Sei Giorni 2013 Sardegna. Day 2. Pressione e sfortuna. Francesi sempre più avanti, Italia in difficoltà

Sei Giorni 2013 Sardegna. Day 2. Pressione e sfortuna. Francesi sempre più avanti, Italia in difficoltà
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Seconda giornata della ISDE Sardegna non felice. Una tragica fatalità turba il paddock. Gli italiani mantengono la quarta posizione, ma Salvini è bersagliato dalla sfortuna e la situazione diventa difficile | P.Batini, Olbia
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1 ottobre 2013

Seconda giornata della ISDE Sardegna non felice. Una tragica fatalità turba il paddock. Gli italiani mantengono la quarta posizione, ma Salvini è bersagliato dalla sfortuna e la situazione diventa difficile.


Olbia, 1 ottobre 2013.
Il secondo dei sei giorni dell’ISDE 2013 non passerà certo agli annali della Storia della partecipazione italiana, né dell’Enduro, come uno delle più felici. Naturale, succede così quando sopraggiunge un imprevisto che rimescola le carte della mano e manda all’aria il piano. E l’imprevisto è arrivato. Ma quando la fatalità incrocia la sua traiettoria più triste con la festa, il cielo più azzurro diventa grigio, e gli animi si soffermano sulla riflessione. Purtroppo è successo anche questo, malauguratamente. È morto Walter Roggeri, che seguiva il figlio Davide iscritto alla gara dei club con il Desio, in un incidente stradale alle porte del paddock che ha congelato con la tragedia i suoi abitanti, da poco arrivati alla conclusione della giornata di gara. Le circostanze dell’incidente non sono ancora note, né servirà purtroppo più a Walter che vengano conosciute. È un lutto tangente alla Sei Giorni che lascia il segno, che scuote l’ambiente concentrato sino a quel drammatico momento esclusivamente sugli aspetti più felici di questa grande festa dello Sport. A Davide, ai suoi amici e ai suoi cari rivolgiamo il nostro pensiero triste.


Nello specifico della gara, il secondo giorno è abbinato all’eccezionale serie negativa che ha colpito la “punta di diamante” della formazione azzurra. Il risultato della serie è come nel gioco delle carte dei bambini, che se una carta viene scoperta, per punizione è esclusa dal gioco e rimessa in fondo al mazzo. Così, più o meno, è stato. Il primo giorno dell’ISDE Sardegna 2013 aveva “svelato” la carica che accompagnava la partecipazione di Alex Salvini, motivato all’inverosimile e traboccante di voglia di vincere, deciso a portare la propria Squadra a un risultato, fermo restando lo strapotere francese, almeno di prestigio. Il secondo giorno del bolognese inizia prima delle 00:00 e con i primi minuti del martedì. Salvini è appena rientrato dall’ospedale di Olbia, dove finalmente gli hanno tolto la lunga e insidiosa spina di… mirto che si era conficcata in un tendine dell’avambraccio sinistro. Alex si infila nel suo letto d’hotel, stordito dall’intervento e dall’anestesia, e sfinito dalla oltremodo lunga procedura richiesta da un intervento tutto sommato semplice. Figuriamoci che in un primo momento i sanitari avevano programmato l’operazione addirittura per il giorno dopo!


Comunque. Le condizioni non sono certo ideali per affrontare la seconda giornata, e non preludono a nulla di particolarmente incoraggiante. Ma Salvini non se ne cura e decide che troverà in pista, il mattino successivo, le risposte alle domande che si fiondano nella sua testa. La giornata non parte male. C’è da stringere i denti ma mantiene il contatto con la testa della corsa, che vede emergere Antoine Meo alla caccia dell’australiano Daniel Milner. Nella terza Speciale la moto di Salvini si ferma, bloccata dalla catena impastata di sabbia, e il Pilota scende oltre la cinquantesima posizione. Poco più avanti il danno è ancora più grosso, la rottura di una pedana nella collisione con un sasso, e al ritardo in Prova Salvini deve aggiungere anche tre minuti al controllo per riparare il guasto. Salvini porta le ossa intatte a Olbia, ma dopo aver portato la moto in Parco Chiuso, all’uscita dal recinto è visibilmente provato e si lascia prendere dallo sconforto: «Questa Sei Giorni è andata malissimo. L’incidente di ieri, la lunga attesa per l’operazione, la sabbia tra catena e corona, la pedana, minuti persi per sistemarla e minuti presi al controllo orario. La ferita mi ha fatto male per tutto io giorno, e non bastasse ci sono anche caduto sopra nell’ultima Speciale. Come la vedo? Male. Non so se domani parto!»


È indubbiamente una brutta “botta”. Per tutti noi, ma soprattutto per il Pilota. La situazione è davvero frustrante. Persino la mamma di Alex sembra presa dallo sconforto, e trova eccesiva la dose di sfortuna che è toccata al figlio. La Squadra deve cambiare strategie, e fare davvero quadrato attorno all’obiettivo. È necessario un surplus di bravura da parte di tutti. Lasciamo stare i francesi, ma americani e australiani non devono uscire dal reticolo al centro del mirino. Lasciare stare i francesi è una buona prospettiva, comunque inevitabile. Anche oggi i “transalpini” hanno dato spettacolo. Antoine Meo, per quanto ne dica, ha fatto prestissimo a prendere le misure con la moto di Nambotin che ha ereditato di forza dopo il forfait del Campione del Mondo della E3, e insieme a Johnny Aubert ha messo in un sandwich micidiale il bravissimo Daniel Milner. L’australiano, che è partito alla grande con una doppietta nelle prime due speciali, è poi scivolato. Meo non si è lasciato sfuggire l’opportunità e lo ha scavalcato, vincendo le ultime PS con il crescendo tipico delle sue gare di Mondiale. Inesorabile.


La Francia vola via, gli australiani tengono, e gli americani lanciano Robert Taylor, che non è un attore del passato ma il quarto assoluto nella graduatoria individuale del secondo giorno. Meo mattatore vince Assoluta e E3, il silenzioso e diligente Cristobal Guerrero fa sua la E1 e la stella dell’australiano Milner lascia la Croce del Sud per brillare in testa alla E2. L’Italia, di rimando ma con obiettivi che la rarefazione dei risultati va facendo ora ancor più ambiziosi, vince nei Club, ancora Micheluz e Gritti, e oggi anche Guido Conforti. Promuove a uomo del giorno del trofeo Deny Philipparts che, candidamente, non trova di meglio per commentarsi che stupirsi della prestazione personale, e consegna a Oscar Balletti il testimone di miglior italiano dopo due giorni di gara. La Squadra del Trofeo Junior resta fermante concreta nei propositi. Giacomo Redondi, Rudy Moroni, Gianluca Martini e Nicolò Mori, nell’ordine oggi, tengono aperta la porta verso un finale possibilista. Sono a un minuto dai francesi, che dal canto loro hanno scoperto la loro carta vincente del giorno, Loic Larrieu, un giovanotto lanciato quest’anno nel Mondiale dalla scuola di Eric Bernard.
Dopo due passaggi sullo stesso anello, il terzo giorno del programma Sei Giorni prevede ora una ripetizione… al contrario, con una piccola variante per l’eliminazione della prova speciale Marinella e l’introduzione della Basa. La Marinella non la piangerà nessuno. Oggi sembrava il teatro di un esperimento nucleare, e il fungo atomico di… polvere credo si potesse vedere dal satellite. Sulla Pittulongu, invece, la gara si è fermata per una mezz’ora, per consentire l’evacuazione di un Pilota caduto nella zona dell’uscita. Niente di grave, per fortuna, solo trenta minuti di ossigenazione regalati ai Piloti in attesa della ri-partenza.


Per quanto riguarda la polvere, e quei passaggi dove il triplo transito dei seicento ha creato condizioni di terreno e di atmosfera almeno imbarazzanti, forse sarebbe stato più opportuno pensare ad un piano “B”.
Ma si fa presto a puntare il dito. Certamente questa Sei Giorni è pane per i denti di coloro che si ritengono Enduristi, e che non dovrebbero dunque lamentarsi se ogni tanto gli tocca sgranocchiare una manciata di granelli di polvere. Vediamo come va più avanti.