Dazi doganali del 100% per le moto europee in USA

Dazi doganali del 100% per le moto europee in USA
Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
E' questa la richiesta fatta dall'Ente commerciale americano. Nel lungo elenco che comprende carni bovine, formaggi e fiori recisi, ha infatti aggiunto le moto europee da 51 a 500 cc. Una richiesta protezionistica già fatta nel 2009, e allora stoppata
  • Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
18 gennaio 2017

Questa volta pare che Donald Trump non c'entri direttamente. Mentre il Presidente eletto ha avvisato le industrie automobilistiche, e non soltanto quelle, che ha intenzione di tassare pesantemente chi produrrà all'estero per poi vendere negli USA, un'altra richiesta protezionistica, che questa volta riguarda anche il mondo della moto, è arrivata dall'Office Of United States Trade Representative.

Questo dipartimento, che si occupa del commercio internazionale degli USA, delle materie prime, della politica degli investimenti diretti e della supervisione negoziale con altri Paesi, ha stilato un elenco di merci europee che propone di tassare con dazi doganali del 100%.
Si tratta soprattutto di carni e derivati della carne, ma anche di ortaggi, gomma da masticare, fiori recisi, acque minerali, filati e un altro centinaio di prodotti di importazione da Paesi europei. La faccenda ha tutta l'aria di un braccio di ferro con l'Unione Europea e la sua chiusura alle carni americane, accusate di essere ricche di ormoni.

Alla fine del lungo elenco compaiono rasaerba con motore elettrico e, agli ultimi due posti, "moto e velocipedi con motore a combustione interna con cilindrata superiore a 50 cc e non superiore a 500 cc".

Se la proposta passasse sarebbe un problema serio per tante industrie che esportano negli USA moto e scooter compresi in quella fascia di cilindrata (vedi KTM e Piaggio in primo luogo, ma anche Aprilia, Beta, BMW, Ducati, Gas Gas, Husqvarna, Montesa, Scorpa, Sherco, TM e Vespa); ma sarebbe una tragedia per chi negli Stati Uniti vende e ripara quei modelli. E si tratta di imprese americane, concessionarie, officine.

Da parte sua, la AMA (American Motorcyclist Association), per voce del suo vice presidente per le relazioni con il Governo, Wayne Allard, ha sottolineato come «Non vi è alcun collegamento logico tra moto e manzo. E' assurdo prendere anche semplicemente in considerazione questa proposta» e ha aggiunto «Se la disponibilità di moto sarà ostacolata da queste sanzioni ingiustificate, tante concessionarie chiuderanno lasciando molti americani senza lavoro. Gli effetti negativi toccheranno poi il settore post vendita, gli eventi ricreativi e sportivi».

Le prime contestazioni sono arrivate anche dal lato europeo, per voce del segretario generale dell'ACEM (l'associazione che riunisce i costruttori europei della moto) Antonio Perlot, secondo il quale «...non c'è alcuna giustificazione per tale misura, non c'è ragione per cui il settore motociclistico debba essere trascinato in dispute commerciali che riguardano prodotti alimentari. L'ACEM sta ovviamente seguendo la questione da vicino».

Un'analoga operazione (sempre tassare del 100% alcune moto di provenienza europea) fu approvata dalla medesima agenzia nel 2008, ma le proteste dell'AMA e dei rivenditori fecero fare dietro front.
I cittadini americani hanno modo di opporsi facendo sentire la loro opinione sul portale federale regulation.gov ,e hanno tempo fino al 22 febbraio per rilasciare i propri commenti in merito.

 

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