Dakar 2016. Clamoroso: Marc Coma da pilota a direttore della Dakar

Dakar 2016. Clamoroso: Marc Coma da pilota a direttore della Dakar
Piero Batini
  • di Piero Batini
L’asso degli assi appende il casco al chiodo e diventa direttore sportivo della Dakar. Dodici partecipazioni, 5 vittorie, oltre 80.000 chilometri in corsa. La sua esperienza può fare davvero ancor più grande il mito della corsa
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
2 luglio 2015

Questa è grossa, clamorosa. E non ce l'aspettavamo proprio. Restiamo un poco increduli, il campione non risponde al telefono e se fosse il primo di aprile saprei dove origina la notizia dell’anno della Dakar. Ma non è così, è il 2 Luglio 2015 e bisogna prenderla per vera: Marc Coma lascia lo sport attivo, congela un curriculum leggendario e, all’indomani del suo ultimo Rally, il Sardegna Rally Race, passa dall’altra parte della barricata e diventa direttore sportivo della Dakar. Come dice il comunicato ufficiale di ASO, da oggi Marc Coma è il “co-pilota” di Etienne Lavigne, il direttore della Dakar, e ha già in programma per questo mese una sessione di ricognizioni in Sud America.

C’era chi dava Coma al volante di un’auto, chi addirittura di un camion, e chi come noi pensava che questa fosse la sua stagione chiave, alla rincorsa del record di Stephane Peterhansel, sei vittorie in moto, e poi si vedrà. Magari in auto, ma magari anche, perché no, alla guida del team KTM con il quale Marc ha vinto tutto, o ambasciatore della disciplina nella quale ha trovato la fortuna e il successo.
 

Siamo sempre stati convinti che quando un dakariano decide di lasciare quelle corse che sono un mondo a parte e, spesso, una ragione di vita, è perché è successo o succede qualcosa di grosso, di importante

Invece no, niente di tutto questo. Siamo sempre stati convinti che quando un dakariano decide di lasciare quelle corse che sono un mondo a parte e, spesso, una ragione di vita, è perché è successo o succede qualcosa di grosso, di importante. Questo non lo sappiamo ancora, Marc non risponde al telefono. Per questo, intanto passiamo la notizia, poi cercheremo di parlargli, e di sentire tra le pieghe della sua voce ben conosciuta le ragioni, le motivazioni del gesto, e i nuovi stimoli.

Sì, perché ce ne sono tanti, di nuovi stimoli per un campione che dalla Dakar ha avuto tutto e che ora, come egli stesso comunica ufficialmente nero su bianco, può essere in grado di restituire al rally e ai suoi partecipanti un’esperienza enorme. Marc è sempre stato pilota e dalla parte dei piloti, e ciò nonostante è riuscito a infilarsi nei panni degli organizzatori e ad avere un quadro sempre chiaro e, soprattutto, obiettivo, delle situazioni della maratona per definizione, anche le più critiche. Marc può essere l’uomo in grado di imprimere alla leggenda e al mito della Dakar un vigore nuovo e sconosciuto.

Per questo, forse, Marc ha deciso di prendere al volo quella che dice essere l’opportunità imbattibile di restituire alla Dakar tutto quello che la corsa gli ha dato.
Resta la sospensione dell’enorme clamore suscitato dalla notizia. Marc Coma, di Avià Barcellona, sette ottobre di non ricordo quando e non importa, è ancora giovane, debuttante alla Dakar nel 2002, 12 partecipazioni, cinque volte vincitore assolute, 25 vittorie di tappa, 81.639 chilometri in sella per il titolo più ambito della disciplina, ma anche 49 rally di campionato del mondo dal 2003, 49 partecipazioni fino all’ultima del Sardegna Rally Race e 31 rally vinti, 27 podi consecutivi, 124.459 chilometri di deserti a fuoco, e 6 volte campione del mondo Cross-country, tutto d’un fiato, Marc Coma dicevamo, ha preso la sua decisione.

Sicuramente il salto dall’altra parte è un bene per la disciplina, ma ci lascia di sasso!

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