MotoGP. Dall’Igna: “Ecco perché faccio girare Stoner”

MotoGP. Dall’Igna: “Ecco perché faccio girare Stoner”
Giovanni Zamagni
Il direttore generale di Ducati Corse spiega la scelta di mettere a confronto l’australiano con i piloti ufficiali. “L’obiettivo è unico e difficile da raggiungere: bisogna fare di tutto per riuscirci. Casey sicuramente mette pressione, ma è una pressione positiva”
2 febbraio 2016

SEPANG – Una motivazione logica a qualsiasi dubbio: Gigi Dall’Igna, da buon ingegnere, ha sempre una risposta pronta per ogni domanda. Se lo sono chiesti in tanti: perché far girare Casey Stoner oggi con la GP15 insieme ai piloti ufficiali? Qual è lo scopo? Dall’Igna ammette che per Andrea Dovizioso e Andrea Iannone può rappresentare un paragone scomodo e fastidioso («lo capisco perfettamente, siamo umani»), ma difende, con la logica, la sua scelta.


«Stando ai programmi, avrebbe dovuto provare nei due giorni riservati ai collaudatori (sabato e domenica, NDA), poi abbiamo modificato il piano. Per diversi motivi, ecco i principali: 1) Una MotoGP è fisicamente impegnativa e lo è ulteriormente su una pista come quella di Sepang, sia per le caratteristiche del tracciato sia per le condizioni climatiche. Abbiamo quindi ritenuto che Stoner potesse rendere meglio prendendosi un po’ di riposo tra un giorno e l’altro di test. 2) Sabato l’asfalto non era al meglio delle condizioni: per riuscire a raccogliere indicazioni significative bisogna girare con la pista più a posto».


E perché la GP15 e non la Desmosedici? Anche in questo caso, il direttore generale di Ducati Corse ha una spiegazione convincente.

«La Desmosedici è nuova, non la conosciamo bene, mentre Stoner ha bisogno di riprendere confidenza con una MotoGP e con gomme nuove per tutti, abbiamo preferito farlo girare con una moto di cui sappiamo già tutto. Non dimentichiamo anche che, al di là delle sue grandi qualità, Stoner non saliva su una MotoGP da un anno e in moto da agosto (alla 8 Ore di Suzuka, NDA), quando si fece pure male: non sarebbe stato giusto farlo girare subito con la 2016».


Dall’Igna, però, sa perfettamente che Stoner è uno ingombrante, e il confronto potrebbe far venire il mal di testa ai due piloti ufficiali, che peraltro, apparentemente, lo hanno accolto benissimo.

«Sicuramente è uno che mette pressione, ma io la considero una pressione positiva. L’obiettivo di Ducati è chiaro a tutti ed è molto difficile da raggiungere: bisogna fare qualsiasi cosa per provare a vincere. E’ chiaro che ci sono aspetti complicati, non è facile per i piloti, ma nemmeno per me: Casey potrebbe anche dare un giudizio molto negativo sulla Ducati. Ma siamo tutti professionisti: ognuno, dalla sua parte, deve prendere il positivo di questa operazione e trasformare in opportunità quello potenzialmente negativo. Se c’è da imparare, bisogna farlo, non importa da chi».


Gigi Dall’Igna era in Aprilia quando il collaudatore Marcellino Lucchi vinse in 250 battendo i piloti ufficiali. «Me lo ricordo bene, e tutti gli fecero i complimenti» sorride sornione l’ingegnere.