresenta da sempre la bandiera di BMW, sia un modello che sbanca su tutti i mercati, e un po’ anche perché la R1200GS 2013 (qui la nostra prova completa) è risultata all’altezza di tutte le aspettative.

BMW R1200GS 2013
BMW R1200GS 2013

Più potente, più tecnologica e più moderna nell’estetica, la GS continua a costare cara: servono 16.000 euro e qualcosina per mettersi in casa la versione base, comunque già molto ricca, e attingendo ad optional quasi irrinunciabili come il pacchetto elettronico completo di sospensioni attive o le valige si sfora in un attimo la cifra tonda. A giustificazione c’è però un blasone conquistato sul campo, un comportamento dinamico allo stato dell’arte, una rivendibilità ancora superiore alla concorrenza e la soddisfazione di un pizzico di vanità nel possedere una delle pochissime moto capaci di coniugare l’essenza di status symbol con tanta sostanza.

 

3 – Moto Guzzi California 1400 Touring e California 1400 Custom

Moto Guzzi California 1400 Custom
Moto Guzzi California 1400 Custom

Il tempo in cui le Moto Guzzi aprivano la strada alla concorrenza da un punto di vista tecnologico e di design sembrava irrimediabilmente dimenticato, quando l’anno scorso – dopo qualche foto filtrata in anteprima – la Casa di Mandello ci ha lasciato tutti a bocca aperta. Le linee tracciate da Miguel Galluzzi e il suo team hanno riscosso consenso unanime, e la sostanza tecnica ha dimostrato tutto il suo spessore alla guida: la California (potete leggere qui la prova della Custom, qui quella della Touring) non è più una moto per soli fedelissimi del marchio dell’aquila, ma è una moto (splendida, l’avevamo già detto?) capace di far venire l’acquolina in bocca anche ad un pubblico che non avrebbe degnato di grande considerazione i modelli precedenti.

Sia in allestimento Custom che in quello Touring costa cara (rispettivamente 17.450 e 19.450 euro), ma anche in questo caso il prezzo riflette una sostanza di assoluto rilievo, da un propulsore moderno e tecnologico (ride-by-wire, controllo di trazione) ad una ciclistica capace di far sparire almeno un quintale da una massa altrimenti in linea con i canoni della categoria. Bentornata, California!

 

4 – MV Agusta F3 800

MV Agusta F3 800
MV Agusta F3 800

Qualcuno potrà obiettare come la sorella maggiore delle F3 non sia in effetti una moto così originale, costituendo a tutti gli effetti una versione maggiorata della 675. Noi invece pensiamo che la cilindrata 800 sia la più equilibrata per la tre cilindri di Schiranna che, ferma restando la sorellina minore per correre (forte) in Supersport, costituisce la versione più equilibrata della rivoluzionaria media MV Agusta - potete leggerne qui la nostra prova. Senza contare che proprio la F3 800 potrebbe essere la moto che inaugura il ritorno ad una classe di sportive fra le 600 e le 1000. Non concediamo il privilegio alla Suzuki GSX-R per il semplice motivo che… c’è sempre stata. 

Albero controrotante, elettronica da Superbike, linea (come al solito) da lasciarci gli occhi, prestazioni motoristiche da riferimento e ciclistica allo stato dell’arte: tutti elementi che hanno il loro costo. Costo che si traduce in 13.990 euro, tutto sommato – fatti i rapporti con 600 e 1000 – nemmeno troppi considerando gli elementi sopra citati.

 

5 – Honda CB500X

Honda CB500X
Honda CB500X

Il debutto in società della piattaforma Honda CB500 – avvenuto alla scorsa edizione di EICMA – aveva sollevato un discreto entusiasmo ma anche qualche perplessità. Una volta toccata con mano però (qui la nostra prova) la media enduro-tourer della Casa di Tokyo ha dissolto tutti i dubbi come neve al sole, perché con una cifra con cui non si comprano tanti scooter (6.150 euro, con ABS incluso) offre sostanza di alto livello e un appeal ben superiore a categoria ed esborso.

E’ facile, accessibile ai neopatentati ed è una moto che non cerca scuse né nel comportamento dinamico né tantomeno da ferma. Anche da modelli come questi, capaci di reinterpretare categorie che credevamo ormai dimenticate da quasi vent’anni, si riparte per far tornare voglia di moto.

 

6 – KTM Adventure 1190R

KTM Adventure 1190R
KTM Adventure 1190R

Una doverosa premessa: avevamo pensato di inserire nella nostra rassegna – ancora una volta – la Duke 390, un modello davvero innovativo e intelligente. Ma fra le moto che lasceranno un segno nel 2013 abbiamo preferito includere l’ammiraglia della casa. Non è infatti facile dire qualcosa di nuovo in un segmento, quello delle maxienduro, dove ormai esistono diverse variazioni sull’unico tema. KTM ha risolto guardando al passato, a quando anche queste moto – non a caso chiamate navi del deserto – venivano usate nei grandi rallies. Che non richiedevano solo la capacità di spararsi ai 200 all’ora su lunghe piste desertiche, ma anche di affrontare tratti tecnici ed impegnativi.

A Mattighofen hanno quindi affiancato alla più mansueta – si fa per dire – Adventure 1190 la sorella cattiva: la 1190R (qui la nostra prova). Anteriore da 21”, ciclistica capace di cavarsela (nelle mani giuste, certo) anche sul duro nonostante 235 kg di massa ma soprattutto prestazioni ed elettronica finora sconosciute a mezzi nati per destreggiarsi davvero in offroad. Tutto considerato, anche i 15.094 euro richiesti sembrano tanti ma non troppi per una Adventure R.

 

7 – Kawasaki Ninja 636

Kawasaki Ninja 636
Kawasaki Ninja 636

E’ vero, parliamo di un segmento – quello delle 600 sportive – ormai poco rilevante nel contesto del mercato generale, ma proprio per questo il coraggioso ritorno di Kawasaki a quella cilindrata spuria che nel 2003 la rilanciò dopo anni di immobilismo ci piace molto: la nuova Ninja 636 (qui la nostra prova) è un segno di vitalità e voglia di innovare, di far tornare il prurito al polso destro anche a chi non subisce il fascino – o non vuole subire i compromessi – delle superpotenze. E magari la 600 la prende per andarci su strada, non solo per scannarla in pista.

Sfruttabile grazie all’elettronica derivata dalla sorella maggiore, ben rifinita e con una ciclistica allo stato dell’arte, la Ninja costa “solo” 12.390 euro, quotazione allineata alla concorrenza che cresce però di 1000 euro se si desidera l’ABS evoluto. Un peccato veniale per l’unica 600 realmente nuova del settore.

 

8 – Honda F6B

Honda F6B
Honda F6B

Una GoldWing che abbatte il prezzo di listino e punta dritta al pubblico più giovane non può non fare notizia – pur se di portata limitata per il nostro mercato si tratta di una rivoluzione copernicana che sacrifica sull’altare dell’immagine un po’ del sibaritico comfort fino ad oggi considerato irrinunciabile per una GoldWing. Anche perché da un punto di vista dinamico la F6B diventa più divertente, consuma un po’ meno e i sacrifici in termini di protezione e comodità sono pressoché impercettibili a chi in sella non pretenda anche di dormirci. In movimento.

Il prezzo non è certo popolare, visto che con 22.000 euro oggi ci si fanno tante cose, ma basta una scorsa alla scheda tecnica (o alla nostra prova) per rendersi conto che di sostanza “sotto” ce n’è tanta, a partire da quel sei cilindri boxer che tante concorrenti per certi versi ancora le invidiano.

 

9 – Ducati Hyperstrada

Ducati Hyperstrada
Ducati Hyperstrada

Fino all’arrivo della nuova famiglia a quattro valvole, gli hypermotardisti che volevano usare la propria belva per scopi che andassero oltre il percorrere – spesso su una ruota – il passo di montagna preferito venivano guardati con il compatimento che si riserva al parente simpatico ma un po’ matto. Con la nascita dei modelli 821 Ducati ha pensato anche a loro, allestendo la variante Hyperstrada (qui la nostra prova) sulla stessa, prestazionalissima base del nuovo Hypermotard.

Uno dei pochi(ssimi) modelli completamente nuovi del 2013, la Hyperstrada ha saputo conquistarsi rapidamente un folto seguito e un buon successo di vendita, unendo il fascino dell’ammiraglia Multistrada con prestazioni più accessibili ed un’agilità da riferimento; in un quadro tecnico d’eccellenza i pochissimi nei sono stati presto dimenticati. I 12.894 euro richiesti anche in questo caso non sono certo pochi, ma il marchio Ducati e le prestazioni della Hyper sanno far dimenticare rapidamente il dolore dell’esborso.

 

10 – Yamaha XV 950

Yamaha XV950R
Yamaha XV950R

Già ci immaginiamo nasi storti e sguardi perplessi di tanti lettori nel vedere la Bolt – pardon, XV950 – entrare in questa classifica. La verità è che, per quanto possa sembrare una moto tutto sommato convenzionale, la bobber Yamaha ha diversi elementi per cui vale la pena ricordarla bene. Da un lato perché ripropone uno stile minimal ormai dimenticato nel settore, dall’altro perché declina stili ed estetiche classicamente custom in forma nettamente più sportiva di quello a cui siamo abituati in questo segmento, ma soprattutto perché è forse la prima moto giapponese – ed europea – pensata tenendo in specifica considerazione la personalizzazione, esempio seguito rapidamente da case di un certo blasone.

In ultimo, un prezzo di 8.390, o 9.190 euro  a seconda che vogliate la versione base o la “R” che abbiamo provato qui, davvero contenuto se si osservano le finiture e diversi tocchi estetici degni di quotazioni ben superiori. Ce ne ricorderemo a lungo.

 

11 – Vespa 946

Vespa 946
Vespa 946

Alzi la mano chi non è rimasto sbalordito dalla linea della Vespa 946, mezzo più unico che raro nell’aver mantenuto una linea pressoché invariata nel passaggio fra concept e versione di produzione. Ora l’abbassi chi non è rimasto paralizzato dopo aver visto il prezzo (9.000 euro al netto degli accessori), fuori scala per quello che in fin dei conti resta uno scooter 125, ma tutto sommato comprensibile – almeno in parte – considerando il tipo di prodotto e il pubblico a cui è rivolto.

Non sappiamo immaginare quale successo di vendite possa avere, ma ce la ricorderemo sicuramente come esercizio di stile di altissimo livello

 

12 – Peugeot Metropolis 400

Peugeot Metropolis 400
Peugeot Metropolis 400

La risposta della Casa del leone al successo dell’Mp3 si è fatta attendere, ma è arrivata in grande stile – non a caso in quel di Parigi hanno pensato bene di recuperare un nome storico per gli scooter Peugeot. Condito di tante soluzioni di derivazione automobilistica, il Metropolis è attualmente lo stato dell’arte, per completezza, finiture e comportamento dinamico – unico limite, una maneggevolezza relativa – e non esageriamo nel dire che sia il più completo dei mezzi a tre ruote attualmente sul panorama mondiale come potete constatare dalla nostra prova.

Non è regalato – ci vogliono 7.784 euro per portarselo a casa – ma la concorrenza non costa certo meno, e il rapporto qualità/prezzo è davvero notevole. Ci ricorderemo del Metropolis come una svolta importante nei mezzi che ampliano la città.

 

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