Cavi d'acciaio contro gli enduristi a Dossena (Bergamo)

Daniele Consonni di Bergamo ci segnala l'agghiacciante gesto criminale che rischia di ammazzare i motociclisti sui sentieri di Dossena. Stesi tre cavi ad altezza uomo contro l'enduro
14 aprile 2015

Ringraziamo gli amici Luca Luzzana e Daniele Consonni per averci dato il video che vedete in questo servizio. Speravamo di non dover tornare a parlare di cavi di acciaio stesi ad altezza uomo contro gli enduristi. Un atto ignobile, criminale e assassino che già in passato ha ucciso delle persone innocenti. Abbiamo ancora vivo il ricordo degli omicidi di Marco Badiali (2007, lasciò la moglie e due figli piccoli) e di Manuel Colantuono (2011, aveva 19 anni).

Stavolta non ci sono stati feriti, ma è stato un caso fortunato. Daniele, che ha girato il video, è stato anzi bravo nel procedere con estrema cautela lungo il sentiero a Dossena, in provincia di Bergamo. Scorto il primo cavo steso ad altezza uomo, ha spento la moto e ha perlustrato a piedi la mulattiera, trovando altri due cavi legati saldamente e idonei a fare molto male sia ai motociclisti che a eventuali ciclisti. 

Fortunatamente su quel tratto procedevo a bassa velocità. Poi ho preso il primo cavo, che ha colpito la mascherina della moto. Su quel sentiero passeremo tre o quattro volte all'anno, è impraticabile per le escursioni a piedi e siamo solo noi enduristi a frequentarlo, sistemarlo e tenerlo percorribile”.

Daniele Consonni (al centro nella foto)
Daniele Consonni (al centro nella foto)

Le parole di Daniele lasciano quindi intendere come questo gesto vigliacco sia frutto della mente di un idiota che ha preso di mira proprio i motociclisti che da anni praticano enduro sulle mulattiere delle valli bergamasche. 
Sia chiaro, non vogliamo qui difendere la pratica dell'enduro. Il discorso è un altro. Si può essere favorevoli o contrari. Non è tollerabile in alcun caso mettere a rischio la vita delle persone per far valere presunte ragioni. 

Ringraziamo Daniele Consonni per due ragioni. Per avere condiviso il video su Facebook, dove ha ottenuto un risalto mediatico incredibile (è stato ripreso dalle tv nazionali e da diversi quotidiani); e per avere denunciato l'episodio ai Carabinieri. In questo modo ha salvato delle vite e - lo speriamo vivamente - assicurato un potenziale assassino alla giustizia. Vi terremo aggiornati sullo sviluppo delle indagini.