Rossi: "Me la posso giocare con Lorenzo", e gli altri non stanno a guardare

Rossi: "Me la posso giocare con Lorenzo", e gli altri non stanno a guardare
Giovanni Zamagni
Vediamo cosa hanno detto gli ultimi test prima del debutto in Qatar, rispettando l’ordine della classifica combinata della sessione spagnola | G. Zamagni, Jerez
26 marzo 2013

 JEREZ – Sono stati tre giorni pesantemente condizionati dal meteo: sabato si è girato sul bagnato, mentre domenica e lunedì si è provato con l’asciutto per un totale di sole cinque ore. Vediamo comunque cosa hanno detto gli ultimi test prima del debutto in Qatar, rispettando l’ordine della classifica combinata della sessione spagnola.


CAL CRUTCHLOW – IN CRESCITA


Secondo Valentino Rossi, Cal Crutchlow «è stato la sorpresa di questi test». Costantemente veloce, Cal ha conquistato il miglior tempo nell’ultima sessione, girando sempre su un passo da primato: solo Jorge Lorenzo è stato più costante di lui. La sua Yamaha è inferiore a quella dei due piloti ufficiali, ma è comunque una moto più che competitiva: se Crutchlow riuscirà a mantenere questa costanza di rendimento anche in gara, può tranquillamente inserirsi nella lotta per il podio.
«A parte l’elettronica – commenta il simpatico pilota britannico – la mia M1 è esattamente identica a quella del 2012. In Malesia ero un po’ frustrato per questo: mi sembrava assurdo andare a girare a Sepang per sei giorni senza aver nulla da provare. Poi la Yamaha mi ha spiegato la situazione, l’ho capita e mi sono tranquillizzato: purtroppo non ci sono i soldi per costruire una moto per me. Gli ufficiali sono tre step avanti di telaio e ogni volta migliorano qualche aspetto: di poco, ma accade. Comunque la mia è una moto competitiva: Lorenzo vincerebbe anche con questa M1. Mi è stato detto che per almeno 4 GP la situazione non cambierà, poi si vedrà».


VALENTINO ROSSI – IN CRESCITA


Dopo due test travagliati – il secondo di Sepang e quello di Austin – Valentino Rossi è tornato a sorridere, conquistando domenica il miglior tempo e finendo solo alle spalle di Crutchlow per pochi millesimi. Al di là del singolo giro, Valentino è andato forte a Jerez – un po’ meno sul bagnato, ma non erano prove completamente veritiere – girando con un ottimo passo, grazie anche a una modifica di assetto (un forcellone più corto? Confrontando la sua moto con quella di Lorenzo sembrerebbe questa la differenza) che, finalmente, ha soddisfatto Rossi. Come ha sottolineato lo stesso Valentino, nelle prime due gare dovrà probabilmente difendersi, poi punterà alla vittoria.


«E’ stato un inverno positivo, concluso con una buona prestazione a Jerez. Vado in Qatar soddisfatto, ben sapendo che quello non è un circuito speciale per me: nelle prime due gare, probabilmente, ci sarà da soffrire, poi saremo più competitivi, perché con la moto mi sento a mio agio e abbiamo lavorato bene. Per quanto riguarda gli avversari, Marquez è stato abbastanza impressionante, Pedrosa si fa sempre fatica a capire a che livello è, Lorenzo è quello che ha lavorato meglio: da questi test è emerso che io me la posso giocare con loro. Mi sento competitivo, ho un buon feeling con la moto e questo mi permette di spingere al 100%. Oggi ho anche provato il nuovo telaio: non mi ha convinto al 100%, avremmo avuto bisogno di più tempo. Lo testeremo meglio in un’altra occasione: in Qatar e ad Austin utilizzerò quello standard. Per la prima gara l’obiettivo è salire sul podio. Per il momento, essere tornato competitivo è una bella soddisfazione, però conta solo il campionato e le gare vere. Ogni volta è una prova, anche se ho vinto nove mondiali e 105 GP, come tutti sono sempre sotto esame. Anzi, forse anche più degli altri e basta un turno di prove che non va bene e divento subito vecchio… Ma va bene così, questo è lo sport. Complessivamente sono soddisfatto del mio inverno, è andata un po’ come mi aspettavo: sapevo di poter essere molto competitivo in alcune piste, più in difficoltà in altre, come Austin. Quindi, per essere costantemente competitivo devo migliorare in alcuni aspetti, ma il bilancio è certamente positivo: ho girato forte sia a Sepang sia a Jerez. Ho delle buone sensazioni».

 


JORGE LORENZO – COSTANTE


A parte in una occasione a Sepang e sabato a Jerez sul bagnato, Jorge Lorenzo non è mai stato il più veloce in assoluto, ma è senza dubbio lui quello che ha girato con maggiore costanza su tempi da primato. Insomma, il solito “martillo”, che ha lavorato solo ed esclusivamente in funzione della gara, senza preoccuparsi troppo del cronometro. Anche lunedì, mentre i rivali montavano gomme nuove a ripetizione per cercare di abbassare il tempo, Lorenzo stava effettuando una simulazione gara, con tempi di assoluto rispetto: in altre parole, per vincere, bisognerà battere Jorge.
«Abbiamo provato poco a Jerez, ma, alla fine, sono state giornate positive e siamo anche riusciti a testare il nuovo telaio, che da un po’ più di stabilità in accelerazione, ma ha anche alcuni aspetti negativi. Lo riproverò in Qatar, dove avrò una moto con la ciclistica standard e una con quella evoluzione. Nel finale ho provato a fare una simulazione gara, anche se le condizioni della pista erano tutt’altro ottimali: non ho potuto finirla, perché era terminato il tempo, ma nel complesso sono soddisfatto. Abbiamo lavorato bene».

 


DANI PEDROSA – COSTANTE


Lunedì non è nemmeno sceso in pista – «perché non avevo più nulla da provare e le condizioni dell’asfalto non erano ottimali» -, ma anche a Jerez Pedrosa si è confermato velocissimo e in grande forma. Per la verità, ha faticato un po’ di più a trovare il ritmo giusto, ma la sua soddisfazione indica che Dani si sente a posto e competitivo. A parte Austin, dove ha preso paga dal compagno di squadra, si può dire che Pedrosa è stato quello complessivamente più rapido, anche se è sempre difficile giudicare il suo lavoro. Una sola incognita: il dolore al collo che lo ha tormentato anche in questa ultima uscita invernale.


STEFAN BRADL – IN CRESCITA


L’inverno del pilota tedesco del team di Lucio Cecchinello è stato senz’altro positivo: ha ridotto il distacco, in termini assoluti, dai primissimi. Rimane un dubbio, emerso anche a Jerez: Bradl sembra più concentrarsi sul singolo giro, piuttosto che sulla distanza. In ogni caso, in questo momento, può lottare per il quarto posto.

 


MARC MARQUEZ – IN CALO


Rispetto a Sepang e - soprattutto – a Austin, dove aveva letteralmente dominato, i tre giorni di Jerez hanno rappresentato un piccolo passo indietro per Marc Marquez, comunque fenomenale nel suo approccio alla MotoGP. In Spagna, Marc ha faticato più del previsto a trovare le giuste traiettorie e a sistemare la moto, ma alla fine ha comunque girato con costanza e con tempi interessanti: la sensazione è che può da subito salire sul podio.
«Ho migliorato progressivamente e alla fine sono riuscito a girare con un buon ritmo: mi sentivo bene sulla moto e ho potuto spingere più forte. Complessivamente è stato un buon inverno, con risultati migliori delle aspettative: vado in Qatar pronto, anche se so che la prima gara sarà più difficile e sarò un po’ nervoso per il debutto. Quello di Losail non è uno dei miei tracciati preferiti, ma con la MotoGP è tutto differente che con la Moto2».


ANDREA DOVIZIOSO – IN CRESCITA


Ha chiuso con un buon risultato e con un distacco “accettabile” dai primi, su una pista poco adatta alla Ducati e al suo stile di guida. Dopo i primi, traumatici test a Sepang, Andrea Dovizioso e la Ducati sono cresciuti costantemente, dimostrando, quanto meno, di avere trovato una direzione da seguire. Ma la sfida rimane difficilissima, come sa benissimo Andrea per primo.
«Lascio Jerez con un risultato migliore delle mie aspettative, ma anche con la consapevolezza che siamo ancora troppo lontano dai migliori. Sul singolo giro, il nostro potenziale non è poi così male, ma sulla distanza la situazione dovrebbe migliorare: solo in Qatar capiremo veramente qual è il nostro potenziale».

 


ANDREA IANNONE – IN CRESCITA


Una buona prestazione per Andrea, miglior ducatista nell’ultimo giorno e, complessivamente, di pochi centesimi più lento del più esperto Dovizioso: Iannone e la squadra hanno lavorato bene. Anche per lui, naturalmente, c’è l’incognita della tenuta alla distanza.
«Adesso conosco meglio la moto e so qual è il mio potenziale: direi che sono stati test positivi».


NICKY HAYDEN – COSTANTE


Fresco di operazione al polso destro, Nicky Hayden ha chiuso i test di Jerez rispettando più o meno le aspettative.
«E’ stato un inverno tutto sommato positivo, iniziato male, ma finito in crescita: non possiamo certo lottare per la vittoria, ma si possono disputare gare dignitose».


ALVARO BAUTISTA – COSTANTE


Ha preferito saltare l’ultimo giorno per le profonde ferite all’anulare e al mignolo della mano sinistra, conseguenze della caduta di domenica pomeriggio. Fino a quel punto, aveva confermato quanto fatto nel finale del 2012: buone prestazioni, ma niente di più.


BRADLEY SMITH – COSTANTE


Con una moto sicuramente competitiva, il debuttante Smith non ha ottenuto granché: non ha fatto danni (e non è poco), ma non è mai nemmeno stato troppo veloce. Al momento può solo pensare di arrivare davanti alle CRT e a Spies.


BEN SPIES – COSTANTE


Ben Spies è stato, purtroppo, costantemente ultimo tra i piloti MotoGP, rinunciando addirittura a girare lunedì, non si sa bene per quale motivo.
«La pista era ancora umida e non sembrava si potesse asciugare quando abbiamo preso la decisione» ha provato a spiegare il team manager Francesco Guidotti. Una scelta, sinceramente, poco comprensibile: un pilota in grande difficoltà come lo è Spies in questo momento, deve provare a sfruttare ogni minuto per tornare competitivo, anche a costo di stare fino alle 18 dentro al box a fare nulla. Ben, al contrario, ha preferito andarsene, perdendo così anche gli ultimi 90 minuti di pista asciutta: si prospetta una stagione difficilissima.


CRT


I test invernali hanno confermato la superiorità delle ART di Aleix Espargaro e Randy De Puniet, ma a Jerez hanno fatto vedere di essere in crescita Hector Barbera, Claudio Corti e Danilo Petrucci: tutti e tre utilizzano la centralina “Dorna” realizzata in collaborazione con la Magneti Marelli.