MotoGP: voci di mercato, chi resta e chi parte

MotoGP: voci di mercato, chi resta e chi parte
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Il mercato piloti si è scaldato ancora prima dell’inizio della stagione. Eccovi la nostra analisi sugli scenari di mercato
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
24 marzo 2016

Si è appena chiuso il primo Gran Premio della stagione 2016, ma la (delirante) tendenza ad intavolare – e chiudere – trattative di mercato con sempre maggior anticipo ha fatto si che a tenere banco, oltre alle interessanti constatazioni sulle variazioni tecniche e regolamentari, fossero i movimenti sulla scacchiera del Mondiale 2017. Con tutta una pletora di discussioni che spaziano dal gossip più infondato fino alle notizie ufficiali.

Vediamo di fare un po’ di chiarezza su quello che sappiamo e – con qualche ipotesi ragionata – su quello che potrebbe succedere sulla base di qualche voce del paddock e di un pizzico di buon senso.

Rossi: tre anni in Yamaha

Con un po’ di sorpresa da parte di tutti, sabato mattina (ora italiana) è arrivata la notizia del rinnovo tra Yamaha e Valentino Rossi, che così correrà per il marchio dei tre diapason per le stagioni 2016, 2017 e 2018. La Casa di Iwata dispone di una sella libera, e per specifica ammissione di entrambe le parti ha effettuato un’offerta più che lusinghiera a Jorge Lorenzo, campione del mondo in carica e dominatore della gara del Qatar, che resta evidentemente la massima priorità di Lin Jarvis. Il punto però è che Lorenzo piace molto alla Ducati (un insider ci ha confessato, circa un mesetto fa, che le due parti sono “vicine come non sono mai state”) al di là delle smentite del pilota e della Casa.

Se dovessimo scommettere, Lorenzo resterà sulla M1. Abbandonare la sella più ambita del Mondiale sarebbe una scommessa estremamente rischiosa, ma anche allo stesso tempo premiante nel momento in cui si rivelasse vincente. Facciamo un po’ di dietrologia anticipando i discorsi relativi a Ducati: i test di Stoner, in questo momento, sembrano studiati per dare modo alla Casa di confrontarne i risultati con quelli dei test o delle gare. Le prove in Qatar (fallite per pioggia) avrebbero dovuto svolgersi la notte per avvicinare il più possibile le condizioni a quelle del GP e quindi poter paragonare i tempi a ragion veduta.

Casey Stoner e Gigi Dall'Igna
Casey Stoner e Gigi Dall'Igna

A cosa può servire un’operazione del genere, stanti i ripetuti dinieghi di Casey rispetto ad un suo prossimo impegno in gara? A prescindere dal fatto che riteniamo che comunque l’australiano un paio di Gran Premi li correrà quest’anno (ci sbilanciamo: Mugello e Phillip Island), la motivazione punta dritta ad una verifica del potenziale della moto con un top rider in sella. Informazione interessantissima per Ducati, ma anche per chi dovesse decidere se accettare le lusinghe della Casa Bolognese. A buon intenditor poche parole.

Viñales, felice di piacervi

In caso di partenza di Lorenzo, ad Iwata dovrebbero avere già un’offerta pronta per Maverick Viñales, il pezzo più pregiato del mercato dopo che l’enfant prodige Honda, l’australiano Miller, ha offerto una crescita onestamente inferiore alle aspettative. Teoricamente Yamaha avrebbe anche la possibilità di offrire all’ex iridato Moto3 una sella attraverso il team satellite Tech-3, che l’anno prossimo perderà Bradley Smith, già impegnato in un contratto con KTM per portare al debutto la MotoGP RC16.

Bradley Smith
Bradley Smith

Ipotesi sicuramente meno allettante per Maverick, che pur disponendo di una moto quasi identica a quelle degli ufficiali dovrebbe soffrire due anni di purgatorio prima di entrare nel team ufficiale. Anche perché, così come a Yamaha, Viñales interessa molto anche a Honda, e Yamaha è invece interessatissima ad offrire la M1 satellite ad Alex Rins, pezzo pregiato del mercato delle classi minori, in attesa della maturazione di Danny Kent. E anche il nome di Jonas Folger si sente sempre più spesso associare alla compagine di Hervé Poncharal, che ha paventato anche a Pol Espargaró la possibilità di essere lasciato libero a fine stagione.

In casa HRC è praticamente scontata la permanenza di Màrc Marquez, troppo giovane e in ascesa per una scommessa come la Ducati, e tagliato fuori da Yamaha – ammesso che un cambio di casacca tanto clamoroso sia mai stato un’opzione – con il rinnovo di Valentino Rossi. Molto meno lo è quella di Dani Pedrosa, già oggetto di pigra riconferma a fine 2014 e dalle prestazioni forse un po’ troppo altalenanti per i gusti dell’HRC. E’ presto per giudicare lo stato di forma del tre volte iridato, soprattutto considerando il suo ruolino di marcia sul tracciato di Losail, ma è anche vero che a Tokyo probabilmente pensano di avergli concesso tante, forse troppe occasioni.

Il gioco dei quattro cantoni

Basterebbe però andare poco lontano per trovare un reparto corse che apprezzerebbe molto l’esperienza e le doti di sviluppo di Dani: ad Hamamatsu (dove ha sede la Suzuki ma anche il primo stabilimento Honda), pur non essendo ovviamente felici di perdere un top rider come Maverick Viñales, si consolerebbero volentieri rifacendo la squadra, visto che Aleix Espargaró viene dato da più parti in uscita a seguito di risultati inferiori alle aspettative. La formazione 2016 potrebbe contare sulla grinta giovanile di Johann Zarco, già sotto precontratto, e della maturità di Pedrosa, che scambierebbe la sella con Maverick per affrontare la sfida di far fare l’ultimo gradino alla Suzuki.

Vitales insegue Pedrosa, in pista e forse sul mercato
Vitales insegue Pedrosa, in pista e forse sul mercato

Stessa sfida che troverebbe in quel di Mattighofen, dove il nome di Pedrosa è stato fatto più volte, anche se, a detta di taluni, come alternativa a quello di Bradley Smith. Osservando la cosa con un po’ di distacco, i due piloti non sembrano sovrapponibili, anzi sarebbero per diversi punti di vista complementari, e pensiamo che Red Bull, sponsor del team KTM, abbia la disponibilità di budget e la determinazione per prenderli entrambi, soprattutto considerando la portata dell’impegno di un ingresso in prima persona in MotoGP.

Le italiane

Restano le due Case italiane, Ducati ed Aprilia. A Bologna entrambi i piloti sono sotto esame, come testimonia la presenza di Stoner ai box. Non nel senso che Casey possa decidere di tornare ad impegnarsi per un’intera stagione, cosa che al di là di smentite che lascerebbero il tempo che trovano, appare come uno scenario abbastanza poco in linea con il carattere dell’australiano, quanto perché tutti i test in cui è stato utilizzato puntano alla volontà di verificare (e pubblicizzare) il potenziale della Desmosedici con un top rider in sella.

Andrea Dovizioso, ormai al suo quarto anno sulla Ducati ufficiale, è particolarmente sotto pressione: difficilmente un’altra stagione come quella 2015 verrebbe considerata sufficiente a garantirgli una riconferma. Diversa la situazione per Andrea Iannone, ancora giovane e potenzialmente in maturazione e quindi più facilmente candidato ad una riconferma se dovesse riuscire ad evitare errori come quello di Losail.

I due Andrea della Ducati impegnati nel duello con Marquez a Losail
I due Andrea della Ducati impegnati nel duello con Marquez a Losail

Saremmo comunque piuttosto stupiti se la formazione dovesse restare invariata, al di là dell’arrivo o meno di Jorge Lorenzo. La promozione di Petrucci ad ufficiale? Danilo se la sarebbe meritata a suon di risultati, e non è certo da escludere, ma fatichiamo ad immaginare un team Ducati nuovamente affidato a due piloti italiani. Più probabile un appoggio esterno più consistente, sempre nel contesto della formazione satellite Pramac.

Quanto ad Aprilia, l’esordio in Qatar della nuova RS-GP non è stato esattamente esaltante. A Noale (scusateci ma non basta un marchio su una carenatura per associare l’operazione MotoGP a Pontedera…) le moto le sanno fare, e meritano tempo e pazienza da parte di pubblico e stampa; resta il fatto che senza qualche bel risultato difficilmente la V4 veneta risulterà appetibile per un top rider. Al momento, la formazione (Bautista e Bradl) manca di un pilota di punta: i due, per motivi diversi, sono da considerarsi seconde scelte, oltretutto non necessariamente validissime come sviluppatori, anche se la posizione di Alvaro dovrebbe essere blindata per almeno tutto il 2017. Nei panni di Albesiano terremmo d’occhio la situazione di Cal Crutchlow