Nico Cereghini: “L’eroe di Nizza e Spadino”

Nico Cereghini: “L’eroe di Nizza e Spadino”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Nella maledetta sera del 14 luglio, a Nizza, uno sconosciuto con lo scooter tenta di fermare il camion della morte. Eroi romantici come i cow-boys del cinema. Come l’eroico Spadino nel tunnel del Monte Bianco
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
19 luglio 2016

Ciao a tutti! Ciò che è successo a Nizza lo scorso 14 luglio, quella terribile strage sul lungomare in una sera di festa, trasmette disperazione e angoscia. A tutti coloro che hanno perso un parente o un amico vada, per quello che vale, il nostro abbraccio più affettuoso. Non è questa la sede giusta per tentare un’analisi - di terrorismo e di follia non ne sappiamo niente - ma voglio comunque tornare sulla Promenade des Anglais per estrarre una sola immagine: quella dello scooterista che ha tentato di bloccare il camion.


Dicono che abbia provato a fermare quel Bouhlel quando il camion ancora non aveva preso velocità; che in movimento abbia provato ad aggrapparsi con la mano destra alla portiera, per aprirla, per intimorire in qualche modo il guidatore. Noi non sappiamo ancora se lui era un poliziotto o un civile, se credeva di avere a che fare con un ubriaco o se aveva capito tutto, se ad ucciderlo sia stato un colpo della pistola del franco-tunisino o una sua sterzata improvvisa. Non ne sappiamo niente. Sappiamo solo che ci ha provato. Senza pensare al prezzo che poteva pagare.


E mi torna in mente Pierlucio Tinazzi, detto Spadino. Lo ricorderete: è l’eroico motociclista che il 24 marzo del 1999, quando il traforo del Monte Bianco si trasformò in un inferno e trentanove persone ci lasciarono la vita, con la sua moto portò in salvo diversi automobilisti che erano rimasti bloccati sotto la montagna. Era addetto alla sicurezza, Tinazzi, e non ci pensò due volte, dentro e fuori fino a restare intrappolato lui stesso, insieme ad un automobilista, in una cabina che alla fine fu invasa dal fumo. Una targa lo ricorda all'imbocco del tunnel lato italiano, medaglia d’oro al valore civile, e tutti gli anni il Coordinamento Italiano Motociclisti lo ricorda a Morgex con un raduno.


Gli eroi esistono ancora, sono quelli che si buttano in mare per salvare chi è in difficoltà, che fanno scudo a un bambino in pericolo, che non esitano a dare la vita per salvarne un’altra. Ci sono momenti in cui non hai il tempo di riflettere, in una frazione di secondo devi decidere se agire o stare a guardare. E mi piace pensare che, nei due casi dello sconosciuto di Nizza e di Spadino, la moto sia una specie di distintivo in più. Tinazzi non avrebbe osato così tanto se avesse guidato un’automobile con il rischio di restare incastrato in mezzo al tunnel fin dal primo tentativo. Il temerario di Nizza anche. Non basta certo guidare una moto per diventare un eroe, ma la moto con la sua agilità e la sua rapidità sembra fatta apposta per l’azione. Nell’auto sei seduto in poltrona, con un cristallo stratificato o temprato che ti protegge e ti isola dal mondo esterno. In moto invece sei completamente immerso nella realtà, e sei seduto in sella come gli antichi cavalieri o i cowboys. Molto più dinamico. E anche più vulnerabile, certo, molto vulnerabile. Il francese non ci ha nemmeno pensato, noi facciamolo ogni istante pensando a lui.
 

Aggiornamento del 22 luglio:

Ricevo da Marco Polli, presidente del CIM, questa precisazione:

“Tanti hanno scritto, fin da quel 1999, che Spadino portò in salvo diverse persone, ma è stato ricostruito in seguito che l'incendio si propagò ad una tale velocità che non fu possibile per Spadino uscire e rientrare. Arrivato al punto dell'incendio il fumo era incredibile, riuscì a portare un automobilista in una cabina, ma poi non riuscì più ad uscirne. Da quella cabina di sicurezza restò in contatto con la centrale radio, fino a che persero i contatti. Lo ritrovarono li, oramai morto, come l'automobilista, dopo parecchie ore. Il fatto di non avere salvato nessuno non fa cambiare la situazione: lui poteva scappare, ma è rimasto per cercare di aiutare gli altri. Un motociclista una volta  mi disse "ma perché lo ricordate se non ha salvato nessuno?", e questa domanda mi ha davvero lasciato senza parole. Come si fa a non capire che in certe situazioni conta l'impegno, e non solo il risultato? Come quello che è avvenuto a Nizza: quello scooterista ci ha provato!”

Grazie a Marco. E nel frattempo pare che sia emersa l’identità dello scooterista di Nizza. O per lo meno, c’è un francese che afferma di essere l’eroe, sopravvissuto. Il suo racconto però lascia qualche dubbio: troppo diverso da quanto si era visto nel video.

Nico Cereghini 

L’eroe di Nizza e Spadino