Nico Cereghini: “Non sparate su Iannone”

Nico Cereghini: “Non sparate su Iannone”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
L’ha fatta grossa, certo, e la domenica della Ducati è stata rovinata. Ma trovare la misura è sempre difficile, il compagno di squadra è il primo dei rivali e di pagine così se ne sono viste tante. Per esempio in Morbidelli…
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
5 aprile 2016

Punti chiave

Ciao a tutti! Domenica in Argentina, nella disperazione generale, un pilota ha centrato il compagno di squadra sul più bello, quando un ottimo risultato era a portata di mano. Due piloti italiani, una gran moto italiana. Dov’è che ho già visto questa scena?


Al Castellet, prima prova del campionato mondiale 1975. Tutto è ancora fotografato nella mia mente. Ago che domina la mezzo litro con la Yamaha (a fine stagione centrerà il primo titolo della 500 per una casa giapponese), Johnny Cecotto fenomenale all’esordio in 250 e 350 (Yamaha anche per lui), e poi la Morbidelli in 125. La moto bianca-azzurra è un fulmine, i due piloti Bianchi e Pileri sono i protagonisti assoluti delle prove con tempi sbalorditivi (da centro classifica in 500…). La bicilindrica di Pesaro, progettata dal mitico Joerg Moeller, è predestinata al titolo e nessuno può contrastarla: il riminese Pier Paolo Bianchi e il ternano Paolo Pileri fuggono in testa e cominciano a battagliare con furore. Troppo furore, tanto che a un certo punto si toccano e volano via. La gara la vince Kent Andersson (con la Yamaha, manco a dirlo) e soltanto Pileri riesce a ripartire chiudendo staccato al terzo posto.


Cosa fece, allora, il seccatissimo Giancarlo Morbidelli? Prese i due piloti e disse: “tiriamo a sorte, uno vince il mondiale e l’altro l’italiano”. Pileri ebbe più fortuna, all’altro il titolo italiano che allora valeva qualcosa ma non quanto un mondiale. E da quel momento Pier Paolo Bianchi, per dimostrare al mondo l’ingiustizia di questa decisione, ad ogni gara prese a spingere come un dannato staccando Pileri di svariati secondi; poi nel finale rallentava platealmente, lasciava passare il rassegnato compagno, tagliava il traguardo nella sua scia. Andate a vedere le classifiche: Pileri e poi Bianchi, distacco medio tra i due piloti della Morbidelli 30 centesimi di secondo.
 


Purtroppo Paolo Pileri –che con il fratello Francesco avrebbe poi creato il famoso team dei due titoli di Capirex in 125- è scomparso nove anni fa. Quanto a Pier Paolo Bianchi, tre volte campione del mondo, si sarebbe rifatto nei due anni successivi e poi ancora nell’80 con la MBA. Allora era un tipo taciturno, due parole al giorno e nessuna confidenza; oggi è un simpatico sessantenne che chiacchiera volentieri, sorride sempre e se la gode.


Non sparate su Iannone. Certo, l’ha fatta grossa, ha rovinato la festa in Ducati, ha cancellato la bella gara del Dovi. Ma sbagliare è umano, e l’anno scorso Andrea non ha mai sbagliato. Ne abbiamo parlato anche recentemente: il compagno di squadra è il primo dei rivali, i due ducatisti hanno fatto scintille fin dalle prime battute della corsa argentina e l’altro Andrea non si è mica tirato indietro. E poi chi decide quando bisogna accontentarsi e quando no? Se sei troppo buono ti buttano fuori in ogni curva, se sei troppo aggressivo ti fucilano. Certo, è questione di misura, ma bastavano cinquanta centimetri, mezzo metro di spazio in più ed eravamo qui a festeggiare il secondo posto di Iannone. La vita è dura per tutti.

Non sparate a Iannone