20 anni di sport. Dakar 2007: Lisbona-Dakar

20 anni di sport. Dakar 2007: Lisbona-Dakar
Piero Batini
  • di Piero Batini
Ventinovesima edizione, alla grande. Però è l’ultima che va in scena al Teatro dell’Opera: l’Africa. Incredibili colpi di scena, vincono Cyril Despres, 2° successo, e Peterhansel-Cottret, 3°. Moto.it festeggia dieci anni di “carriera”
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
10 ottobre 2017

Dakar, 21 Gennaio 2007. Come succederà l’anno prossimo per la Perù-Bolivia-Argentina, la 19ma Lisbona-Dakar parte il 6 gennaio. Beh, allora succede dalla Capitale portoghese. Si concluderà, come tutte le edizioni ad eccezione di quelle del 1994, Parigi, 2000, Il Cairo, e 2003, Sharm El Sheik, a Dakar il 21 gennaio.


La Dakar è tornata grande e grossa, siamo ormai oltre il muro dei 500 veicoli alla partenza, e tra questi ben 231 moto, una volta e mezzo il povero ordine di partenza del “basso” storico del 1993. In programma quasi 8.000 chilometri, di questi più della metà di Prove Speciali in 15 tappe, due gruppi separati dalla giornata di riposo di Atar. Attraversamento di Portogallo, Marocco, Mauritania, Mali e arrivo in Senegal, sulla spiaggia del Lago Rosa di Dakar. Un “classico”, a parte Parigi sempre più lontana. I Campioni in carica sono Luc Alphand, “mitico” ex sciatore francese oggi ambasciatore del Silk Way Rally e cronista di Eurosport, con una Mitsubishi, Marc Coma con l’infallibile KTM, Vladimir Chagin con il Camion russo Kamaz.
 


I numeri sono importanti. Se la partecipazione ufficiale tra le moto risente del dominio di KTM, solo Yamaha e Honda sono rappresentate in forma appena assistita, e da realtà locali, tra le auto l’impegno di Volkswagen inizia a farsi “minacciosa” alternativa al “potere” Mitsubishi, così come è una realtà l’evoluzione del Team BMW X-raid che dovrà comunque mettersi in coda e aspettare altri cinque anni prima di vedere concretizzate le proprie ambizioni. Lisbona è un delirio di passione, e il bis concesso alla capitale come città di partenza è pienamente meritato. L’avvio è di marca “iberica”, Faria e Sousa nella prima “mossa”, Rodrigues e Sainz nella seconda che porta a Malaga. Cyril Despres rompe il cambio nella prima tappa marocchina, che riesce comunque a concludere rimanendo in gara, e ne approfittano Coma (Tappa) e Esteve (Provvisoria Generale). Sono due dei Piloti che caratterizzeranno, insieme a Jordi Viladoms e Chris Blais, tre quarti della Corsa delle Moto. Intanto le Volkswagen sembrano aver rotto il ghiaccio e dilagano con Sainz in testa e la “percussione” di De Villiers alle sue spalle. Insieme lo spagnolo e il sudafricano vinceranno per VW altre nove Tappe in aggiunta alla prima di Sousa. Sia la corsa delle auto che quella delle Moto sono apparentemente stabili e agevolmente nelle mani dei leader di Volkswagen e KTM. Ma il bello deve ancora venire, e arriva puntuale con un paio di colpi di scena niente male.
 


Il “colpaccio” di scena per le auto irrompe durante la Tichit-Nema, anche se, per la verità, già dopo la giornata di riposo, nella tappa tra Atar e Tichit, Carlos Sainz aveva accusato i primi problemi allo sterzo della Race Touareg. In un “colpo” solo la squadra Volkswagen affonda, Giniel de Villiers con il motore rotto e El Matador con irrisolvibili, in pista, problemi di natura elettrica. Senza colpo ferire, ovvero senza vincere una sola tappa, gli equipaggi Peterhansel-Cottret e Alphand-Picard saltano al comando della corsa. Il bello è che le Vokswagen continueranno a vincere, e le Mitsubishi a non riuscirci, ma dopo altre quattro tappe a Nema, Ayoun el Atrouss, Tanbacounda e Dakar, Peterhansel e Alphand saliranno nell’ordine sul podio che accoglierà anche Schlesser ma nessuna VW. La prima Touareg sarà quella dell’americano Miller, quarta, senz’altro la meno accreditata del potente Squadrone tedesco che dovrà aspettare ancora due anni per vincere.

Foto: AFP
Foto: AFP


Il colpo di scena della gara delle moto arriva a due giorni da Dakar, sulla 13ma tappa tra Kayes e Tambacounda e poco oltre il cinquantesimo chilometro della Speciale. Marc Coma si smarrisce nel labirinto del “bush”, e il crollo definitivo arriva poco dopo contro il ramo di un albero. Il catalano perde per un attimo conoscenza, ma definitivamente la corsa. In testa sale, per rimanerci fino a Dakar, Cyril Despres (leggi il suo racconto), che conquista così il suo secondo alloro e vede premiata, ancora una volta, la formidabile capacità di rimanere agganciato agli obiettivi, anche nelle situazioni peggiori. Despres vince davanti a David Castera, oggi suo compagno nell’abitacolo delle Peugeot DKR, e all’americano Chris Blais. Ronconi, Capodacqua, Miotto, Mei e l’”oriundo” Cucurachi sono gli unici italiani al traguardo.


Fallisce la “sfida” PanDakar, le due “Pandine” degli Equipaggi Saby-Briani e Biasion-Siviero sono fermate dalle dune della 4a tappa in Marocco, ma la “faccenda” sarà regolata dieci anni dopo da Giulio Verzeletti, che porterà a termine la Paraguay-Bolivia-Argentina con Antonio Cabini. Ma poi che ve lo dico a fare, questa è cronaca dei nostri giorni! Il Man di Stacey-Gotlib-Der Kinderen vince la Gara dei Camion.


Poco dopo l’arrivo della Dakar, rientrato in Italia, ricevo una telefonata da Moto.it. Con Ippolito ricorriamo il decennale della nostra conoscenza e i successi del giornale. “La prossima la facciamo insieme!”
 

La Dakar 2007 marca la storia ben oltre lo spessore dei suoi colpi di scena, perché diventerà l’ultima edizione corsa in Africa


La Dakar 2007 marca la storia ben oltre lo spessore dei suoi colpi di scena, perché diventerà l’ultima edizione corsa in Africa. L’anno successivo, infatti, tutto pronto per una nuova partenza da Lisbona, 550 iscritti e un nuovo attraversamento di Marocco, Mauritania e Senegal, 4 turisti francesi e 3 militari mauritani vengono assassinati. Il peso della minaccia terroristica, la mancanza di una plausibile copertura assicurativa e l’invito esplicito del governo francese inducono Etienne Lavigne, ancora oggi Direttore della Dakar, ad annunciare, in pieno frangente di verifiche a Lisbona, l’annullamento del Rally. È la prima volta, in trent’anni, che succede. L'unica.


Intanto ASO era già al lavoro in Sud America su un altro evento, da affiancare eventualmente alla Dakar. E fu così che, appena un anno dopo, lo “studio” di Tiziano Siviero fu promosso a Dakar Argentina-Cile-Argentina 2009.

 

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