In viaggio con Camilla: quattro laghi da sogno

In viaggio con Camilla: quattro laghi da sogno
Camilla Colombo
Tre regioni e 229 km per vedere Garda, Ledro, Idro, Valvestino
2 giugno 2016

Quattro laghi. Tre regioni e 229 km. Il nostro tour baciato dal sole inizia a Peschiera del Garda, cittadina emblema del turismo internazionale nel Nord Italia, e si snoda lungo la Gardesana Occidentale fino a Riva, in provincia di Trento, per poi deviare verso il promontorio interno bresciano. Uscire indenni dal traffico di Peschiera non è facile, soprattutto durante il weekend. Per godervi al meglio questo giro dal panorama incantevole prendetevi un giorno in settimana così potrete assaporare senza le file di auto incolonnate l’asfalto che costeggia il più grande bacino lacustre italiano.

Le perle del Garda si susseguono con meraviglia davanti agli occhi di chi può piacevolmente occuparsi solo della contemplazione del paesaggio e non della guida. Lasciata Lonato con il suo lido che ricorda le spiagge della Toscana, ecco Salò, Gardone, Gargnano. Per me che preferisco la sponda occidentale e settentrionale del lago è qui che inizia il bello. Anche se nelle pagine di storia Salò è conosciuta solo per la Repubblica Sociale Italiana, fondata da Benito Mussolini sul finire della Seconda Guerra Mondiale per dare una parvenza di nazionalità alla dominazione tedesca, il comune bresciano è un’oasi di benessere da gustare facendo due passi per il centro cittadino.

Come Gargnano, adagiata sulle acque e compresa nel Parco dell’Alto Garda o Gardone Riviera che con il suo monumento simbolo, il Vittoriale dannunziano, merita una sosta di un paio d’ore. La vista dalla Nave Puglia da sola vale il costo del biglietto d’ingresso, ma anche il parco, il Mausoleo e il motoscafo MAS96 sono luoghi che incantano gli occhi e fanno rivivere le vicende storiche del Novecento.

Il tratto di strada che conduce fino a Riva del Garda è un continuo gioco di curve a picco sul lago. Qui la natura è aspra e montuosa per cui divertirsi sgommando, accelerando e frenando all’ultimo è la cosa più spontanea da fare. Per chi come me siede dietro al guidatore è meglio tenersi forte e stare attenti all’andamento del percorso. Le barche a vela e i kitesurf ci accompagnano fino al porticciolo della città e alla deviazione sulla SS240 che conduce al Lago di Ledro. La salita verso le rocce è quasi in solitaria, le auto sono poche, l’asfalto è buono e lo specchio d’acqua lungo e stretto è una sorpresa per chi si ferma sempre e solo alle coste gardesane.

Il Lago di Ledro
Il Lago di Ledro

Da Ledro a Idro sono 30 km di pace e piacere di guida. La Bmw r1200r scivola via leggera, pennella le curve con delicatezza e permette di respirare l’intenso profumo dei boschi. Sono zone poco battute, queste, a cavallo tra Trentino e Lombardia ma regalano quella bellezza un po’ sperduta che tanti luoghi fuori dalle rotte principali ispirano ai viaggiatori e non ai turisti. Il lago d’Idro, balneabile per tutta la sua estensione, ha un’origine glaciale ed è ricco di fauna marina e volatile. È un piccolo paradiso di biodiversità assaltato dai motociclisti lombardi che vogliono mettersi alla prova sul Passo Crocedomini durante la stagione estiva.

Da Idro, invece di prendere la Strada Statale 237 che riporta in pianura alle porte di Brescia, puntate sulla provinciale 58. Ripida, stretta e con curve impegnative è l’ideale per chi ama testare la tenuta delle gomme scelte e della propria due ruote. Solo così potrete costeggiare l’ultimo bacino lacustre di questo tour “acquatico”: il Lago di Valvestino. Di origine artificiale, è affiancato da una catena di monti tra gli 800 e i 1600 metri ed è il cuore della diga di Ponte Cola realizzata tra il 1959 e il 1962 per aumentare la produzione di energia idroelettrica della zona. Il suo colore azzurro rinfranca gli occhi abituati al grigiore cittadino.

Il lago di Valvestino
Il lago di Valvestino

L’ultima parte di questi 229 km fateveli tutti senza pausa. Assaltate le curve che conducono in discesa fino a Gargnano, scivolate dritti sul lungolago e non pensate ad altro che alla guida. Il divertimento, come la stanchezza, sono assicurati. Il ricordo di un giorno speso tra quattro incantevoli laghi pure. E l’asfalto divorato dalla vostra compagna di viaggio non sarà altro che un invito a mettervi in moto il prima possibile. Magari alla conquista di nuovi specchi d’acqua in altre parti d’Italia.

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