MotoGP. Lorenzo: "Io e Yamaha, un binomio eccezionale"

MotoGP. Lorenzo: "Io e Yamaha, un binomio eccezionale"
Giovanni Zamagni
Jorge lascia la Casa Giapponese nel migliore dei modi: “Pole, vittoria e giro veloce: è il mio modo per ringraziarli”. Su Rossi: “Mi tolgo il cappello per quello che è ancora capace di fare: ci siamo motivati a vicenda”. Sulla Ducati: “Ci penserò da martedì, ma sono sempre andato forte con tutte le moto”
13 novembre 2016

CHESTE – Si può dire quello che si vuole di Jorge Lorenzo, ma su due considerazioni sono tutti d’accordo: è un grande pilota e un grande sportivo. A Valencia ha dominato rimanendo in testa dal primo all’ultimo giro e nel dopo gara è andato a salutare uno a uno tutti gli uomini della Yamaha, stringendo la mano anche ai meccanici di Valentino Rossi e al compagno di squadra con il quale si è scontrato mille volte, in pista e fuori. Jorge è così, capace di riprendersi dopo tanti GP difficili, capace di dimenticare il passato e di non portare rancore.


«Sono molto felice, finalmente mi posso rilassare un po’: chiudo i miei nove anni in Yamaha con un fine settimana perfetto. Non potrei essere più orgoglioso e felice per un GP nel quale ho conquistato pole, giro veloce e vittoria: la Yamaha mi ha sempre dato una moto competitiva e vincente, io ho ricambiato dando sempre il massimo, anche quando ero lesionato, come in Cina nel 2008 o in Olanda nel 2013. Credo che io e la Yamaha siamo stati un binomio eccezionale, abbiamo conquistato titoli e vittorie».


Quanto il successo di oggi è merito della grande motivazione che avevi?

«La motivazione non mi fa andare più forte, ma la confidenza con la moto e le gomme mi dà convinzione e motivazione per spingere di più. Qui, fin da venerdì, mi sono trovato bene con le Michelin e il resto è stata una conseguenza».


Ti mancherà qualcosa di Valentino Rossi?

«Non so a che livello sarà Andrea Dovizioso, ma sicuramente Rossi è stato un compagno di squadra di alto livello: mi tolgo il cappello per quello che riesce a fare a 37 anni. Uno per l’altro siamo stati di grande motivazione, entrambi siamo cresciuti molto».


Sarà difficile guidare una Ducati dopo aver sempre pilota una Yamaha in MotoGP?

«Forse la Ducati è una moto più nervosa, non lo so, ma se uno guarda la mia carriera vede che sono andato forte con tutte le moto: Derby 125, Honda 250, Aprilia 250, Yamaha MotoGP».


Quale è stata la tua miglior stagione in Yamaha?

«Forse quella del 2015: la pressione era altissima, lì ho raggiunto il massimo livello come pilota».


E quest’anno?

«Troppi errori: mi do 6,5».