Speciale Sei Giorni. Intervista ad Alex Salvini

Speciale Sei Giorni. Intervista ad Alex Salvini
Per la quinta volta la squadra italiana, al Trofeo, conta su Alex Salvini. Intervistare Alex è sempre un piacere
25 settembre 2012

Punti chiave

Esuberante, aperto, spiritoso, offre una visione delle cose sempre molto chiara e sempre con un pizzico di simpatia essenziale in alcuni casi. 27 anni, bolognese, Alex abita sulle colline di Bologna, a Monterenzio e quando gli chiedo l’età mi risponde così:
«27 anni appena compiuti, sono un vecchietto, ormai!»

Che numero è per te questa Sei giorni?
Comincia elencandole: «Cile, Portogallo, Mexico,Finlandia.. e questa sarà la quinta. Secondo anno di enduro e quinta sei giorni – ridacchia – un po’ strana 'sta cosa, no? L’anno scorso è andata abbastanza male con il fatto che ho rotto al secondo giorno ma vabbè…capita. Non ho rimpianto però, di correre tutta la gara perché l’anno scorso era davvero un disastro in Finlandia, fra il freddo, il fango, l’acqua e tutto il resto…- e aggiunge - quest’anno andiamo a fare il nostro lavoro, vediamo un po’. Sicuramente non sarà difficile fare meglio dell’anno scorso anche se non abbiamo una squadra super competitiva però dai, alla fine, se ognuno fa il suo lavoro…una volta che tutti hanno dato il massimo… poi vedremo. Sappiamo che i francesi sono ad un altro livello, anche i finlandesi hanno una buona squadra e poi c’è la Spagna… poi siamo lì…».

Sì d’accordo, ma sei giorni sono sei giorni, per tutti…
«E' vero, sei giorni sono sei giorni per tutti, basta guardare cosa è capitato a noi l’anno scorso, può succedere qualsiasi cosa, a livello della moto, o fisico, o di stanchezza… sei giorni sono sempre impegnativi, ma dipende anche dalla gara che troveremo…Tre anni fa sono stato lì a fare la mia prima vera gara di enduro, proprio in quelle zone, e me le ricordo bene…».

Brutte? Difficili?
Tira gli angoli della bocca e spalanca un po’ gli occhi «Eh sì, c’è da cavarsi il collo. E’ cazzuta, ma non credo che faranno una sei giorni così perché allora arrivai alla fine a malapena io, in un giorno, e quindi non credo che sia una roba del genere. Però non mi aspetto certo di trovare una gara facile, né tantomeno asciutta perché diciamolo, lì piove tutto l’anno e quindi…».

Tu sei uno che rende sul bagnato?

Sospira:
«Come sull’asciutto, dai. Diciamo sì e no, sicuramente preferisco i terreni duri ma sul bagnato me la sono sempre cavata, diciamo che contengo i danni… limito ecco, anche nel cross andavo abbastanza veloce sul fango».

Ti alleni ancora con il cross, vero?
«Sì, ma non più di tanto. Abbastanza, dai… negli ultimi mesi non ho toccato tantissimo la moto perché con questo caldo qua ti passa la voglia, dopo Fener (le ultime due gare di Assoluti, a luglio) non è che ho girato tantissimo. Vabbè, ho corso al Mondiale Enduro, in Svezia e Finlandia, dove è andata anche bene, due podi... Mi allenerò ancora prima della partenza, nel week end».

Con chi giri di solito?
«Nel cross mi alleno con gli amici, con Andrea Bartolini. Nell’enduro con Monni oppure da solo, oppure ancora con Max Bianconcini, che adesso ha preso la moto da enduro...».

Non ci credo! Hai convinto il Bianconcini a prendersi la moto da enduro?
«Eh sì, eh! Tutti quelli del Free Style adesso c’hanno la moto da enduro, li ho convinti tutti. E così usciamo con loro… però più che altro quando esco in moto lo faccio per divertirmi più che allenarmi. Le mie speciali alla fine sono sempre quelle, e allora preferisco uscire con gli amici, stai in giro anche tre o quattro ore, alla fine stai comunque in moto… questi due giorni di stage ad Aviano sono stati belli, sono venuti buoni e tutti insieme ci si tira sempre di più, piuttosto che quando giri da solo…come qualsiasi sport in allenamento, corsa in bici, a piedi, se la fai da solo ti adatti, ti adegui al ritmo che hai...».

Come vedi il gruppo, la squadra?
«Bene - risponde senza esitare - siamo un gruppo giovane, molto più giovane degli altri anni. Tutti abbastanza vicini come età, Maurizio è il più grande ma siamo tutti sotto i 30 anni e con molti intorno ai 22 o 23 anni, bello ! Dispiace un po’ perché… se tutti venivano potevamo avere una squadra forte, da puntare… – ci pensa su un attimo, sospira -…bè sulla carta la vittoria sembra più della Francia, però noi potevamo stare subito lì. Simone (Albergoni) è in forma, io anche, Oscar (Balletti) va forte, Manuel (Monni) nelle ultime gare è andato forte, eravamo tutti competitivi, Thomas avrebbe fatto la sua nella Junior, avremmo avuto due belle squadre,

Anche se non abbiamo una squadra super competitiva tutti facciamo il nostro lavoro, ormai che sei là fai il massimo che puoi fare

forti. (non sapeva ancora che Thomas sarebbe poi effettivamente partito con la junior). Anche se non abbiamo una squadra super competitiva tutti facciamo il nostro lavoro, ormai che sei là fai il massimo che puoi fare».

Tu sei un tipo carismatico, ci sono dei ragazzi che ti ammirano, che ti chiedono consigli?
«Devo dire che comunque – e fa una breve pausa - …sarà perchè sono uno dei più grandi, come età… perché sono un po’ più esuberante, estroverso, in effetti è vero è più facile che vengano a chiedere qualcosa a me piuttosto che agli altri (Oscar e Maurizio sono un po’ più introversi a livello di carattere, in effetti)... forse perché sono uno che da più confidenza e si trovano più a loro agio…mi fa piacere però, se riesco a dare una mano ai più giovani.Vedo anche agli Assoluti d’Italia quando sono lì alle gare, mi chiedono consigli, ma tu cosa faresti, come fai…L’unica cosa che vedo un po’… nei giovani così…- scuote un po’ la testa - Un po’ troppo morbidi, un po’…»

E mentre ci pensa su suggerisco: Poco aggressivi, forse? Bè, ma a quello si può rimediare, no?
«Sì però, vedo che…Sai anche ad Aviano, al ritiro di due giorni, nell’ultimo giorno gli altri non volevano fare l’ultimo giro e io dicevo, ma cavolo, ora che siamo qui con il percorso già pronto, abbiamo l’opportunità di sfruttare queste cose con i tempi, le fotocellule e tutto, e dai…fallo, no?».

Forse erano un po’ stanchi, con il caldo?
«Sì vabbè, dai, facciamo un’ora al giorno rispetto alle gare, quando stiamo in giro sei ore…non era poi ‘sta gran fatica».

Vi aspetta una bella ricognizione nei prossimi giorni. Una camminata lunga per controllare la speciale. Tu sei uno che sta attento? Uno scrupoloso in ricognizione?
«Sì si, sono uno attento, però…forse - e ridacchia - in quello devo ancora prendere qualche consiglio dagli altri… però ci sto abbastanza attento. Io non sono maniacale quanto altri che vogliono ricordarsi il singolo sasso o la radice, io preferisco ricordarmi il giro, ovvio se c’è un punto pericoloso o che fa la differenza cerchi di ricordartelo bene, però, specie alla Sei Giorni, che devi vedere tante speciali e le vedi una o due volte non è che te le puoi ricordare precisamente, basta che sai dove sei, per me è così, per altri magari è diverso, ognuno c’ha le sue abitudini».

In una Sei Giorni il fisico quanto fatica? Oppure è più una cosa mentale?

Il fisico dopo il secondo o terzo giorno si abitua, vai quasi d’inerzia, è a livello mentale il problema

«Non è tanto a livello fisico sai, comunque il fisico dopo il secondo o terzo giorno si abitua, vai quasi d’inerzia, è a livello mentale il problema. Arrivi al terzo giorno e diventa pesante per la testa iniziare la giornata, il terzo e il quarto giorno sono i più difficili. Poi quando sei in moto, vai, ma è la mattina il momento più difficile. I primi due giorni vai tranquillo perché è come una gara normale, sei abituato, il terzo e quarto sono i più duri, al quinto cominci a vedere la fine e quindi vai».

Parliamo di pronostici…
«Nella mia classe E 2 ci sono tutti i più forti, è come una gara di mondiale per me, non cambia niente. Sai com’è ci sono Aubert, Salminen, Renet, Guerrero…il pronostico è provare a fare il podio di classe e poi di squadra è un po’ imprevedibile la situazione… penso che dovremmo essere contenti di fare nei primi 5. Se viene il podio è oro che cola!».
 


Elisabetta Caracciolo

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