Sei Giorni 2013 Sardegna. Day 4. L’altra faccia della Sei Giorni. Francia OK, Italia in crisi

Sei Giorni 2013 Sardegna. Day 4. L’altra faccia della Sei Giorni. Francia OK, Italia in crisi
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La Sei Giorni Sardegna cambia scenario. Dopo tre giorni di Nord Est si passa al Sud Ovest (ma sempre rispetto a Olbia). I francesi allungano ed estendono il loro dominio. L’Italia, pur compattando i ranghi, accusa | P.Batini, Olbia
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3 ottobre 2013

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La Sei Giorni Sardegna cambia scenario. Dopo tre giorni di Nord Est si passa al Sud Ovest (ma sempre rispetto a Olbia). I francesi allungano ed estendono il loro dominio. L’Italia, pur compattando i ranghi, accusa.


Olbia, 3 ottobre 2013.
Per taluni la Sei Giorni Sardegna della quarta, e quindi anche quinta, tappa, è tutta un’altra cosa. È cambiato lo scenario, il percorso è diverso e caratterialmente più consono ai canoni della disciplina, è scomparso l’incubo della polvere, almeno per oggi, e l’impegno è più intenso, come si poteva sospettare a dar retta agli annunci ufficiali, ma non esageratamente. Resta pressappoco invariata la tipologia delle Prove Speciali, ma in questo caso non c’era comunque spazio per alternative di sorta, e fa, infine, la sua comparsa un controllo impegnativo e moderatamente “tirato”. La giornata di gara, insomma, diventa più omogeneamente… enduristica. Il plebiscito della Sei Giorni Sardegna tira un profondo sospiro di sollievo e riconosce che questa è la vera faccia dell’evento possibile ed auspicato, che coincide finalmente con il reale. È vero che è come dire che sinora la manifestazione è stata almeno un pelo sotto le attese, ma l’importante è, credo, che ci si possa comunque avviare verso un gran finale, o tale almeno da non lasciare rimpianti di sorta negli animi di partecipanti, Piloti, addetti, appassionati e turisti.


Purtroppo non è cambiata la facciata agonistica della gara, che resta perfettamente coerente con l’imprinting iniziale già imposto dai francesi. Ogni giorno che passa c’è una variazione sul tema. Sempre più ispirata nell’interpretazione dei transalpini, e purtroppo sincopata per quanto riguarda la nostra Squadra impegnata nel Trofeo. La stranezza è, semmai, che gli italiani non siano riusciti a ripetere la redditizia prova d’orgoglio mandata in scena il giorno precedente. Oddio, non cambia nulla, e nulla sarebbe cambiato comunque, ma sarebbe stato bello rimanere almeno virtualmente in corsa, congelando o erodendo il disavanzo, e dimostrando di esserci e di avere le carte in regola per cercare di onorare l’impegno pur non essendo in grado di mantenere le promesse. Invece Salvini, Monni, Balletti, Oldrati, Philippaerts e Albergoni,nell’ordine di arrivo di oggi) hanno aggiunto altri tre minuti e passa al già pesante ritardo (lasciamo stare che è frutto anche di una serie sfortunata da record) e, pur restando quarti, sono adesso a 15 minuti tremendi minuti dalla testa di quella Sei Giorni sulla quale, per certi comprensibili versi, avanzavano addirittura delle pretese. Quel che è peggio, se vogliamo, è che nella quarta giornata ha ristagnato quell’efficacia che avrebbe potuto rendere verosimile almeno il podio, che al contrario oggi si è ulteriormente allontanato di una altro passo. Insomma, sarebbe stato bello, ma non lo è.


Sarebbe stato bello essere inclusi in quell’unico paragrafo che rende interessantissima la six days sarda, e che ha per protagonisti australiani e americani, ma non noi. La loro ristretta sfida è molto accesa, e scandisce il ritmo dell’incertezza nella corsa per la conquista dei due restanti posti del Podio, dando per scontato, ormai, che il primo sia proprietà esclusiva della joint venture tra Antoine Meo, Johnny Aubert, Pierre-Alexandre Renet, Fabien Planet, Jeremy Joly e Rodrig Thain, nel nome della Nazionale francese.
Gli australiani hanno scavalcato gli americani ancora una volta, e tornano al secondo posto. Milner, quarto assoluto, non è stato il più forte di tutti ma ha potuto contare sul contributo decisivo di Joshua Strang, che ha fatto meglio di lui. Per contro gli americani hanno ritrovato Kurt Caselli ma non la necessaria lucidità per stare davanti. Tra gli australiani e gli americani ci sono adesso quarantacinque secondi di differenza. È vero che manca sempre meno alla fine, ma il traguardo resta ancora fuori fuoco per entrambe le formazioni, e rende agonisticamente avvincente la gara del Trofeo di questa Sei Giorni.


Se prendessimo la Sei Giorni come una gara individuale le sensazioni sarebbero un poco diverse, e molto più gratificanti. La lotta per la vittoria nell’Assoluta, infatti, segna il ritorno ad una configurazione dell’immediato passato, o prettamente “europea”, che è poi quella su cui poggiavano molte delle speranze e delle illusioni. Protagonista è il solito francese, Meo, che oggi non ha avuto rivali se non proprio Alex Salvini, tornato quasi al cento per cento del suo potenziale. Salvini ha avuto solo un inizio vagamente incerto, o non particolarmente incisivo, ma poi è risalito sulla cattedra conquistata nel Mondiale, e per davvero poco non è riuscito nel difficile compito di far dimenticare agli appassionati le “amarezze” della Nazionale. Alex, che è seguito da un tifo straordinario e commovente, non è riuscito a vincere l’Assoluta, ma si impone comunque nella E2 davanti a Renet e Strang. Parallelamente, per essere precisi, la E1 è di nuovo appannaggio di Cristobal Guerrero, e naturalmente, Milner permettendo, la E3 porta un’altra “tacca” sul ruolino di marcia di Antoine Meo.


Resta un po’ meno spalancata, ma verosimilmente aperta, la porta del successo per gli “Azzurrini” del Trofeo Junior. Gli italiani “giovani” perdono un minuto e mezzo nella rincorsa della giornata di oggi, ma restano agganciati alla locomotiva Francia, spinta potentemente in avanti da un’altra performance assoluta del suo nuovo leader, Loic Larrieu. Meglio di Giacomo Redondi, oggi, ha fatto Rudy Moroni che, con molti sacrifici e molto lavoro, oggi si conferma un’autentica speranza per il nostro futuro, e Gianluca Martini è appena dietro ai due compagni di Squadra. È significativo, a questo proposito, che la Squadra del Trofeo Junior abbia saputo contenere con autorevolezza il ritorno degli inglesi, terzi di giornata a dieci secondi dagli Azzurri.
 

La Nazionale femminile, infine, ha portato a termine egregiamente la quarta giornata di gara. Quarte, le ragazze di Paola Pelizzeni si sono avvicinate al rendimento delle francesi, e acquistano disinvoltura e sicurezza ogni giorno che passa. Peccato che manchino soltanto due giorni, vuol dire che le misure ad australiane e svedesi, lontane e imprendibili in testa alla Sei Giorni “W”, inizieremo a prenderle dalla prossima stagione.