SBK. Le pagelle del GP di Magny Cours

SBK. Le pagelle del GP di Magny Cours
Carlo Baldi
Un weekend dominato da Sykes e dalla Kawasaki che ha vinto tutto quello che c’era da vincere. Doveva essere il weekend della rivincita di Guintoli, ma si è rivelato invece la consacrazione di Sykes | C. Baldi, Magny Cours
7 ottobre 2013

Punti chiave

 

 Un weekend dominato da Sykes e dalla Kawasaki che ha vinto tutto quello che c’era da vincere : la gara della Stock 600 con Nocco, la Supersport con Sofuoglu, la Stock 1000 con Guarnoni, le due gare Superbike e la Superpole con il pilota inglese che in Francia si è di nuovo trasformato nel verde Hulk che avevamo già visto a Donington e a Imola, dove Tom aveva messo a segno le altre sue doppiette di questa stagione. Doveva essere il weekend della rivincita di Guintoli e dell’Aprilia, ma si è rivelato invece  la consacrazione di Sykes e della Kawasaki. E a chi in gara uno, fermata definitivamente dalla bandiera rossa a cinque giri dal termine, si chiedeva cosa sarebbe potuto succedere nei giri finali a Sykes e alla sua Ninja che spesso andava in crisi con le gomme, Tom ha risposto nella seconda manche, quando negli ultimi tre giri ha inflitto oltre due secondi di distacco ai suoi inseguitori Laverty e Guintoli, che sono stati graziati dall’ennesima bandiera rossa, che li ha rimessi in gioco dopo che i due, dato ormai per perso il gradino più alto del podio, si erano messi a battagliare per il primato in gara ed anche in campionato, visto che i due in classifica sono divisi da un solo punto.

La bandiera rossa dà e la bandiera rossa toglie. A Laguna Seca Guintli era stato penalizzato per ben due vote dalla red flag che gli aveva impedito di vincere la prima manche. La stessa bandiera oggi lo ha tenuto ancora in corsa per il titolo, anche se per lui come per il suo compagno di squadra, resta solo la matematica a giustificare le speranze marcate Aprilia. I tre piloti in lotta per il titolo sono stati i protagonisti delle due gare francesi, ma alle loro spalle si è messo in mostra un sorprendete Davide Giugliano. Sorprendente perché in pochi mesi il giovane pilota del team Althea si è strappato di dosso la prematura etichetta di pilota irruento ed incapace di gestire il suo talento, per mostrarsi invece concreto e capace di leggere non solo la gara, ma anche le sue effettive possibilità in ogni frangente.

Nella giornata della Kawasaki affonda la corrazzata BMW che a Magny Cours ha raccolto solo briciole. Ci auguriamo che in Spagna la casa tedesca possa raccogliere risultati decisamente migliori, per non lasciare la Superbike in tono dimesso dopo che per anni ha investito grandi energie e risorse. Continua ad essere travagliata la stagione della Ducati. Dopo Checa, Badovini, Canepa, Baiocco, La Marra e Hayden (tra test e gare) è toccato a Pirro salire sulla Panigale. “La moto mi consente di entrare forte in curva - ci aveva detto Michele venerdì sera - ma in percorrenza la ruota posteriore tende a perdere aderenza”. Detto fatto il pilota di San Giovanni Rotondo è caduto sia in prova che in gara, però in gara uno con il suo sesto posto ha dimostrato di essere forse il pilota più adatto a proseguire lo sviluppo della controversa 1199. Ironia della sorte un inossidabile Lanzi, con la quasi pensionata 1098 ed un team al debutto, raccoglie gli stessi punti di Badovini ed è il primo pilota Ducati in gara due. 

Musi lunghi a Borgo Panigale ma anche a Tokio, visto che Fabrizio ed Haslam non vanno più in la di due onesti piazzamenti nella prima manche mentre si devono entrambi fermare per problemi tecnici nella seconda. Complimenti a Vincent Philippe, che sale sulla moto di Camier e non lo fa rimpiangere più di tanto. Ma la nostra stima e solidarietà va alle migliaia di motard francesi che hanno sfidato pioggia, nebbia e freddo ed hanno raggiunto il circuito in moto. Nei tre giorni sono stati oltre 70.000 gli spettatori che hanno affollato tribune e paddock della Superbike e finalmente abbiamo rivisto tante moto e tanti appassionati.


Uno sguardo alle altre categorie dove Sam Lowes ha vinto il mondiale Supersport ed il prossimo anno correrà in Moto2. Trionfo francese in Stock 1000 con Guintoli che si aggiudica la gara e Barrier che si laurea campione. Resta ancora da aggiudicare il titolo della Stock 600 che vede ancora in lizza gli italiani Morbidelli, Gamarino e Nocco. La classe dei più giovani parla italiano.

 

Ecco le nostre pagelle

Tom Sykes
Tom Sykes

Tom Sykes – Chiude i conti con Magny Cours dove lo scorso anno aveva perso il titolo per mezzo punto, aggiudicandosi le due gare, il giro record della pista e la Superpole. Senza i problemi di usura gomme che da sempre caratterizzano la sua moto, l’inglese avrebbe vinto il titolo con parecchie gare di anticipo. Nel motociclismo non si può mai dire, ma Tom questo mondiale se lo meriterebbe tutto. Immenso. Voto 10 e lode

 

Sylvain Guintoli – Nemmeno l’aria di casa riesce a dargli un poco di grinta. Sykes lo annichilisce. Lui si impegna ma poi non gli resta che contendere la piazza d’onore al suo compagno di squadra. Probabilmente riuscirà a perdere un mondiale pur cavalcando la moto migliore. Secondo in gara uno ed in Superpole, terzo in gara due e in classifica. Piazzato. Voto 7

 

Eugene Laverty – Un finale di stagione in crescendo con tre vittorie e nove podi nelle ultime dieci gare. Se fosse stato così costante sin dall’inizio Sykes avrebbe avuto vita durissima. In Francia si deve inchinare a Hulk, ma resta secondo in classifica. Peccato che il prossimo anno emigri in GP, la Superbike perde un protagonista. Voto 7

 

Davide Giugliano – In partenza ci prova a stare con gli ufficiali in lotta per il titolo, ma poi perde il contatto, lotta con quelli della BMW e gli sta davanti. Forse il Giugliano di inizio stagione avrebbe provato a resistere a Sykes e compagnia e sarebbe caduto, ma ormai Davide ha imparato a gestire il suo talento e sa quando accontentarsi. Il cavallo imbizzarrito è diventato un purosangue da corsa. Voto 8

 

Marco Melandri – Il Melandri visto a Magny Cours ci è apparso subito rassegnato, disilluso e stufo di lottare con una moto che non gli permette di vincere. In gara due commette un errore per tenere la ruota di Giugliano, ma poi si esibisce in una rimonta fantastica, superando gli avversari come birilli. Uno così sull’Aprilia fa paura. Voto 6

 

Chaz Davies - Finale di stagione opaco per Chaz che paga più del suo compagno i problemi di asseto della S1000RR. Forse deconcentrato dalle voci di mercato, in Francia prima cade e poi timbra il cartellino. Voto 5,5

 

Michele Pirro – Ecco l’uomo giusto per la Ducati Superbike. Michele è un bravo collaudatore, votato alla causa Ducati, ma ci dà anche tanto gas. Può vantare una lunga esperienza, maturata in un questo anno trascorso a fare da collaudatore in pista. Sesto in gara uno al debutto in Superbike, cade nella seconda, ma il bilancio è positivo. Ducati pensaci. Voto 6,5

 

Michele Pirro
Michele Pirro

Ayrton Badovini – La Panigale a lungo andare logora. Ayrton è stanco e nervoso. Sente l’antagonismo con l’ennesimo compagno di squadra e non guida sereno. Non sente mai fare il suo nome nei programmi Ducati per il prossimo anno e questo di certo non lo carica. Il piede sta meglio, ma il morale no. Voto 5,5

 

Lorenzo Lanzi – Certe favole si realizzano solo in Superbike. Prendete una vecchia 1098, un gruppo volenteroso e competente, un pilota semi dimenticato e gettateli sulla pista di Magny Cours. Il risultato sarà sorprendete. Lorenzo non si è dimenticato di come si guida e la ruggine per la sua lunga inattività era sparita già il venerdì. Superbike style. Voto 7

 

Vincent Philippe – Lo conoscevano solo gli esperti di endurance (ed in Italia sono pochi) e pur conoscendo Magny Cours ad occhi chiusi, ci si aspettava di vederlo in fondo alla classifica. Il francese però ha stupito tutti e in gara due ha conquistato un ottimo sesto posto. Bravo nella prima manche a non rispondere a Elias che prima lo butta in terra e poi lo cazzia pure. Sorpresa. Voto 7

 

Toni Elias – Eravamo convinti che Istanbul fosse stato il suo trampolino di lancio, ma lo spagnolo invece sta facendo come i gamberi. Undicesimo in Superpole, cade in gara uno ed è ottavo in gara due. Speriamo che l’aria di casa a Jerez gli ridia serenità e vigore. Voto 5

 

Jules Cluzel – Riesce nell’impresa di cadere in entrambe le gare davanti al suo pubblico. Nella seconda si rialza e porta a casa due punti. Tradito dall’emozione. Voto 5

 

Michel Fabrizio – Mostra evidenti segni di ripresa e si vede che inizia a capirci qualcosa della CBR. Quinto in Superpole lotta nel gruppone in entrambe le gare, ma raccoglie solo un settimo posto. Si mette in mostra alla ricerca di un team per il 2014. Speriamo lo trovi. Voto 6,5

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