Aprilia RSV 1000 R “Shaun”

Aprilia RSV 1000 R “Shaun”
Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
Nel solco della Bimota Tesi questa special autoprogettata e autocostruita da un appassionato nella propria officina, partendo dal motore di una Aprilia RSV 1000 R incidentata
  • Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
27 febbraio 2017

L'idea non sarà rivoluzionaria, esempi di moto con sterzo nel mozzo se ne sono visti diversi ancora prima della Bimota Tesi di inizi anni Ottanta, ma la sua realizzazione merita di essere raccontata.

Progetto e costruzione si devono ad un appassionato inglese - preferisce raccontarsi soltanto con il nome Shaun – che ha deciso di costruirsi una moto dalla ciclistica atipica semplicemente perché una siffatta non l'aveva mai guidata e non aveva trovato nessuno disposto a prestargliela.

Così ha preso il motore di una Aprilia RSV 1000 R incidentata e attorno a quello ha sviluppato il suo progetto servendosi di un software Cad e di alcune macchine utensili acquistate usate, riparate e modificate alla bisogna.
Nella piccola officina sotto casa ha lavorato alla sua moto per tre anni, compreso uno stop di oltre un anno causato da un trasloco, piegando e saldando i tubi di acciaio T45 e fresando con la macchina a controllo numerico i panetti di Ergal 7075 e piastre di Avional 6082.

Nel disegnare la geometria e soprattutto il comando dello sterzo si è ispirato al sistema brevettato da Jack Difazio, guardando anche a quanto fatto da Bimota per le sue varie versioni Tesi e da Ascanio Rodrigo per le sue Vyrus. Ha adottato boccole regolabili in modo da modificare i parametri di sterzo in base al comportamento stradale. «La prima volta che ho provato la moto – ha raccontano Shaun all'inglese Performance Bikes - sono partito con i piedi che strisciavano terra perché non sapevo come si sarebbe comportata. Ma tutto ha funzionato bene».

Un altro problema che ha dovuto affrontare è stato il posizionamento del radiatore di raffreddamento. Alla fine ne ha modificati due e li ha sistemati sotto il motore, come fatto sulla Vyrus. Ruote e freni sono arrivati da una Yamaha R1 e il suo lavoro è terminato costruendo serbatoio e sovrastrutture in lamiera di alluminio.
Alla fine la “sua” special con sterzo nel mozzo ha segnato sulla bilancia 178 kg in ordine di marcia e con una distribuzione 51% e 49% fra ruota anteriore e ruota posteriore.

Shaun ha quasi terminato il restauro di una Velocette Venom e sta pensando al prossimo progetto. Questa volta con una sospensione anteriore Hossack – quella ideata dall'ingegnere scozzese Norman Hossack e impiegata su alcune BMW della serie K - forse però con un motore Aprilia RSV4.

Foto Performance Bikes

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