MotoGP, scontro Rossi-Marquez a Misano. Vale: "Come in Argentina 2017", Marc: "Meglio non sapere la sua intenzione"

MotoGP, scontro Rossi-Marquez a Misano. Vale: "Come in Argentina 2017", Marc: "Meglio non sapere la sua intenzione"
Giovanni Zamagni
Per la quinta volta, lo scontro ravvicinato tra Valentino e Marc finisce male: tra i due volano parole grosse, anche se in un clima relativamente sereno e più ironico che in passato. Marquez, come sempre, porta all’esasperazione gli avversari, ma la chiave è se Rossi sapeva di essere andato con le ruote sul verde alla curva 6
14 settembre 2019

MISANO ADRIATICO - Duri in pista, durissimi a parole, anche se con calma e ironia: Marc Marquez e Valentino Rossi, ancora una volta, si trovano gomito a gomito.

E non finisce nel migliore dei modi, anche se lo 'Stewards Panel' ha deciso di non penalizzare nessuno dei due, dopo averli ascoltati dopo le qualifiche alle 16.45 per una quindicina di minuti.

Una nuova Malesia 2015? No, per le conseguenze: gli animi sono molto più distesi, in gioco c’è solo una qualifica e non un campionato, come era accaduto allora, oltre alla voglia di entrambi di ribadire la propria forza fuori dalla pista, di segnare il territorio, mandare segnali importanti all’altro.

Due colossi che si scontrano, che entrano in collisione, che non si sopportano. Lo sport è fatto anche di queste cose.

Non capisco la sua intenzione e non la voglio capire, altrimenti penserei male - dice per primo Marquez, perché nel dopo qualifiche il suo incontro con i giornalisti è programmato cronologicamente prima di quello di Rossi.

Marc espone la sua versione dei fatti. “Sono entrato in pista con l’ultima gomma da solo - è la sua tesi -, anche se si continua a dire che io cerco sempre qualcuno. Poi, però, a metà giro ho trovato Rossi che aspettava una scia, ma io non gliela volevo dare”.

Rossi, 20 minuti più tardi controbatte immediatamente questa affermazione di Marquez. “Questa non l’ho capita: sono sempre stato davanti a lui, come avrei fatto a prendere la sua scia?”, dice - giustamente - Valentino.

Ruote sul verde

Marquez continua la sua versione. “Abbiamo fatto un giro piano, poi ne mancava solo uno e entrambi abbiamo iniziato a tirare. Alla curva sei, Rossi ha messo le ruote sul verde, quindi il suo giro non era più valido. Mi ha rallentato e l’ho passato al curvone, ma sono finito lungo e ho messo a mia volta le ruote sul verde, ma dalla moto non me ne sono accorto”.

Pronta la replica di Valentino. “E’ vero che ho messo le ruote sul verde, ma di questo me ne sono accorto solo al box: in quel punto si passa sempre molto al limite, ho continuato a spingere perché era la mia ultima possibilità”.

 

Ecco, io credo che questo sia un punto chiave. Purtroppo non si è visto dalle immagine quanto Rossi sia andato sul verde: fa la differenza. Perché se Valentino effettivamente non si è accorto di nulla, allora non ha niente da rimproverarsi, anzi; ma se lui si era accorto di essere andato sul verde, allora avrebbe dovuto lasciare strada a Marquez, perché comunque il suo giro sarebbe stato cancellato.

Questo, però, lo sa solo Valentino Rossi, mentre Marquez non può non essersi accorto di essere andato al di là del cordolo, perché lo fa per parecchi centimetri in larghezza e molti metri in lunghezza. Impossibile che non lo sapesse.

La forzatura del carro

Così si è arrivati alla prima staccata del carro, dove Rossi ha forzato la staccata probabilmente in maniera eccessiva, conseguenza della rabbia, a detta di Valentino, per essere stato rallentato al curvone da Marquez. “Lui mi ha passato al curvone sapendo che mi avrebbe rovinato il giro, poi mi ha tolto le ultime possibilità al Carro, rientrando in traiettoria invece di rallentare, avendo oltrepassato i limiti della pista” dice Valentino.

Manco a dirlo, la versione di Marc cambia. “Alla 14 (alla prima del Carro, n.d.r.) ho visto arrivare una moto dritta a grande velocità: era chiaro che non avrebbe potuto fare la curva. Perché l’ha fatto bisogna chiederlo a lui, capire se è semplicemente arrivato lungo o se l’ha fatto volontariamente. Fortunatamente sono riuscito a evitare il contatto, che avrebbe potuto avere conseguenze terribili per il campionato…”, dice Marquez, che però non spiega perché, quando si è rinfilato, ha portato fuori traiettoria Rossi.

E’ chiaro che la sua è stata una “reazione”, mentre Marc toglie ogni dubbio sul gesto che gli ha fatto con la mano sinistra immediatamente dopo. “Non gli ho assolutamente chiesto scusa, volevo chiedergli cosa stava facendo”, chiude prima della stoccata finale: “Chiederò che venga sanzionato? Non mi interessa, lui ormai è fuori dalla lotta per il campionato”.

 

A questo punto, tocca a Rossi replicare. “Vi ricorda la Malesia del 2015? E perché non l’Argentina 2017, quando mi ha steso senza ritegno…”.

Così, dopo Argentina 2015 (contatto tra i due nel finale, Marquez cade, Rossi primo mentre era già davanti); Assen 2015 (contatto all’ultima curva, vittoria di Rossi); Malesia 2015 (rallentamenti continui di Marquez, contatto con Rossi, caduta di Marquez, poi Valentino penalizzato); Argentina 2017 (Marquez centra Rossi), ecco Misano 2019. Una rivalità senza fine.