MotoGP. Rossi: "Male la posizione, ma sensazioni positive"

MotoGP. Rossi: "Male la posizione, ma sensazioni positive"
Giovanni Zamagni
Valentino, nonostante la 14esima posizione, è parzialmente soddisfatto: “Sono indietro perché ho avuto un piccolo problema tecnico e non ho cambiato le gomme nel finale, ma la M1 è competitiva. E con l’acqua sono stato veloce e costante: adesso speriamo in FP3 asciutte”
4 agosto 2017

BRNO – Te lo aspetti arrabbiato o, quanto meno, deluso, invece Valentino Rossi è relativamente sereno.

«Alla fine la posizione è pessima, perché sono solo 14esimo, come è successo altre volte in questa stagione, ma la realtà è un po’ differente, non è andata così male. Intanto, sono contento per come sono andate le FP1: ho finito quinto, sono sempre stato piuttosto veloce e competitivo in condizioni che, quest’anno, ci avevano sempre fatto soffrire con il telaio vecchio. Nelle FP2, con le gomme medie non stavo andando male, ma un problema tecnico ci ha fatto perdere un po’ di tempo: ho spostato gli pneumatici sull’altra moto e alla fine non ho montato la morbida, come invece hanno fatto altri. Insomma: la posizione non è buona, ma il mio ritmo è incoraggiante. Adesso speriamo che nelle FP3 di domani mattina ci sia il sole, altrimenti mi toccherebbe passare dalla Q1 e tutto si complicherebbe. Dobbiamo lavorare un po’ sul bilanciamento della moto, migliorare in alcuni aspetti, ma le mie sensazioni sono positive: con la pista asciutta si può stare nei 10».

 

Per domenica è prevista pioggia.

«Così pare: per questo è stato importante essere stati veloci nelle FP1. Direi che al momento, sull’asciutto, Pedrosa, Marquez e Crutchlow, sono quelli messi meglio, ma sono convinto che anche noi abbiamo un buon potenziale».

 

Cosa pensi della carenatura della Ducati?

«E’ stato fatto un regolamento per eliminare le appendici aerodinamiche: giusto o sbagliato che fosse, quella era l’intenzione. Alla fine, però, tutti rifanno le carenature con le ali: si vede che agli ingegneri piace molto giocare con le carene alate…».

 

Adesso, purtroppo, la morte di Nieto è ufficiale.

«Sì, ed è un giorno molto triste, prima di tutto, naturalmente, per la sua famiglia, ma anche per tutto il motociclismo: Nieto è stato uno dei piloti più importanti della storia, perché ha vinto meno titoli solo di Agostini e per quello che ha fatto fuori dalla pista. E’ stato un grande personaggio, con la carica di un ragazzino: un’altra volta la strada, così come è successo con Nicky Hayden, ci ha portato via una bella persona. Personalmente gli posso solo dire grazie: avendo più o meno la stessa età dei suoi figli, ho passato tanto tempo nella sua casa a Madrid o a Ibiza, dove l’ho vito per l’ultima volta un paio di settimane fa. Ricordo ancora nel 2008 quando, a Le Mans, facemmo assieme il giro d’onore, perché lo avevo raggiunto a quota 90 vittorie».