FMI in Senato: il Codice della Strada secondo i motociclisti

FMI in Senato: il Codice della Strada secondo i motociclisti
  • di Alfonso Rago
Audizione della FMI presso la Commissione Lavori Pubblici del Senato, in merito al disegno di legge di modifica del Codice della Strada. Abbiamo chiesto al Presidente Sesti di commentare una giornata davvero particolare
  • di Alfonso Rago
14 ottobre 2015

Non capita tutti i giorni di varcare l’imponente ingresso di Palazzo Madama, austera sede del Senato della Repubblica, ma è quanto accaduto nei giorni scorsi ad una delegazione della Federazione Motociclistica Italiana, convocata per un’audizione dalla Commissione Lavori Pubblici e Comunicazione, presieduta da Altero Matteoli.


In attesa di conoscere quale sarà il loro destino prossimo venturo, infatti, i senatori della XVII Legislatura continuano a svolgere il consueto lavoro di verifica, approfondimento e controllo dei provvedimenti di legge, in via di discussione e futura votazione. Nel caso specifico, sul tavolo di discussione le modifiche da apportare al Codice della Strada, il cui nuovo testo si attende per i primi mesi del prossimo anno.


Un evento importante, perché a memoria non si ricordano analoghi momenti di contatto tra le massime istituzioni politiche nazionali e la Federazione che rappresenta tutti coloro che in Italia, per necessità, diletto o velleità sportive, possiedono ed usano un veicolo motorizzato a due ruote; e che dimostra anche l’attenzione del legislatore verso la categoria dei motociclisti (e degli utenti delle due ruote in generale), oggi definiti utenti vulnerabili della strada, concetto innovativo contenuto nel nuovo Codice che si dovrebbe tradurre in principi e norme destinati ad elevare la nostra sicurezza e tranquillità quando circoliamo su strade ed autostrade.


Trattandosi di un’audizione riguardante un complesso di norme molto articolato quali quelle del Codice, la FMI ha potuto portare all’attenzione dei senatori della Commissione argomenti di vario tenore, ad iniziare dalla richiesta di un’attenzione maggiore da riservare alla manutenzione delle strade, in particolare alle barriere di sicurezza e ai guard-rail, con la necessità di applicazione della terza fascia per salvaguardare la vita dei motociclisti, insieme alla possibilità di incentivare l’uso della pista per chi ama correre in moto, per scoraggiarne poi la corsa sulla pubblica strada, ed alla diffusione dei corsi di guida sicura avanzata, per rinforzare le consapevolezze di guida dei motociclisti già patentati.
 

Altro argomento di rilievo, la certezza che parte dei proventi delle sanzioni amministrative venga destinata all’educazione stradale, secondo quanto già previsto dalla legge, ma spesso disatteso. La FMI ritiene, infatti, che l’educazione stradale sia lo strumento fondamentale per incrementare la sicurezza e che vada offerta gratuitamente sin dai primi anni di scuola.


Ancora, la FMI ha chiesto di verificare la possibilità per le moto di utilizzare una targa sostitutiva in occasione delle competizioni e degli allenamenti fuoristrada, al fine di evitare perdite e danneggiamenti, e quella per moto e quad di trainare un carrello appendice, al pari di quanto già avviene in molti paesi europei.


Infine, attraverso una oculata regolamentazione, è stato posto particolare rilievo sia per l’attenzione e la salvaguardia del patrimonio dei veicoli storici che, nei riguardi della pratica del fuoristrada in armonia con l’ambiente e nel pieno ossequio delle regole, che attesta, da parte dei motociclisti, un profondo rispetto per il territorio.


Ovviamente i senatori della commissione hanno preso nota, ed è sperabile che qualcuna delle proposte avanzate dalla FMI trovi spazio nel nuovo Codice della Strada. Una volta richiusosi alle spalle l’austero portone, ed in attesa di vedere i frutti del suo lavoro di sintesi, abbiamo chiesto a Paolo Sesti, che guida la FMI dal 1996, di commentare quanto avvenuto, e indicarci gli elementi di maggiore importanza presentati nel corso dell’audizione.
 


L'intervista a Paolo Sesti

Presidente Sesti, come giudica l’incontro della FMI con la Commissione dei Lavori Pubblici del Senato e quali sono i punti salienti che avete sottoposto all’attenzione dei curatori della riforma del Codice della Strada?

«Credo che l'Audizione della FMI in Commissione Lavori Pubblici del Senato sia stata un’attestazione d’interesse del Parlamento nei confronti del mondo motociclistico. La riforma del Codice della Strada, il cui cammino spesso si arresta a causa di questioni ritenute più urgenti, contiene molti spunti interessanti per noi motociclisti, il primo dei quali è senz'altro quello di essere riconosciuti utenti vulnerabili della strada. Nel corso dell'Audizione abbiamo inteso ribadire quelle che, secondo noi, sono le priorità. Forse non sarà possibile ottenere tutto quanto chiediamo, ma l'occasione era importante per richiedere attenzione nei confronti dei motociclisti. Indifferibile è la messa in sicurezza delle strade, in particolare dei guard rail, che farebbe forse diventare un poco meno "vulnerabili" i motociclisti. Altra questione fondamentale per la FMI è quella della formazione: educazione stradale a scuola e corsi di guida sicura per i patentati. Educare gli utenti prima possibile al rispetto delle regole e alla consapevolezza dei rischi che corrono, portandoli ad adottare una guida idonea al mezzo che conducono, è prioritario. L'educazione stradale gratuita a scuola deve essere obbligatoria e finanziata dai proventi delle contravvenzioni, nella misura già prevista dal Codice della Strada. E, ovviamente, è necessario che qualcuno vigili sull'effettiva applicazione della legge».


L’occasione rara e preziosa dell’audizione è stata certo utile per mettere sul tavolo anche altre questioni, la cui approvazione andrebbe nella direzione di migliorare la quotidiana fruizione delle due ruote: ce li può rapidamente illustrare?

«Abbiamo ritenuto opportuno porre all'attenzione del Parlamento alcune esigenze più "di nicchia", che con qualche "correttivo tecnico" aiuterebbero i motociclisti a superare molte difficoltà: mi riferisco al targhino, da sostituire alla targa originale in occasione degli allenamenti e delle competizioni sportive fuoristrada, per evitare perdite e danneggiamenti, e l'omologazione del carrello appendice per le moto e per i quad. Omologazione già possibile in molti paesi europei, ma non in Italia. La FMI sostiene inoltre la proposta per moto e ciclomotori di percorrere le corsie preferenziali, la cui sperimentazione in molte città europee ed italiane ha già dato risultati positivi; così come la possibilità, per i 125 condotti da maggiorenni, di accedere alle autostrade, parificandoci al resto dell'Europa».

In conclusione, qual è la sua impressione sull’audizione? Crede che le istanze proposte dalla FMI possano essere accolte nel testo del Nuovo Codice della Strada?

«Le nostre richieste non sono soltanto teoriche, perché accanto ad esse poniamo alcune proposte concrete che riteniamo potrebbero contribuire a migliorare la sicurezza sulle strade. Chiediamo maggiori investimenti per apporre la terza fascia ai guard-rail, e proponiamo che siano i moto club, accanto alle amministrazioni locali, a farsi promotori di questa iniziativa. Consapevoli della presenza di tante persone che hanno la passione di correre, proponiamo "porte aperte negli autodromi" per togliere il pericolo dalle strade, incoraggiando eventi in cui si possa girare in pista gratuitamente o quasi, promuovendo poi un uso consapevole e corretto della pubblica strada. Per non parlare dell'educazione stradale, che i nostri formatori portano nelle scuole italiane da oltre venti anni, con passione, a titolo gratuito. Naturalmente mi auguro di poter presto festeggiare l'approvazione del nuovo Codice e di poter iniziare a collaborare con gli organi tecnici per l'elaborazione dei decreti attuativi».