Edgar Heinrich: “Ogni BMW ha il suo linguaggio formale”

Edgar Heinrich: “Ogni BMW ha il suo linguaggio formale”
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Un interessante scambio di opinioni in occasione di EICMA con il Capo del Design BMW, per parlare di passato, presente e futuro per lo stile della Casa di Monaco
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
5 novembre 2013

Edgar Heinrich, capo del design BMW, è un appassionato motociclista prima che un designer e si vede. Anzi, sarebbe meglio dire si sente, se si ha la fortuna di scambiare due chiacchiere con lui, perché la competenza e la passione con cui parla di moto sono quelle di un appassionato vero, non certo di un freddo professionista.

EICMA, dove BMW ha svelato le nuove R1200RT ed S1000R, è stata l’occasione per parlare con Edgar delle “sue” moto. Moto che hanno aperto nuove frontiere tecnologiche ma anche di design, tanto che non è difficile riconoscerne alcuni tratti somatici in proposte della concorrenza. Abbiamo quindi chiesto ad Heinrich quale ritiene che sia la moto che ritiene più riuscita nella gamma BMW dal punto di vista del design.

«Non so in che misura i nostri concorrenti ci prendano ad ispirazione, ma identificare la moto più riuscita è molto semplice: è la più imitata»

 

Non c’è bisogno di grande sforzo di immaginazione per capire di che modello stia parlando. Ma la storia di BMW è ricchissima di modelli di grande fascino ed eleganza, e viene spontaneo chiedere quali Heinrich ritiene i più riusciti, e a quali si è ispirato nel creare le sue linee.

La BMW R5 del 1936
La BMW R5 del 1936

«Abbiamo appena festeggiato i nostri 90 anni, ed è stata un’occasione per ripercorrere la nostra storia e guardare al nostro passato più di quanto non avessimo fatto negli anni scorsi – è sempre molto bello farlo, perché credo che la storia di BMW sia piena di modelli divenuti delle vere icone, belli ed innovativi. Ce ne sono talmente tanti che devo ammettere di averne molti nel cuore. Una delle mie preferite è la R5 – il minimalismo allo stato puro: c’è il motore e pochissime, semplici linee che collegano il cannotto al forcellone, eleganti e pulitissime. In tempi più recenti adoro la K1200R, una moto che nessuno si aspettava da BMW – grintosa, cattiva, del tutto irrazionale. In passato ci sono anche stati molti modelli o elementi stilistici che il pubblico non ha apprezzato immediatamente, ma che a lungo andare sono diventati oggetti di culto, magari nella seconda o terza evoluzione»

 

In effetti la storia di BMW ha diversi esempi di questo fenomeno. Guardando la gamma attuale vale la pena di chiedere ad Heinrich quali ritiene che siano quindi i modelli che dureranno più a lungo e quali invece verranno evoluti stilisticamente più a breve.

«E’ molto difficile da prevedere, soprattutto perché in BMW lavoriamo per segmenti, e abbiamo diversi team – ognuno di questi è composto da fuoristradisti, pistaioli, turisti, e ognuno ha i suoi preferiti. E’ praticamente impossibile arrivare ad una conclusione al nostro interno su quale moto sia più forte di altre dal punto di vista del design, perché alla fine dipende sempre dal punto di vista»

 

Avendo tirato in ballo il fuoristrada si pensa alla GS. Le maxienduro sono le moto che “tirano” di più nonostante da un punto di vista stilistico affondino le loro radici in competizioni che ormai non hanno più il fascino di una volta, e in cui oggigiorno corrono modelli completamente diversi. Da dove viene il loro successo?

«E’ vero, ci abbiamo riflettuto diverse volte al nostro interno. Queste moto sono nate con la Paris-Dakar: pensate ai primi modelli G/S, con i loro serbatoi giganti e quel boxer che nonostante lo scetticismo generale ha vinto tante edizioni. Quei concetti sono stati portati sulle GS stradali, nate come moto sportive capaci di portarvi all’altro capo del pianeta che però, con il tempo, sono diventate degli oggetti lifestyle, degli status symbol un po’ come i SUV a quattro ruote. Ma credo che sia molto importante che queste moto siano rimaste coerenti con le loro origini, perché al di là della soddisfazione personale che si prova nel vedersi in sella ad una moto di successo le radici, quelle vere, restano. E si tratta di moto che sono comunque davvero capaci di portarvi fino in Libia – l’equilibrio fra i fattori razionale ed emotivo raggiunto da queste moto è un fenomeno davvero interessante»

 

Per una volta, però, la regina dello stand BMW ad EICMA non è una GS ma la naked S1000R, moto che ben pochi si aspettavano da BMW.

La naked S1000R presentata ad EICMA
La naked S1000R presentata ad EICMA

«Mi piace che pensiate sia una moto inaspettata» scherza Heinrich, facendo riferimento alle anticipazioni che ormai da più di un anno sono spuntate sulla stampa di settore. «Di fatto il pacchetto, i concetti di base sono quelli della RR, da cui mutua completamente la sostanza. La linea è ovviamente molto diversa, anche se abbiamo voluto mantenere una correlazione più diretta possibile con la superbike. Abbiamo quindi preso i principali elementi stilistici dalla RR, lasciando le parti più tecnologiche in grande evidenza, interpretandole con proporzioni più adatte a quelle di una naked»

 

Proprio la S1000RR è stata considerata un forte allontanamento dallo stile tradizionale di BMW, in passato legato a modelli dall’estetica minimalista ed essenziale. Di recente pare di assistere invece ad un’evoluzione verso linee sempre più complesse…

«Non è del tutto vero: in effetti nella nostra gamma ci sono esempi di tantissimi stili diversi. Lavoriamo per segmenti: in alcuni è necessario evidenziare elementi più tecnologici, come sulla famiglia S1000, in altre, come i nostri scooter o le granturismo, è l’esatto contrario – dobbiamo mantenere linee più pulite e fluide possibili, nascondendo quasi tutte le componenti tecniche. La linea del GS è invece un esempio di linguaggio formale completamente diverso dal resto – lavoriamo sempre osservando il segmento e definiamo lo stile che riteniamo più appropriato»

 

Con la crescita dei mercati asiatici viene spontaneo pensare che i loro gusti vengano tenuti in sempre maggiore considerazione.

«In realtà è ancora prematuro: si tratta di mercati ancora poco sviluppati, dove le moto sono per lo più un mezzo di trasporto economico, non un oggetto che deve regalare emozioni. La classe media che sta emergendo, per ora, si rivolge ancora quasi esclusivamente alle quattro ruote – non c’è ancora un grande mercato per proposte di prestigio, anche se la situazione sta cambiando. E’ ancora presto»

 

Un ultima domanda per la concorrenza: quali sono le proposte più interessanti di EICMA, secondo Heinrich?
«E’ un’ottima domanda – sfortunatamente però non sono ancora nemmeno riuscito ad uscire dal nostro stand. Rifatemela domani…»


 

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