SBK. Le pagelle di Magny Cours

SBK. Le pagelle di Magny Cours
Carlo Baldi
Quello di Magny Cours è stato un weekend impegnativo per tutti, anche perché l’atmosfera che si respirava nel paddock era molto strana, con nell'aria voci sul mercato piloti e considerazioni sulla Dorna | C. Baldi, Magny Cours
7 ottobre 2012

Punti chiave

Quando Biaggi diceva di voler vincere il mondiale con ogni “mezzo” non pensavamo si riferisse al mezzo punto che gli ha consentito di aggiudicarsi il suo sesto titolo mondiale (secondo Superbike). A parte gli scherzi avevamo più volte scritto che questo campionato 2012 si sarebbe risolto solo all’ultima gara, ma che tra il primo ed il secondo ci potesse essere una differenza di mezzo punto non ce l’aspettavamo nemmeno noi. E a dire il vero ci attendevamo una lotta per il titolo ristretta ai soli Biaggi e Melandri, ma siamo contenti che invece si sia imperiosamente inserito anche Tom Sykes pilota spesso sottovalutato ma che quest’anno ha fatto vedere di cosa è capace.

Quello di Magny Cours è stato un weekend impegnativo per tutti, anche perché l’atmosfera che si respirava nel paddock era molto strana. Quasi surreale. Più che delle gare, dei tempi e delle moto si parlava di Dorna e del mercato piloti.

L’attualità ci allontanava dalla pista, che però domenica ha attirato prepotentemente l’attenzione di tutti con gare incredibili, ad iniziare da quella della Superstock 1000. Una gara vinta da Guarnoni che ha consacrato meritatamente campione Sylvain Barrier ed ha vissuto il dramma di La Marra e Staring, che sono caduti ed hanno dato via libera al francese. Staring si è anche rialzato ed è passato da diciottesimo a quinto, ma non è bastato. Bravi ragazzi, tutto cuore, impeto e passione.

E le gare della classe maggiore non sono state da meno. Biaggi in terra in gara uno e Sykes che vince caparbiamente gara due. Ma alla fine quel mezzo punto decide tutto.
E’ stata anche la domenica dei francesi che, a casa loro, hanno vinto tutto (Guarnoni in Stock 1000, Cluzel in Supersport e Guintoli in gara uno) ad eccezione della seconda manche della Superbike. Grandeur. Biaggi sugli altari, ma Sykes esce a testa alta dal duello con “l’esacampione” del mondo. Chi invece ne esce con le ossa rotte (purtroppo anche fisicamente) è Melandri che a Magny Cours dopo aver visto un raggio di sole è poi ripiombato nel buio.


Cambiamenti


Una domenica fatta anche di addii. Addii dolorosi. La Ducati ha salutato la sua gloriosa 1198R, che Checa avrebbe tanto voluto portare per l’ultima volta sul podio. Una moto vincente che ha fatto la storia della casa di Borgo Panigale e della Superbike. Un addio (o un arrivederci) doloroso anche per La7 che dopo tanti anni lascia la Superbike nelle mani di Mediaset. Nell’attesa che Italia 1 (o 2) ci dimostri di saper fare meglio di quanto faceva La7, lasciateci salutare con affetto Calia, Vignando e Sanchini che con i loro pregi ed i loro difetti hanno sempre interpretato al meglio quello che è stato il vero spirito della Superbike ed hanno vissuto con noi tutti lo spettacolo delle gare.

Ma con la gara di Magny Cours si è chiusa un’era, in quanto a breve la Superbike non verrà più gestita da chi l’ha creata, vale a dire dalla famiglia Flammini, ma dalla Dorna. Moto.it dedicherà presto un articolo a questo importante argomento, ma per il momento non possiamo che prendere atto del fatto che dal prossimo anno sarà la Dorna a governare in SBK. Paolo Flammini in una brevissima conferenza stampa tenutasi domenica mattina a Magny Couts, ha comunicato alla stampa che nulla cambierà e che lui e tutto il suo staff è pronto a collaborare per il bene del mondiale delle derivate dalla serie. Ne prendiamo atto anche se stentiamo a credere che possa nascere una collaborazione tra Infront Motorsports e Dorna.

E infine un plauso al Gruppo Piaggio che ha raggiunto 101 titoli mondiali (sommando quelli di tutti i marchi che confluiscono nel gruppo) e all’Aprilia che con il mondiale di Max e quello costruttori conquistati ieri davanti alla BMW è a quota 51.


Pagelle


E’ stato un weekend che verrà ricordato a lungo e che è entrato di diritto nella storia della Superbike e del motociclismo. Diamo come sempre i nostri voti ai piloti che questa storia l’hanno scritta con il loro talento.


Max Biaggi
– Max non è simpatico a tutti e a volte ha un carattere scontroso. Ma lui di lavoro non fa lo show man bensì il pilota. Ed il pilota non si discute. Ha vinto per mezzo punto, ma ha meritato questo suo sesto titolo mondiale. Ha iniziato la stagione con una squadra che non conosceva, ma è sempre stato uno schiacciasassi che ha macinato ad uno ad uno tutti i suoi avversari. Ha avuto un periodo di crisi, ma ne è uscito in fretta e alla grande. Ha sempre fatto la cosa giusta, con una determinazione che ha sfiorato il cinismo. Addebitate come preferite la sua vittoria ai tre punti che in Russia gli ha regalato Laverty oppure ai tre che lui ha caparbiamente conquistato al Nurburgring, dopo essere caduto e ripartito in ultima posizione. Dovendo assegnargli un voto per quanto ha fatto a Magny Cours, ricordiamo che ha sbagliato in Superpole ed è caduto in gara uno, rischiando di rovinare tutto. Poi però nella seconda manche è intervenuto chirurgicamente con una capacità di interpretare la gara che solo i campioni possono avere. Voto 8


Tom Sykes – Veste di verde ed è inglese proprio come Robin Hood e proprio come lui ha cercato di rubare ai ricchi (di vittorie) dell’Aprilia, per dare ai poveri della Kawasaki. Ma non sempre le favole hanno un lieto fine. Per vincere un mondiale ci vuole un pacchetto giusto, composto da moto, pilota, team ed un poco di fortuna. Lui ha fatto il massimo, ma la sua moto non sempre è stata all’altezza della situazione e la dea bendata non gli ha dato una mano. Del suo mondiale 2012 vogliamo ricordare il suo sorriso sul podio, dopo aver perso un campionato per un solo punto. Da Libro Cuore. Voto 10


Marco Melandri – Dall’altare alla polvere. Quando è balzato in testa al mondiale interrompendo l’egemonia di Biaggi avevamo scritto : chi lo può fermare? Nessuno. Si è fermato da solo. In Francia aveva fatto bene in

Marco Melandri
Marco Melandri

prova e in gara uno aveva riacceso una tenue fiammella di speranza, spazzata via dalla brutta caduta di gara due. Ancora una caduta, la quarta in cinque gare. Per fortuna non si è fatto male seriamente e per fortuna questo campionato è finito. Voto 5,5


Sylvain Guintoli – L’aria di casa lo esalta e con la sua terza vittoria stagionale il francese ha completato un finale di campionato da incorniciare. Imprendibile sul bagnato, Sylvain è andato forte anche sull’asciutto. Il prossimo anno correrà con la Suzuki del team Crescent Suzuki e se la moto lo assisterà potrà essere uno dei protagonisti. Bravò. Voto 8,5


Jonathan Rea – La pista bagnata gli ha fatto un terribile scherzo in gara uno ed ha interrotto la sua cavalcata solitaria, ma potrebbe essere stato anche un calo di concentrazione. Nella seconda manche ha atteso paziente alle spalle di Sykes e Guintoli per poi soffiare la seconda piazza al francese. Johnny sta maturando (anche grazie all’esperienza in MotoGP) e la sua posizioni di classifica, subito alle spalle dei mostri sacri della SBK lo sta a dimostrare. Voto 7,5


Carlos Checa – Ci teneva tanto a portare per l’ultima volta sul podio la moto che gli ha consentito di conquistare il suo primo titolo mondiale. Ci riesce in Superpole, ma nella prima manche cade (ancora) mentre nella seconda fa passerella assieme al suo compagno di squadra. Forse era già con la testa sulla Panigale. Voto 6,5


Eugene Laverty – Fatica nelle prove ma poi si risveglia in Superpole e parte in prima fila. Sente la tensione della sua squadra e corre facendo attenzione alla tabella che gli espongono dal suo box. Perde il duello con Badovini in gara uno e rallenta aspettando Biaggi in gara due ma gli finisce comunque davanti. Distratto. Voto 6

Davide Giugliano
Davide Giugliano


Davide Giugliano – Sesto ed ottavo, raccoglie punti senza far vedere qualche lampo della sua classe. Così come Baz, è in un periodo di maturazione a metà tra la rivelazione e la conferma. Può contare su di una squadra che lo segue come un figlio, ma deve comunque ancora completare la sua maturazione. Suo il giro veloce di gara due. Voto 6,5


Ayrton Badovini – Fa di tutto per mettersi in mostra e per ricordare a tutti che lui una Superbike la meriterebbe anche il prossimo anno. Finisce davanti a Laverty nella prima manche ed è nono nella seconda. Forse sarebbe servita una prestazione migliore, ma noi speriamo comunque di vederlo in Superbike anche il prossimo anno. Voto 6


Claudio Corti – Dopo tre anni di asfittiche Moto2 non è facile per lui domare i cavalli della Ninja e soprattutto abituarsi in fretta all’elettronica. Gli bastano quattro turni per fare una buona Superpole, raccogliere undici punti in gara e dimostrare che la moto di Pedercini non va affatto piano. Il tutto senza un errore o una scivolata. Ma non vorrai mica davvero tornare in Moto2? Voto 7,5