Le 250 a 2T torneranno a gareggiare con le 4T, e Ken Roczen racconta il suo dramma

Le 250 a 2T torneranno a gareggiare con le 4T, e Ken Roczen racconta il suo dramma
  • di Alex Hodgkinson
Il nuovo regolamento FIM entrerà in vigore dalla gara di Maggiora ad Aprile, mentre il pilota tedesco si apre, raccontando il suo grave infortunio
  • di Alex Hodgkinson
9 febbraio 2017

FIM Europa ha risposto alle pressioni ricevute da molte federazioni nazionali, e ha modificato le norme tecniche della serie EMX250 per consentire alle 250 cc con motori a 2 tempi di competere a parità di condizioni con le omologhe "4 tempi". La prima gara con le nuove regole si terrà a Maggiora il 15 e 16 aprile.

Le prime 250 a 2 tempi sono già state registrate per il secondo turno della serie EMX250 che si correrà a Valkenswaard il 22 e 23 aprile. Mike Kras, campione di EMX300, ora corre per il team Inglese GL12 KTM, e gareggerà con un SX250 nel round olandese della serie. Kras ha già dimostrato di essere competitivo su una "2 tempi" quando è arrivato al nono posto contro le 450S Factory in entrambe le manche della MX1 alla gara Hawkstone Park International di domenica scorsa.

Passando a Ken Roczen, i campione tedesco ha rivelato che le lesioni al braccio sinistro e al gomito erano così gravi che il dottor Viola gli ha detto che avrebbe rischiato l'amputazione se non fosse stato operato immediatamente. È quasi certo che il 22enne tedesco non correrà più in questa stagione, e l'American Honda team manager Dan Betley ha affermato che il team non cercherà un pilota sostitutivo.

«Si passano mesi a prepararsi ed allenarsi, e si passa tanto tempo correndo senza mai cadere sul serio. Davvero, passano settimane senza cadere mai, e poi si manda tutto al vento per un piccolo incidente. Ad essere onesti, non credo di aver sbagliato nulla. Non come gli anni scorsi, dove mi dicevo "che stupidata ho fatto", ma quando corri in moto devi agire rapidamente ... molto! E alla fine non si può mettere in pausa il mondo e pensare per un secondo a ciò che si sta per fare. Si deve sempre fare affidamento sul proprio istinto, e non c'è niente di sbagliato in questo. È una parte del percorso di apprendimento e di miglioramento di un pilota. Ma come ho detto, mi piacerebbe guardare all'incidente e dire, ohhh questo è quello che è successo...! Ma non posso. Non sono sicuro se questo renda la cosa più facile o più difficile. Ad ogni modo mi sentivo più concentrato che mai, come si potrebbe dire dalla mia guida (almeno, secondo me), e poi qualcosa di tanto spaventoso è successo così in fretta. Ho avuto la fortuna di essermi solo distrutto il braccio, perché a quella velocità e altezza sarebbe potuta andare peggio. Ho avuto paura uscendo dalla prima operazione effettuata dal dottor Viola, il quale mi ha detto che se non fosse stata fatta subito avrei anche potuto perdere il braccio. Ho cominciato ad avere la sindrome compartimentale, ciò significa che i miei muscoli erano così gonfi dall'impatto che hanno smesso di ricevere il flusso sanguigno, smettendo lentamente di funzionare. E una volta che il muscolo è morto, non c'è modo di farlo riprendere. È stato un boccone amaro da mandare giù, ma sapete, sarebbe potuto essere anche peggio. Avevo voglia di raccontare la mia storia. Si. Ma è bene sapere che le cose stanno migliorando. Devo solo rassegnarmi a pazientare.»